Questo per me è stato forse il Festival Franciacorta più snello di tutti i tempi. Tra poco più di un mese uscirà la mia guida vini spumanti italiani 500 bolle in 500 e, in contemporanea, sto finendo di traslocare a casa del mio fidanzato… insomma… sono mesi piuttosto pieni. Per questo ho deciso di scegliere una sola azienda per sabato e una sola azienda per domenica… e ne approfitto per chiedere scusa alle tantissime aziende che mi hanno invitato, ma consideratemi, solo per questa volta, un’assente giustificata! 🙂 Nella giornata di sabato Riccardo Fratus di Riccafana ha presentato il suo nuovo rosso Teratis con il prezioso aiuto del suo enologo cantiniere Nicola Torazzi e dell’insostituibile Alma Tortelli (domenica replicava con il bravissimo enologo Angelo Divittini). A seguito della presentazione ci ha portati a pranzo da suo fratello all’Hotel Touring di Coccaglio. Nella giornata di domenica a Villa Crespia si è tenuta la prima wine reading a cui avessi mai partecipato con lo scrittore e giornalista sportivo Roberto Perrone che presentava il suo nuovo libro noir. Ringrazio ancora Michela Muratori per avermi fatto questa affascinante proposta.

Festival Franciacorta: Sabato 16 settembre

Cantina Riccafana

Il nuovo rosso Teratis di Riccardo Fratus in abbinamento al filetto dell’Hotel Turing di Coccaglio

Era un po’ che non frequentavo la cantina di Riccardo Fratus anche a via di qualche nostra divergenza, ma devo dire che negli ultimi mesi è diventata ancora più bella… grazie al contributo di sua moglie che ha davvero buon gusto! Questo della foto in particolare è il negozio all’interno della cantina… come si fa a non avere voglia di comprare tutto?

festival franciacorta cantina riccafana

A causa del fatto che non frequentavo Riccardo da un po’, mi stavo perdendo il Weiss Mustus, il suo ultimo lavoro come vino spumante. Beh devo dire che anche questo mi è piaciuto tantissimo. Che quelli di Riccafana siano per me tra i migliori spumanti della Franciacorta non è un mistero, non a caso ne ho parlato spesso sul mio wine blog dei suoi vini:

E se vuoi qualche opinione sui suoi spumanti ti consiglio di leggere quegli articoli… Perchè oggi terrò la bocca cucita proprio in virtù dell’imminente uscita della mia guida vini spumanti 500 bolle in 500! 🙂

festival franciacorta weiss mustus riccafana

Quindi oggi ti parlerò, anche giustamente, solo dell’ultimo nato in casa Riccafana: il vino rosso Teratis. Insomma Riccardo, hai davvero presentato un vino rosso durante il Festival della Franciacorta? 😀 Beh devo dire che ho trovato molto accattivante cogliere questa occasione per proporre un nuovo vino rosso, che peraltro è davvero riuscito.

Festival Franciacorta: Presentazione del nuovo Teratis di Riccafana

I terreni argilloso calcarei su cui crescono rigogliosi le vigne di Merlot e Cabernet Sauvignon di cui è composto il Teratis si prestano alla creazione di un prodotto in sur maturazione come questo. Bellissime piante di circa 30 anni prendono il sole tutto il giorno, in una zona storicamente vocata alla produzione di vino rosso come quella del Monte Orfano. Il Merlot è un vitigno “plastico” che ci da ottimi sentori fruttati, morbidezza e calore. Il Cabernet Sauvignon quadra il cerchio. La selezione dei germogli in primavera è intensa, si arrivano a rese del 60%. In pratica si fanno due tipi di diradamento:

  1. Bassa intensità: serve per eliminare i grappoli piccoli e/o malformati, ammalati o rovinati provenienti da germogli deboli (10-20%);
  2. Alta intensità: serve per aumentare la qualità del grappolo, quindi si eliminano sia i grappoli piccoli, malformati, ammalati o rovinati, sia i grappoli perfetti (30-50%).

Il momento perfetto della vendemmia si sceglie assaggiando le uve e i vinaccioli, che non devono essere verdi. La loro perfetta maturazione, poi, consente di prolungare la macerazione. La vendemmia avviene tra fine ottobre e inizio novembre. Segue una macerazione di circa 30 giorni, una maturazione in barrique di legno di secondo e terzo passaggio per minimo 12 mesi, un assemblaggio in inox e un imbottigliamento a distanza di 6 mesi.

Teratis in latino significa rotondo, e devo dire che è perfetto per questo “Amarone” franciacortino che ben si presta ad essere venduto nei ristoranti grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo rispetto ai cugini veronesi più blasonati. Ottima poi la scelta dei tappi in sughero monopezzo scelti per azzerare il rischio di tappo.

