Sono le 15 e sono nella sala degustazioni della Franciacorta al Palaexpo Lombardia del Vinitaly dove Jouska Biondelli sta per presentare le nuove annate alla stampa. Conosco già questa azienda franciacortina nata appena 7 anni fa, e anche per questo sono molto curiosa di sentire come si sono evoluti i prodotti nell’ultimo anno. L’evento anche quest’anno si chiama “Be Italian”, ovvero “Essere Italiano”, ed è organizzato dalla brava Claudia Bondi di Perle & Perlage per la cantina della Franciacorta Biondelli. Ospite anche l’enologo Cesare Ferrari, definito uno dei padri del Franciacorta, che accompagna Joska e Claudia nella degustazione, raccontandoci l’andamento del clima in Franciacorta nelle varie annate.

La proprietà della famiglia Biondelli si trova a Bornato, un antico borgo nel cuore della Franciacorta con uno splendido castello che ti consiglio di vedere se andrai a visitare la cantina. L’azienda agricola comprende diversi terreni e una cascina, acquistati alla fine della seconda guerra mondiale da Giuseppe Biondelli, futuro Ambasciatore d’Italia e allora Console Generale a Innsbruck in Austria. Oggi l’antica tenuta è una moderna azienda certificata biologica e dotata delle tecnologie enologiche più avanzate. L’azienda ha fatto 3 scelte che in Franciacorta considero tutto affatto che scontate: 100% Chardonnay, poco zucchero e solo acciaio. Il risultato? Sempre migliore di anno in anno, soprattutto se si considera che è una giovane cantina della Franciacorta nata appena nel 2010.

Per questa presentazione riservata alla stampa sono in degustazione il Franciacorta Brut D.O.C.G. 2014, il Franciacorta Satén D.O.C.G. 2013 e il Franciacorta D.O.C.G. Millesimato “Premiére Dame” 2011.

Franciacorta Brut 2014

Ottenuto esclusivamente da uve Chardonnay provenienti dai vigneti di proprietà e figlio di un’annata davvero difficile in Franciacorta. L’annata è stata estremamente fresca e con pochissimo sole. Si sono sviluppati così tantissimi funghi che hanno attaccato le piante. La maturazione dei grappoli è stata molto lenta, a tratti difficile. La scelta dei migliori grappoli per questo è stata fondamentale e la raccolta si è articolata in due momenti: in un primo momento si sono buttati a terra i grappoli non buoni, poi si è ripassato a prendere i migliori grappoli precedentemente selezionati. Le uve sono state pressate a meno di due ore dalla raccolta ed il mosto è composto dalla prima e dalla seconda spremitura. Nello stesso anno l’azienda ha smesso di usare uno zucchero raffinato come il Saccarosio in virtù dell’utilizzo dello zucchero dell’uva, più naturale.

Degustazione – Il prodotto è giovane, sboccato appena a novembre 2016 e, a mio avviso, ha bisogno ancora di qualche mese di bottiglia, nonostante l’utilizzo anche della seconda spremitura ne facilita la beva fin da subito. Il residuo zuccherino è così basso che potrebbe essere considerato un Brut Nature, ma per una scelta di mercato si considera questo vino come Brut. Il colore è bellissimo: giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Il perlage è fine, continuo e persistente. Al naso note di cedro e pesca bianca, con una punta di cannella. Dopo qualche minuto escono note di pepe bianco che si fondono nel finale iodato. Concordo con l’analisi dei profumi della bravissima Claudia Bondi, e aggiungo una nota di salvia e grafite sul finale. In bocca è freschissimo, sapido, con una bella bollicina croccante e un finale abbastanza lungo.

