Sono stata un po’ incerta su che argomento scrivere oggi… anche perché ogni giorno mi scrivete numerosissimi con tante domande e curiosità sul mondo del vino. Come sempre non posso rispondere a tutti (però faccio il possibile), ma parto subito con un primo consiglio per superare l’esame AIS! Non dimenticarti di studiare anche quelle cose che ti sembrano secondarie: all’esame possono chiederti qualunque cosa sia nel programma! Così oggi ho deciso di coniugare la Festa del Papà parlandoti di vini del mondo… e dato che mio papà è nato in quel di Buenos Aires ti svelerò quali sono i vini argentini migliori!

Fin da bambina ho ascoltato incantata i racconti dei miei nonni quando vivevano in Argentina… lo stile di vita così diverso eppure così vicino al nostro,  le persone, gli enormi viali di Buenos Aires, le distese sconfinate, il culto della carne che ancora mi sembra di assaporare. Del resto l’Argentina è famosa in tutto il mondo per la sua carne, cotta allo spiedo come mi raccontava mia nonna, quando più famiglie si mettevano intorno al fuoco nei giorni di festa. Carni succulente di bestiame allevato nelle Pampas… ma… e il vino? I vini argentini non godono della stessa notorietà della carne, eppure ci sono rossi dotati di grande struttura capaci di abbinarsi alla perfezione.

Vini argentini: la storia

La vite in Argentina non ha una storia millenaria, ma è arrivata solo dopo la scoperta dell’America nel 1492. Per l’esattezza si fa risalire il primo impianto al 1554 quando Juan Cidrón, missionario spagnolo, importa dal Cile la vitis vinifera e la pianta a Santiago del Estero. Si narra che con lui era presente anche Juan Jufré, secondo fondatore della città di Mendoza, i cui insegnamenti posero le basi della viticoltura delle province di Mendoza e San Juan. Intorno al 1700 comincia la vendita dei terreni agricoli vocati a vigneto. I terreni sono valutati in base al numero dei vigneti ed alla loro vicinanza alla piazza principale di Mendoza.

vini argentini

Subito dopo, nel 1800, incomincia la produzione commerciale e la vendita di vino grazie agli emigranti europei italiani. Non a caso i vitigni coltivati in Argentina provengono per lo più dall’Italia! Inoltre con il boom dell’immigrazione, facilitata anche da una politica che regalava terre o le vendeva a rate e a prezzi esigui per popolare un grande continente pressoché disabitato, portò anche ad un aumento della domanda! Tra il 1880 e il 1910 circa 1.500.000 emigranti italiani arrivarono in una Argentina che, all’epoca, contava un numero inferiore di abitanti su tutto il continente: si parla di appena 1.100.000 abitanti! Gli emigranti erano soprattutto genovesi e piemontesi (il nebbiolo in Argentina è coltivato tutt’oggi) tanto che nel 1882 issarono la bandiera di Genova e fondarono la Repubblica Genovese indipendente di Buenos Aires… rivolta che fu poi intelligentemente soppressa senza l’uso di armi.

“Gli argentini sono italiani che parlano spagnolo e si credono inglesi. Octavio Paz”

Tuttavia fu molto importante anche il contributo francese: Aimé Pouget fu uno dei pionieri della viticoltura argentina e sul finire del 1800 realizzò un vigneto sperimentale a Mendoza e indrodusse vitigni come lo chenin blanc, lo chardonnay e il malbec. Altro prezioso contributo arrivò da Tiburcio Benegas Ortiz Posse, un politico-imprenditore-impresario e precursore dell’industria vitivinicola argentina che fondò una cantina modello chiamata El Tapiche dopo aver costruito un vigneto di 250 HA a Mendoza. All’epoca nessuno in Argentina investiva nell’attività vitivinicola e la sua figura fu davvero fondamentale per la crescita!

vini argentini

Determinante la costruzione di due infrastrutture: nel 1884 fu costruito un sistema di canali che consentì di sviluppare un’irrigazione davvero necessaria, mentre nel 1885 venne costruita la linea ferroviaria Mendoza – Buenos Aires. Queste due opere, insieme all’aumento della domanda di vino a causa dei numerosi emigranti italiani abituati a berlo, portarono la vitivinicoltura da 4.800 HA vitati nel 1887 a 32.000 HA vitati nel 1910. Nel giro di 60 anni, col proseguire del fenomeno di emigrazione, il vigneto argentino arrivò a superare i 350.000 ettari. Purtroppo la dittatura militare che tenne il potere tra il 1976 e il 1983, nel cosiddetto periodo della Guerra Sporca, provocò un crollo della viticoltura argentina. Come spesso accade, non tutto il male viene per nuocere: quando il governo militare cadde si riorganizzò il vigneto e si privilegiarono le aree maggiormente vocate per cominciare una produzione rivolta alla qualità.