Degustazione Teratis 2015

4000 bottiglie (eliminata la denominazione per poter tagliare annate diverse e mantenere lo standard qualitativo)

Si presenta di un bel rosso rubino impenetrabile e profondo. Roteando il bicchiere mostra archetti molto ravvicinati che denotano un grado alcolico e una struttura importante. Al naso confettura di frutti di bosco, pepe nero, chiodi di garofano, rosa essicata, cioccolato, goudron, amarena sotto spirito sfumano in un finale balsamico. In bocca è pieno, avvolgente, caldo, abbastanza morbido, molto fresco, abbastanza sapido. Finale molto lungo. Grande potenziale di invecchiamento, è il compagno perfetto per i brasati.

 

Il Pranzo e l’abbinamento

In ultimo mi sento di fare assolutamente i complimenti all’Hotel Touring di Coccaglio per aver servito, tra le varie portate, un filetto così perfetto da essere capace di farmi innamorare. Di grandissima qualità la carne, cottura davvero azzeccata, delizioso l’olio di erbe leggermente amarognolo che contrastava perfettamente con i profumi dolci del Teratis di Riccafana. Molto buone anche le patatine in accompagnamento! Per chi volesse ordinare o richiedere questo piatto all’Hotel Touring, il nome scritto sul menù era: “Chateaubriand con olio aromatico e patate al forno“.

festival franciacorta riccafana hotel touring

La Chateaubriand non è altro che la parte superiore del filetto di manzo (normalmente è un taglio di circa 600 grammi) che normalmente viene cotto intero in padella col burro (tanto burro) fino al grado di cottura desiderato dal cliente, in questo caso direi tra bleu e à point. A questo punto viene lasciato passare qualche minuto per far sì che la temperatura sia più omogenea e i succhi si ridistribuiscano. Per fare una Chateaubriand perfetta in realtà non dovrebbe rimanere del sangue nel piatto che viene servito al cliente perchè questo andrebbe fatto “cadere” dopo aver tagliato alcune parte laterali del filetto nel famoso e ormai poco utilizzato torchio da Chateaubriand, e successivamente usato per legare la salsa fatta con il fondo bruno, le parti di filetto tagliate, il vino rosso e, ovviamente, il burro. O almeno questo è quello che ho capito da un cuoco francese che cercava di spiegarmelo durante il mio ultimo soggiorno in Francia per la premiazione di Perlage Suite ai Millésima Blog Awards. Quanto al nome Chateaubriand, anche se è quello del famoso nobile e scrittore romantico francese François-René de Chateaubriand, in realtà deriva da una zona della Francia famosa per i suoi bovini di qualità eccelsa.

Festival Franciacorta: Domenica 17 settembre

Tenuta Villa Crespia

Un’insolita Wine Reading con lo scrittore Roberto Perrone e i Franciacorta Villa Crespia in abbinamento ai personaggi del suo ultimo libro

Sempre in Franciacorta, ma una realtà vitivinicola completamente diversa per la seconda parte del mio Festival Franciacorta nella giornata di domenica: per la prima volta sono andata a trovare Michela Muratori a Villa Crespia. La cantina si presenta bellissima, soprattutto all’esterno, con il delizioso laghetto per le ninfee… magari averne così tante nel mio pond in terrazzo! 😀 La giornata poi è complice del Festival Franciacorta ed è davvero stupenda, sole e nuvole di panna montata!

festival franciacorta villa crespi

Roberto Perrone ammetto che non lo conoscevo, a parte che ho sentito dire in giornata che è stato un volto noto del giornalismo sportivo italiano. Beh il mio rapporto con lo sport è cosa nota: da quando ho smesso di giocare a tennis mi cimento solo nella stappatura delle bottiglie! Lì sono una vera podista… 😀

A Villa Crespia hanno organizzato una Wine Reading, ovvero una degustazione abbinata alla lettura di alcuni passaggi significativi del nuovo libro di Roberto Perrone, con i personaggi in abbinamento ai vini! Il libro si intitola “La seconda vita di Annibale Canessa” e anche se non amo molto il genere romanzo, adoro sia leggere sia ascoltare quindi l’ho trovata una bellissima esperienza. Il libro poi mi è sembrato anche discretamente avvincente… anche se i pensieri della protagonista femminile si vede che sono scritti da un uomo e non l’ho trovata particolarmente realistica. Completamente diverso il mio pensiero per i personaggi maschili che sono descritti in un modo così sfaccettato da avermi fatto pensare tutto il tempo che Roberto Perrone si è ispirato a persone reali.

Primo vino & primo personaggio: Cesonato Satén & Carla Trovati

In epoca tardo medioevale questo nome indicava aree protette ricavate all’interno di un’area boschiva. Chiamate anche clausure, si rubava alla foresta un pezzetto di terreno per coltivare la vite a più di 300 mt sul livello del mare. Non sono i terreni e i vigneti più convenzionali al Satén, ma danno caratteristiche uve dai forti sentori floreali. Il risultato è un Villa Crespia Satén Franciacorta spumante metodo classico con un naso molto piacevole, e una bollicina leggermente aggressiva nonostante la tipologia Satén. Il naso è di vaniglia, burro crudo, miele di tiglio, fiori di tarassaco e mela. In bocca è pungente, più sapido che fresco, con un finale non particolarmente lungo, ma una valida proposta per un aperitivo disimpegnato. Personalmente è lo spumante di Villa Crespia che mi è piaciuto di meno. Carla Trovati è la giornalista del Corriere che avrà una storia col protagonista Annibale Canessa. Dice: «Ma io, tecnicamente, posso definirmi una troia?» la mattina dopo che, se non sbaglio, era stata a letto con il suo caporedattore. Da donna non credo che una donna si farebbe mai questa domanda usando questa espressione… ma forse sono aliena io 😀

