Come vendere il vino italiano in Cina è un tema che mi sta molto a cuore, soprattutto dopo il Vinitaly 2016 e le promesse di Jack Ma a Matteo Renzi… e l’ultimo sito web che ho realizzato a tema vino: TASTEvie.com che aiuta i produttori italiani a vendere il loro vino in Cina grazie ad una serie di partner affidabili in loco e un ricchissimo database di importatori asiatici.

La Cina è il più grande mercato enologico del mondo, e non a caso nella 50esima edizione del Vinitaly si è sottolineato l’importanza di conquistarla. Il premier Matteo Renzi ha incontrato il cinese Jack Mafondatore di Alibaba, in un dibattito sul futuro del vino e la sfida del digitale, moderato dal direttore di RepubblicaMario Calabresi. Le potenzialità sono enormi, perché la Cina già oggi può contare su una classe media di oltre 300 milioni di persone. La Francia, con il suo 55%, è arrivata prima rispetto all’Italia, che occupa solo il 6% di questo enorme mercato. L’obiettivo di TASTEvie è accorciare le distanze grazie agli accordi intrapresi con migliaia di distributori cinesi che non vedono l’ora di scoprire la tua azienda ed acquistare i tuoi vini sulla nostra enoteca online.

TASTEvie.com

Così quando Federico Sferrazza di Daxue Research, un’importante azienda cinese con basi a Pechino, Shanghai e Hong Kong che si occupa di ricerche di mercato avvalendosi di un team internazionale e tra i suoi clienti annovera anche Samsung, Carrefur, Inter Rhône, PayPal, Marc Jacobs, il Governo Svizzero, il Governo Messicano e l’Unione Europea (giusto per citare qualcuno) e di cui parlano il Financial Times, Le Monde ed altre testate giornalistiche di tutto il mondo, mi ha contattata di nuovo per propormi delle pubblicazioni inerenti la vendita del vino italiano in Cina mi sono mostrata subito entusiasta!

Il tema che ho voluto approfondire con loro sono le nuove tendenze di consumo del vino in Cina, al fine di capire come si può inserire in particolare il consumo di vino italiano all’interno di queste.

Ma partiamo con ordine, cosa sta succedendo attualmente in Cina?

Secondo una nuovissima ricerca del Vinexpo/IWSR il mercato del vino in Cina continua ad essere colpito da misure di austerità da parte del governo, dal rallentamento economico del Paese e dalla campagna anti corruzione. Uno studio pubblicato recentemente dalla stessa società ha rilevato che i soggetti con la capacità di bere vino in Cina hanno consumato quasi 132 milioni di casse da 9 litri di vino rosso nel 2015, 7 milioni in meno rispetto al 2014 e quasi 17 milioni in meno rispetto al 2013. Secondo Li Demei, professore associato di Wine Tasting and Enology al Collage dell’Agricoltura a Pechino, la rapida crescita del mercato del vino negli anni precedenti “non è stata pienamente supportata da esigenze di mercato reali, e non appena il governo centrale ha cambiato le sue politiche, molti distributori sono usciti dal mercato”. Questo risponde alla domanda che troppo spesso mi sono sentita fare da produttori di vino italiano che conosco: Come fidelizzare l’importatore cinese? Tutti mi hanno raccontato un’esperienza che sembrava quasi “da copione”: grossi ordini pagati con bonifico anticipato che lasciavano sperare in un futuro radioso, e poi mai più nessuna notizia.

Curioso che questo calo si sia verificato quando i dati doganali cinesi dei primi 9 mesi del 2015 hanno indicato che le importazioni di vino sono aumentate del 38,7% in volume, con quasi 300 milioni di litri per un valore complessivo di circa 1,4 miliardi di dollari americani. No?

I vini francesi e australiani hanno dominato il mercato di importazione, con un aumento delle importazioni di vino francese che ha superato il 36% in volume e il 34% in valore pari ad oltre 623 milioni di dollari americani. Tuttavia tali numeri rimangono inferiori a quelli del periodo di pre-austerità… e parliamoci chiaro: gli esperti non si aspettano una completa ripresa del mercato del vino in Cina nel 2016… quindi forse ti stai chiedendo… “cosa cianciano Renzi e Jack Ma?”

La situazione dell’austerità in cui naviga ora la Cina ha fatto sì che è ancora più difficile penetrare questo mercato… ed ecco perché ad esempio è nato TASTEvie, una startup italiana che fa da ponte tra le cantine italiane e i distributori cinesi occupandosi perfino di gestire le spedizioni e liberando le cantine vinicole di ogni preoccupazione!

E sai perché? Anche se una recente ricerca di mercato in Cina mostra che i prezzi e i valori di vendita al dettaglio continueranno a ridursi nei prossimi anni e che i vini domestici cinesi si stanno facendo strada ricoprendo circa l’80% dei vini consumati in Cina nel 2014, il Made in Italy è il marchio per eccellenza agli occhi dei cinesi e fa moda e status symbol sorseggiare una bollicina italiana al bancone del bar.

Il vino rosso, nonostante sia stato la prima scelta per lunghissimo tempo, si ritrova a perdere ben il 4,9% negli ultimi 5 anni a favore delle bollicine e dei vini passiti, preferiti di gran lunga dai consumatori di vino cinesi. In particolare Metodo Classico e Prosecco ricoprono un ruolo di primo piano nella tendenza di consumo di oggi del vino in Cina… quindi se hai una cantina vinicola e produci bollicine o vini dolci non ti resta che cavalcare l’onda su TASTEvie!

Gli esperti sostengono che a partire dal 2017 il mercato arriverà ad incrementare le vendite, con una previsione di crescita del 5% ogni anno fino al 2020 e che la categoria con il maggior potenziale sia il vino venduto ad un prezzo medio rispetto alle etichette di fascia alta che fino ad oggi hanno dominato il mercato. Infatti i consumatori cinesi, con una maggior consapevolezza del rapporto qualità prezzo, sapranno ricercare bottiglie migliori senza spendere le cifre folli dei vini australiani, ma soprattutto il consumo di vino passerà dall’essere più una moda che altro, al nascere da un reale apprezzamento di ciò che c’è nel bicchiere.

Con la crescita della classe media infatti, la Cina sta sviluppando sempre maggior interesse per il vino e molte aziende che in precedenza si concentravano sui vini di alto livello si stanno spostando verso vini di fascia media per far fronte alle nuove richieste di mercato.

Un’altra chicca: sai che i cinesi preferiscono bottiglie sfarzose e colorate? A mio avviso il futuro del vino italiano in Cina è in una nicchia che forse fino ad oggi è stata trascurata: quella dei rosè. Si sa, prima di comprare il contenuto si compra il pacchetto… e le bottiglie trasparenti o satinate che contengono questo vino dalle sfumature di rosa brillante sono sicuramente irresistibili per questo popolo così affascinato da certi scintillii. Del resto, lo sono anche per molti di noi italiani! 😉

Insomma, a patto di muoversi con cura, la Cina non è più un miraggio per il vino italiano che ha le giuste caratteristiche per penetrare un mercato fino ad oggi riservato alla Francia e all’Australia.

Sicuramente Alessandro, fondatore di TASTEvie ed io faremo tutto il possibile per realizzare il “Sogno Italiano” del Vino in Cina!

Grazie ancora a Federico Sferrazza di Daxue Research per avermi dato la possibilità di scrivere quest’articolo.

A presto,

Chiara

P.S. Se sei interessato alla vendita del vino italiano in Cina, ti consiglio di leggere questi approfondimenti:

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