vini argentini

A seguito di questo sui vini argentini misero gli occhi investitori stranieri, per lo più francesi, che videro del potenziale grazie alla qualità, alla quantità e ai costi contenuti, per la produzione di vini destinati al mercato internazionale caratterizzati da uno straordinario rapporto qualità/prezzo. In seguito arrivarono acquirenti da quasi ogni parte del mondo. Moet&Chandon ad esempio ha creato una vera e propria filiale argentina, dalla quale produce il celebre Cheval des Andes, un taglio di malbec, cabernet sauvignon e petit verdot caratterizzato da un profumo speziato e minerale, di frutta matura, che scende in bocca dotato di grande eleganza e struttura. Cheval des Andes nasce dall’incontro di  Château Cheval Blanc Premier Grand Cru Classé A di Saint-Emilion e Terrazas de los Andes a Luján de Cuyo, nel nord della regione di Mendoza. Il risultato è un interessantissimo vino rosso da inserire nella wishlist di ogni winelovers!

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Vini argentini: geografia

Con i suoi 2,78 milioni di km² e i suoi 3.700 km di lunghezza da Nord a Sud, l’Argentina ha climi davvero molto diversi. Ad Ovest poi ci sono le Ande e a Nord Ovest c’è l’Aconcagua, la montagna più alta dopo il sistema dell’Himalaya e raggiunge quasi i 7.000 metri. In pratica è la vetta più alta di tutto l’emisfero meridionale e di tutto quello occidentale! Ci sono poi diversi fiumi, il principale è Río Paraná, il più lungo fiume delle Americhe dopo il Rio delle Amazzoni, che sfiora i 5.000 km. In Argentina sono presenti anche diverse fonti termali e dei grandi laghi. L’aspetto forse più interessante è che l’Argentina ha 4.665 km di costa con due correnti che si alternano e influenzano in modo davvero importante il clima: la Corrente del Brasile è calda, mentre la Corrente Antartica delle Falkland è fredda. Inoltre nell’estremo sud dell’Argentina abbiamo la Terra del Fuoco che, a dispetto del nome, è il punto più vicino al Polo Sud. Sempre lì abbiamo il Canale di Drake, che è un posto che sogno prima o poi di vedere: qui si fondono Oceano Atlantico e Oceano Pacifico, in un modo in cui la natura dà davvero spettacolo della sua potenza: è infatti uno dei punti più burrascosi del pianeta!

vini argentini zone vitivinicole
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Vini argentini: clima

Il clima va da subtropicale a Nord fino a subpolare a Sud. L’Argentina del Nord è caratterizzata da estati molto calde e umide, inverni miti e secchi e da regolari periodi di siccità. L’Argentina Centrale è caratterizzata da estati calde e temporalesche che causano le più pericolose e abbondanti grandinate del pianeta e inverni freschi. L’Argentina del Sud è caratterizzata da estati fresche e inverni molto freddi e nevosi. Altro fattore determinante per la viticoltura sono i 3 venti principali: il freddo Pampero, il caldo Vento del Norte, e la terribile e calda Zonda dell’Argentina Centrale che soffia creando raffiche di vento fino a 120 km/h. In ultimo l’estremo sud dell’Argentina sperimenta fino a 19 ore di luce al giorno da novembre a febbraio, mentre da maggio ad agosto ci sono lunghe notti.

Una curiosità? Sia la temperatura massima sia la temperatura minima di tutto il Sud America sono state rilevate in Argentina! La massima 49 °C in Provincia di Salta l’11 dicembre 1905. La minima – 33°C in provincia di Chubut il 1° giugno 1907. Questo è assolutamente significativo per capire quanto sono diverse le varie zone dell’Argentina!

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Vini argentini: terreni

I terreni delle zone coltivate a vigneto sono soprattutto di origine alluvionale, morenica e vulcanica. Sono terreni argillo-limosi abbastanza fertili in cui le viti crescono e fruttificano con grande vigoria. In alcune zone si possono trovare terreni sciolti e sabbiosi o ciottolosi, molto drenanti e poco fertili, ma per questo adatti a produrre vini più strutturati e di qualità migliore. I terreni sono coltivati fino a 1.700 metri sul livello del mare.

