Venerdì 7 novembre inizia la 12esima edizione di “Giovinbacco, Sangiovese in Festa“, la manifestazione enogastronomica organizzata da Slow Food e Tuttifrutti con la compartecipazione del Comune di Ravenna. Come ogni anno si terrà al Pala De André e richiamerà migliaia di visitatori anche dalle province limitrofe. Anche quest’anno al Giovinbacco sarà premiato il Miglior Romagna Sangiovese Riserva 2011 e la Migliore Albana DOCG 2013 (sia perdonato il sito ufficiale della manifestazione giovinbacco.it se, per refuso, in home page ha attribuito all’albana la DOC invece della DOCG)… ma dei premi del Giovinbacco parlerò dopo…

Ho deciso di scrivere questo articolo dopo aver letto che l’ospite d’onore di quest’anno è l’Isola del Giglio… scelta fatta anche per l’impresa della Micoperi di Ravenna che ha recuperato la Costa Concordia. All’Isola del Giglio sono stata qualche anno fa… e i miei genitori la frequentano assiduamente ogni anno da quando io ero al Liceo… grazie a questo ho potuto bere e mangiare i prodotti dell’Isola del Giglio in tutti questi anni! Ma di questo parlerò prossimamente…

Costa concordia giovinbacco ravenna sangiovese

So di essere un po’ fuori tema, ma ecco due foto del recupero della Costa Concordia scattate proprio da mio padre…

Giovinbacco sangiovese recupero costa concordia

Carino il Premio piadina d’Oro 2014 organizzato da CNA e Confartigianato… sono proprio curiosa di vedere chi vincerà!

Ma veniamo al mio articolo… sinceramente il Giovinbacco mi piace… solo non sono d’accordo con i Premi. Personalmente ritengo assolutamente inappropriato istituire, ad esempio, il premio “Miglior Romagna Sangiovese Riserva 2011” ed ora vi spiego anche perché. Bella l’idea del premio, bella l’idea della giuria popolare di 100 persone abbinata ad una giuria qualificata di livello nazionale presediuta da Fabio Giovedoni, curatore della guida Slow Wine di Emilia Romagna e Marche, Mariella Caputo, sommelier e docente AIS (Associazione Italiana Sommelier) del Ristorante La Taverna del Capitano di Massa Lubrense (Na) e Giuseppe Meglioli, enologo e consigliere nazionale ONAV ( Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino).

Per spiegarvi il perché della mia posizione parto da raccontarvi i Sangiovese Riserva 2011 in competizione:

  • Ballardini Riccardo – “Torricello”
  • Bissoni – “Bissoni Sangiovese Riserva”
  • Bulzaga – “Stramonio”
  • Calonga – “Michelangiolo”
  • Cantina Casadio – “Pagliaccina”
  • Cantina Forlì Predappio – ““Artabano”
  • Cantine Spalletti Colonna di Paliano – “Villa Rasponi”
  • Caviro – “TerraGens”
  • Collina dei Poeti – “Spinalbeto
  • Fattoria Paradiso – “Vigna delle Lepri”
  • La Berta – “Olmatello”
  • Le Rocche Malatestiane – “Il Mastino”
  • LU.VA. – “Cucco Nero”
  • Merlotta – “Fondatori PG”
  • Poderi dal Nespoli – “Il Nespoli”
  • Poderi Morini – “Nonno Rico
  • Rocca Le Caminate – “Vitignano”
  • Tenimenti San Martino in Monte – “Vigna 1922”
  • Tenuta Carbognano – “Amen
  • Tenuta de’ Stefenelli – “Armonia”
  • Tenuta Fulcera – “Nero”
  • Tenuta Masselina – “Sangiovese Superiore Riserva”
  • Tenuta Santa Lucia – “Sassignolo 
  • Terre della Pieve – “Nobis”
  • Tre Monti – “Petrignone”
  • Tre Monti – “Thea”
  • Trerè – “Amarcord d’un ross”
  • Villa Bagnolo – “Bagnolo
  • Villa Papiano – “I Probi di Papiano”
  • Zanetti Protonotari Campi –“Villa I Raggi”

Ora, non sto a questionare sul fatto che nessuno della mia personale trinità di Sangiovese di Romagna D.O.C. Superiore Riserva sia presente tra i nomi citati perché tanto so che il criterio con cui questi appaiono non intacca i parametri di qualità delle mie scelte.

Quello che proprio non capisco è perché nel 2014 si debbano premiare i Migliori Romagna Sangiovese Riserva 2011. Innanzi tutto diamogli la denominazione corretta: Sangiovese di Romagna D.O.C. Superiore Riserva 2011. “Romagna Sangiovese” è una definizione che diciamo… lasciamo ai tedeschi! Comunque il senso di quello che voglio dire è questo: dato che il voto è la somma della giuria popolare e di quella esperta, la giuria “popolare” difficilmente saprà interpretare le potenzialità di un vino tra un paio d’anni, a valutarne lo stato evolutivo etc etc e pertanto il voto degli esperti sarà letteralmente “contaminato”. Ora io capisco che l’iniziativa di creare anche una giuria “popolare” di 100 assaggiatori sia una bellissima trovata di marketing per coinvolgere il pubblico, ma lo trovo controproducente da un punto di vista di valorizzazione del patrimonio enologico locale. Da dove deriva questa considerazione? Un eccezionale Sangiovese di Romagna D.O.C. Superiore Riserva attualmente in commercio può essere di annata (se siamo fortunati) 2008…2009… ad esagerare 2010… ma non 2011! Troppo giovane per essere definito tale! Quindi come si può chiedere ad una giuria “popolare” di premiare oggi vini che saranno pronti domani? Per un sommelier questa si può definire prassi… ma davvero… un sommelier professionista  studia e beve tanto e fa corsi appositi per questo! Non si può chiedere né pretendere questo dalla giuria “popolare”. Oppure mi volete forse dire che i Sangiovese di Romagna D.O.C. Superiore Riserva in gara sono Pronti dopo appena 3 anni?

Aggiungo che tra i vini in gara ci sono diverse eccellenze… ma non tutti sono eccellenze… ed inoltre è un campione di 30 vini tra tutti i Sangiovese di Romagna D.O.C. Superiore Riserva… come si fa a definire il premio Miglior Romagna Sangiovese? Credo che per una definizione così forte bisognerebbe che tutti i vini di questa denominazione prodotti in Romagna partecipassero alla gara… anche perché così poi si finisce per penalizzare i produttori che non sono presenti… che magari il “popolo” dei non addetti ai lavori non conosce… e che poi magari finisce per crederci che esistono solo questi e che tra questi c’è davvero il migliore (attenzione non lo sto escludendo a priori… sto solo dicendo che in una competizione dove si deve scegliere un “migliore” ci devono essere tutti i partecipanti e non solo un piccolo campione di questi).

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.Ti lascio con una piccola curiosità… sai da dove sembra derivare il termine sangiovese? La leggenda più “accreditata” narra che deve il suo nome ai padri cappuccini di Santarcangelo di Romagna che, ispirandosi al colle (Giove) su cui sorge il convento, ed al colore rubino intenso del vino, decisero di chiamarlo il Sangue di Giove, da cui poi è derivata la denominazione sangiovese.

Cheers 🍷

Chiara

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