Per una wine blogger organizzare un matrimonio a tema vino è un sogno. Si dice che le spose si emozionino quando indossano l’abito giusto… beh io mi sono emozionata quando ho scelto i vini giusti, anzi quando loro hanno scelto me! Sono partita con i preparativi con 3 solide certezze: lo sposo sarebbe stato Francesco, la cerimonia sarebbe stata civile e la location sarebbe stata Castello Oldofredi a Monte Isola. Il resto sarebbe venuto da sé… e in effetti così è stato, tanto che in meno di 1 mese ho preparato tutto!
Ah, va beh, avevo un’altra solida certezza: che il mio abito da sposa sarebbe stato corto! L’idea di andare in bagno in 3 con 2 che mi devono tenere su il vestito mi faceva venire la pelle d’oca. Peggio c’era solo la sporcizia dello strascico con una cerimonia in giardino, soprattutto se aveva piovuto fino a poco prima!😅
Simona Agnesi è stata la mia bravissima event planner che mi ha coordinato con tutto lo staff di Castello Oldofredi e sono riusciti a soddisfare ogni mia esigenza. La prima era la possibilità di portare i vini e non utilizzare quelli della loro cantina. La seconda era creare un menù su misura per questi vini che avesse come focus i pesci del nostro amato Lago d’Iseo. Esistono molti pregiudizi sul pesce di lago, dal sapore terroso alla consistenza stopposa. Vivendo qui mi sono abituata a mangiarlo molto spesso e non ha nulla da invidiare al pesce di mare… beh a parte i gamberi e le ostriche! 😅
Matrimonio a tema vino: il nostro menù
Qui a fianco puoi vedere il menù che ho fatto trovare sul sottopiatto di vetro blu ad ogni ospite. L’unica cosa che c’è di “stonato” è stata la prima tranche di aperitivo, con la focaccia col salame e le verdure fritte in show cooking, ma avendo due ospiti che non mangiavano il pesce l’ho fatto apposta per loro, poi hanno continuato a cena con il menu vegetariano.
Pur non essendo un menù di centordicimila portate – che non sopporto – devo dire che sono arrivata all’anguilla che non mi stava nemmeno uno spillo. Per la gioia del nostro volpino di pomerania Paco che se ne è mangiata almeno mezza. La bellissima torta nuziale l’ho appena assaggiata e non sono riuscita ad avvicinarmi al buffet di dolci monoporzione, ma mio cugino Marco che ne ha mangiati diversi mi ha detto che erano buonissimi!
In compenso il posto per il vino l’ho trovato dall’inizio alla fine! 😂😂😂
Matrimonio a tema vino: aperitivo in giardino
Primo tempo: Focaccia con salame di Monte Isola, sardina con polenta e selezione di fritti in show cooking
Albis 2017 sboccatura 2020 di Cobue
Il primo vino a cui ho detto sì è stato uno spumante freschissimo e molto beverino, perfetto per sgrassare i fritti in show cooking e valorizzare la sardina essiccata di Monte Isola con polenta e il salame di Monte Isola. Si tratta di Albis Dosaggio Zero della cantina Cobue un metodo classico millesimato ottenuto da uve groppello, un vitigno a bacca rossa autoctono del Lago di Garda. Dopo aver trascorso almeno 24 mesi sui lieviti viene affinato in bottiglia per altri 6 mesi e messo in commercio.
Si presenta di un bel giallo paglierino brillante con un perlage fine e molto numeroso che forma una spuma evanescente. Il naso è complesso con note di fiori bianchi che si arricchiscono di pepe rosa e fragoline di bosco per poi sfumare in un piacevole sentore di nocciola. In bocca è croccante, freschissimo, verticale e piacevolmente sapido.
Albis di Cobue è dotato di una buona struttura e una bevibilità splendida che lo rendono perfetto per accompagnare una cena di crostacei o di carni bianche dall’antipasto al secondo.
Secondo tempo: Gambero rosso di Mazara del Vallo, ostriche Belon e tonno tataki
Gewürztraminer Alsace Grand Cru Kirchber de Bar Clos Gaensbroennel 2014 di Willm
Matrimonio a tema vino: cena in terrazza lounge
Crudité di lago agli agrumi: salmerino, coregone, trota
Riesling Pfaffenberg Reserve 2017 di Salomon
Si presenta di un bel giallo paglierino brillante. Al naso è elegantissimo con note di pompelmo rosa, albicocca e idrocarburo. In bocca è coerente, fresco, molto sapido e con una buona struttura. Dotato di grande persistenza, è perfetto bevuto oggi ma sono certa che sarebbe emozionante tra una decina d’anni. Si abbina magnificamente ai crudi di pesce di lago marinati agli agrumi che esaltano i suoi sentori agrumati da un lato e dall’altro bilanciano con la loro tendenza dolce la sua spregiudicata sapidità.