Franciacorta Satén 2013

Questa tipologia di Franciacorta è figlio di una scelta di mercato che fu necessaria negli anni ’90 per ottenere un prodotto più morbido capace di conquistare le tavole degli italiani, in un periodo in cui erano occupate solo dai vini fermi e le bollicine erano stappate quasi solo per festeggiare occasioni speciali. Il Franciacorta Satén, grazie ad un’atmosfera in meno e ad un maggior utilizzo di zucchero almeno nella media della produzione della Franciacorta, si è collocato come un prodotto di confine, in mezzo tra i vini fermi e i vini mossi. Il grado zuccherino più alto rispondeva al gusto femminile dell’epoca, che prediligeva i vini maggiormente dosati. Questo gusto è (fortunatamente) cambiato negli ultimi 10 anni, probabilmente con un diffondersi della cultura del vino, all’epoca considerata di prerogativa più maschile. In questo Franciacorta Satén, ottenuto da uve di Chardonnay 100% raccolte nei vigneti di proprietà, sono presenti solo mosti di prima spremitura.

Degustazione – Il colore è sempre molto bello, di un giallo dorato intenso e brillante. Il perlage è numeroso e finissimo. Questo vino ha un naso meraviglioso, concordo sulla camomilla essiccata di cui parla Claudia e sulle spezie, il cui pepe qui diventa un oro di Seirawaka. In bocca entra verticale e deciso, allargandosi dopo qualche secondo, La bollicina è un po’ meno croccante e il sapore oscilla tra la pesca gialla e la nocciola. Avendo un’atmosfera in meno, una minor concentrazione di zuccheri (2 grammi/litro) e almeno 24 mesi di affinamento sui lieviti (in Franciacorta la media dei Satén è 7/8 g/l di zucchero), è un vino di una morbidezza davvero piacevole che non rinuncia ad una bella freschezza.

Franciacorta Millesimato “Premiére Dame” 2011

Il 2011 per la Franciacorta è stata un’annata eccezionale: il risultato è un vino con grande acidità che garantisce una bella longevità. Ovviamente per avere la massima espressione dell’annata bisogna prediligere un vino non dosato come questo, e in effetti da sempre il Brut Nature è il più amato tra professionisti del vino ed appassionati intenditori. Chardonnay 100%, 60 mesi di affinamento sui lieviti: è l’evoluzione dell’evoluzione.

Degustazione – Eccezionale e ha fatto una crescita incredibile rispetto all’annata 2010. Di un bellissimo giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Brillante. Al naso incanta per la sua intensità e la sua complessità: miele, pasticceria, biscotto, liquirizia dolce, avocado, mela cotogna, vaniglia, cedro candito. In bocca è croccantissimo ed intenso, per poi ammorbidirsi dopo qualche secondo. Il sapore è balsamico e minerale, con un retrogusto di erbe medicinali e pesche mature. Sicuramente uno dei migliori vini che ho degustato in questo Vinitaly!

Dopo queste degustazioni voglio fare una considerazione personale: la Cantina Biondelli è cresciuta davvero tantissimo. La seguo da circa un paio d’anni, e i vini di due anni fa, per quanto li avevo già trovati molto molto interessanti, non erano nemmeno i fratelli minori di quelli di oggi. La crescita dei Franciacorta di Biondelli è stata straordinaria. I profumi si sono fatti via via più precisi e si sono arricchiti con nuove tonalità. La Premiére Dame 2010 mi era piaciuta molto, ma niente a che vedere con il pregio della nuova annata 2011 che trovo eccezionale.

Complimenti a Jouska Biondelli e a Cesare Ferrari per non essersi fermati ad un buon livello e per aver rincorso l’eccellenza conseguendo un risultato oltre ogni aspettativa. E complimenti a Claudia Bondi di Perle & Perlage per la sua eleganza e per il suo lavoro sempre preciso e puntuale.

Ti consiglio di andare ad assaggiare il Satén 2013 e la Premiere Dame 2011 da Biondelli al PalaExpo, stand B17.

Se invece vuoi leggere qualche altro articolo che ho scritto su questa cantina, eccoti i link:

A tra poco 🙂

Chiara

P.S. Un ringraziamento speciale al mio sponsor tecnico Universo Foto per la Sony RX100M4 con cui sono state scattate tutte le foto presenti in questo articolo!

franciacorta universo foto

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