festival franciacorta villa crespia

Secondo vino & secondo personaggio: Millé Brut & Annibale Canessa

Sicuramente la scelta del Packaging del Villa Crespia Millé Brut è forte, una pellicola azzurro acceso molto molto fashion lo pone di grande appetibilità per un pubblico molto molto giovane, e me lo immagino spopolare in ogni discoteca un po’ fighetta della bresciana! 🙂 Pensare di creare un vino qualitativamente interessante per un pubblico di giovanissimi poi lo trovo una buona idea: noi estimatori di Villa Crespia magari berremo qualcos’altro… ma è giusto educare i giovanissimi a non bere solo il “prosecchino” (con tutto il rispetto dei miei amici produttori che fanno un prosecco eccezionale come Le Vigne di Alice e Bellenda… ma non sono i vostri che ahimé si trovano più spesso in certi locali). La base viene rifermentata 4-5 anni dopo dalla messa a dimora in acciaio. Giallo paglierino brillante, perlage un po’ grossolano, numeroso e persistente. Il naso è interessante: forti sentori di lievito, panettone, fieno secco e fiori di camomilla. In bocca la bollicina è un po’ aggressiva, ma ha una bella freschezza nonostante i 100 mesi di vita. Intenso e persistente, lungo e da abbinare a formaggi a pasta dura e semi dura un po’ grassi. L’abbinamento è con Annibale Canessa, il protagonista del libro.

Terzo vino & terzo personaggio: Numero Zero & Vampa

Ecco uno spumante di Villa Crespia che vi consiglio di assaggiare! Anche qui la bollicina è sempre un po’ più grossa di come la vorrei, ma il naso è davvero bello: lievito, ananas, banana e tanta mineralità. In bocca la bollicina si riscatta e diventa cremoso e piacevole. Ben equilibrata l’acidità con la morbidezza e una freschezza che lascia presagire una buona evoluzione in bottiglia. Il suo essere poco sapido mi ha fatto pensare che sarebbe proprio perfetto per un pesce cotto in crosta di sale, magari un branzino o un’orata. Il Vampa ricordo che è il miliardario del libro…

festival franciacorta villa crespia

Quarto vino & quarto personaggio: Brolese Rosé & Repetto

Sicuramente lo spumante di Villa Crespia che mi ha convinto di più. Di un bellissimo rosa buccia di cipolla, perlage abbastanza fine, numeroso e persistente. Al naso è molto piacevole, con note di fragoline di bosco, rosa essicata, zenzero, lievito, crema pasticciera. In bocca è croccante, con una bollicina piacevole. Entra intenso, molto fresco, una sapidità dosata e complessivamente morbido. Il finale è lungo, l’abbinamento da tutto pasto, ma sicuramente eccelle con un bel fritto di gamberi e con i crostacei in generale. L’abbinamento è con Repetto, il fidato maresciallo che affianca Annibale Canessa nella lotta al terrorismo.

La cosa più interessante della visita in cantina è stato questo filare con le 6 terre di Franciacorta in cui si snodano i vigneti di Villa Crespia… con le bottiglie sopra! In effetti l’avevo già visto fare dall’associazione bergamasca dei produttori delle Sette Terre e era una cosa che avevo già apprezzato molto allora!

festival franciacorta villa crespia

La sera siamo ripassati dalla Macelleria Polastri di Torbiato di Adro, che come sempre ha cose meravigliose da proporti! In particolare questa volta c’erano due lardi da sogno: uno barricato al Franciacorta Satén… e l’altro stratificato… e una carne di manzo sempre marinata nel Franciacorta molto speziata e buona. E poi un formaggio che non ricordo cos’era ma era super… soprattutto con la confettura di fragole di mia nonna Lelia. Del salame Ret non ve ne parlo più o mi odiate sul serio… In abbinamento una novità di Villa Crespia che non avevo mai assaggiato: il Simbiotico. Beh, bocca cucita perchè ho la guida in uscita, ma ti anticipo che è super!

Cheers

Chiara

P.S. Come sempre per le foto ringrazio Universo Foto per la meravigliosa Sony RX100 M4 che adoro… e che sto piano piano imparando ad usare con grande soddisfazione personale <3 Vogliamo parlare della bellissima foto di copertina dei vigneti al tramonto di Villa Crespia? Te la riposto se non ci hai fatto caso!!

franciacorta universo foto

festival franciacorta in cantina

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P.P.S. E tu sei stato al Festival Franciacorta? Cosa hai bevuto di buono? Scrivimelo in un commento 😉

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