Risotto al coregone con confettura di limoni e bigoli con sardina di Monte Isola, uvetta e pinoli
.G Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore 2010 sboccatura 2012 di Le vigne di Alice
Signori, io Cinzia la amo. Hai presente una donna perfetta? Stilosa, intelligente, di sani valori, grande gusto e con un talento imprenditoriale fuori dal comune? Eccola. 😍 Cinzia ha un solo difetto: se scopri i suoi vini poi ti tocca bere solo o i suoi o quelli di suo marito e mandare a pedalare tutto il resto del prosecco che c’è in circolazione. O quasi mi dicono, peccato che io l’altro quasi non l’ho ancora assaggiato. Correva l’anno 2016 e io credevo che la zona del Prosecco – superiore, inferiore o laterale che fosse – sfornasse solo bolle da fare i gargarismi prima di dormire. Poi per caso al Vinitaly 2016 mi imbatto in uno stand bellissimo, mi innamoro del metodo integrale P.S. e per la prima volta assaggio questo .G 2010. Muoio, risorgo e sfanculo una tonnellata di pregiudizi sulla glera serenamente inculcatami dalla speculazione di massa. Ecco per questo il .G 2010 sboccatura 2012 è stato quel sì che ho urlato in preda a un folle orgasmo enologico. In altre parole Cinzia ha trovato il mio .G prima di mio marito.
Ho degustato migliaia di bollicine nella mia vita, tra cui anche una fila di Champagne da centinaia se non migliaia di euro che devo dire mi hanno emozionata particolarmente. Ma questo Prosecco Superiore resta la mia bolla preferita del mondo, il mio podio assoluto. Sono felice che l’altro vino che è piaciuto di più ai miei ospiti insieme all’Alsace Willm sia stato proprio questo.
Si presenta giallo oro intenso e brillante con un perlage finissimo, numeroso e persistente. Il naso è incredibile a dire poco. Elegante, ampio e ricco di meravigliose note evolute. Si riconoscono frutta secca, pasticceria, zafferano, mou, noci, amaretto, liquirizia dolce e miele di menta. In bocca è cremoso, coerente, equilibrato e lunghissimo.
Mi dispiace che è finito e ringrazio infinitamente Cinzia di avermi donato le ultime 6 bottiglie come regalo di matrimonio. Nel dubbio l’ultima bottiglia l’ho portata con me in viaggio di nozze a Matera e l’ho bevuta con mio marito nella jacuzzi della nostra suite abbinata a una squisita tartare di ricciola. Ti consiglio però di provare anche le annate successive del .G e prediligi le vecchie sboccature: vedrai, mai nome fu più azzeccato!
Anguilla marinata alle erbe cotta alla brace su fricassée di patate
Talento Rosé 2007 sboccatura 2016 Bellenda
Hai presente quando ti ho scritto poco fa che se scopri Cinzia poi ti tocca bere solo il suo prosecco o quello del marito? Ecco, appunto, Bellenda è la cantina di suo marito, il caro e geniale Umberto Cosmo. Vi ho parlato del suo Metodo Rurale e del suo Radicale fino allo sfinimento, ma il vino a cui ho detto sì per le nostre wine wedding è una scoperta recente che mi ha fatto fare, un rosé da uve pinot nero capace di far innamorare anche il sommelier più snob.
Ottenuto da uve pinot nero in purezza della vigna del Moro, ha trascorso sui lieviti ben 9 anni ed è stato sboccato 4 anni fa. Pura perfezione a un prezzo scandaloso.
Matrimonio a tema vino: brindisi in arena
Torta nuziale
Champagne Brut Réserve à Reims S.A. sboccatura 2019 di Palmer & Co
Questa bottiglia Jeroboam di Champagne – che ho utilizzato anche come libro delle dediche facendo scrivere ai miei ospiti un piccolo pensiero con il pennarello gesso – ha vissuto una spericolata esperienza in mezzo al lago. In pratica quel cretino del corriere invece di consegnarla ai barcaioli l’ha letteralmente abbandonata su un pallet vicino alla chiatta. Quel pomeriggio c’è stata una tempesta allucinante e la scatola è caduta in mezzo al lago e per fortuna galleggiava. Merito della bottiglia enorme? Della scatola di legno? Dell’imballaggio curatissimo? Dello stellone? Comunque quei tesori dei ragazzi della chiatta sono riusciti a pescarla il giorno dopo, l’hanno traghettata sull’isola e mi hanno avvertita… e così sono andata a prenderla. Era fradicia, ma intatta! E forse dopo essere stata cullata dal lago ancora più buona!
Lo so, lo so… non è certo il vino perfetto per la torta nuziale se vogliamo ragionare di abbinamenti. Tuttavia ero perfettamente consapevole che eravamo pienissimi e non ci sarebbe stato altro, così fare un ultimo brindisi con i miei ospiti a base di Champagne mi è sembrato d’obbligo! Se ti ricordi ero stata alla favolosa Modena Champagne Experience 2019 (Trovi qui i miei assaggi preferiti) e avevo assaggiato delle robe da urlo… e tra le varie aziende c’era una cantina che non conoscevo presentata da un professionista con gli occhiali da vista più stilosi che avessi mai visto, Alessandro De Salvia, chiamata Palmer & Co.
Si presenta di un bellissimo giallo paglierino intenso e brillante con un perlage fine, numeroso e molto persistente. Al naso è ampio ed elegante con note di miele di tiglio, nocciole e fiori di gelsomino che sfumano in un delizioso sentore di biscotti al burro. In bocca è coerente, elegantissimo, fresco e persistente. Ha una piacevolezza di beva tale che anche una Jeroboam è stata appena sufficiente per i nostri calici goduriosi.
Grazie di cuore a tutti per aver reso speciale il nostro matrimonio!💝
Cheers 🥂
Chiara