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Geografia, clima e terreni come influenzano i vini argentini?

vini argentini

Da quanto ho scritto sembra evidente che l’unica zona davvero adatta alla vitivinicoltura sia l’Argentina del Nord! Al centro le terribili grandinate e le raffiche di vento, al Sud le temperature glaciali e la neve! Il vigneto Argentino parte da Nord e si snoda per 1.700 km verso Sud occupando appunto tutta l’Argentina del Nord. Qui l’irrigazione è indispensabile a causa del clima caldo-secco e delle piogge scarse. Dighe, canali e pozzi sfruttano i fiumi e compensano la carenza idrica naturale.

 

In breve…

.CLIMA = caldo e secco nelle pianure, fresco e con grandi escursioni termiche oltre i 500 metri s.l.m.

TERRENO = alluvionale, sabbioso o ciottoloso

VITIGNI CHIAVE = a bacca bianca: pedro jiménez (vini profumati, fruttati, freschi e speziati per il mercato interno), torrontés (vini profumati, fruttati, freschi e speziati per il mercato interno), chardonnay (è utilizzato soprattutto per vini destinati al mercato anglosassone. I vini ottenuti hanno infatti un taglio internazionale: lo chardonnay fa spesso un passaggio in barrique per ottenere vini di struttura e con calde note speziate. Tuttavia nella zona della Valle del Padernal, a 1.340 metri di altitudine, si producono chardonnay molto freschi e con profumi interessantissimi grazie alle escursioni termiche!), moscato di Alessandria (è utilizzato per produrre bianchi aromatici di elevata qualità soprattutto nella zona di Salta), chenin blanc (insieme al trebbiano e al sémillon è utilizzato soprattutto come vino da taglio per la produzione di basi spumante nella splendida Patagonia), trebbiano, rieslinga bacca rosa: moscato rosa (vinificato in bianco) – a bacca nera: cereza (il vitigno più coltivato – si ottengono vini rosati di medio-bassa qualità usati nel mercato interno come vino da tavola), criolla (il vitigno più coltivato – si ottengono vini rosati di medio-bassa qualità usati nel mercato interno come vino da tavola), malbec (vitigno principe nella produzione dei migliori vini argentini. Si ottengono vini di colore rosso rubino profondo, con profumi di frutta matura e spezie, morbidi e strutturati), bonarda (tradizionalmente era il vitigno dominante, oggi è in leggero calo. I vini prodotti sono comunque interessanti per i loro profumi e i tannini ben amalgamati), nebbiolo, syrah (recentemente è diventato uno dei vitigni a bacca rossa più coltivati e si ottengono vini alcolici, strutturati e speziati), sangiovese, cabernet sauvignon (vini destinati al mercato internazionale e caratterizzati da profumi speziati ed erbacei, acidi e di grande temperamento), tempranillo (si ottengono vini giovani, fruttati e freschi per lo più destinati al mercato interno), merlot (usato soprattutto come vino da taglio per vini destinati al mercato internazionale).

VITICOLTURA = irrigazione obbligatoria in pianura, viti allevate tradizionalmente a controspalliera alta e tendone, oggi sono molto usati anche il cordone speronato e il guyot. Per abbattere i costi la raccolta è fatta per lo più con mezzi meccanici.

ZONE CHIAVE = Mendoza (dove si produce soprattutto il Mendoza Malbec, nella zona est ottimi i vini bianchi di torrontés, trebbiano, chardonnay e riesling) – 70% della produzione di vini argentini), San Juan (ottimi vini in stile sherry ottenuti da torrontés riojano dotati di grande alcolicità e bassa acidità – 18% della produzione di vini argentini), Rioja (uve bianche che a causa del clima diventano zuccherine e profumate ma con bassa acidità destinate per lo più all’appassimento e a produzioni “senza pretese” – 3,5% della produzione di vini argentini), Patagonia – Rio Negro (vini fruttati e profumati ottenuti con pinot nero, sauvignon blanc, chardonnay, chenin blanc e sémillon che costituiscono per lo più basi spumante – 2% della produzione di vini argentini), Salta 1.700 m s.l.m. vicino ai tropici (dove si produce il Cafayate Torrontés, vino bianco freschissimo), Maipu (si producono Cabernet Sauvignon, Malbec e Chardonnay), Valle del Padernal 1.340 m s.l.m. (vini di alto livello grazie alle escursioni termiche che raggiungono i 20 °C di differenza tra giorno e notte – soprattutto bianchi internazionali)

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Vini argentini: un abbinamento vino cibo davvero imperdibile

Quando penso alla cucina argentina subito penso all’Asado, ovvero a grossi tagli di manzo (diciamo pure bestie intere!! infatti nonna mi raccontava che lo mangiavano tutti insieme coi vicini) lasciati cuocere lentamente sulle braci per molte, moltissime ore. Da sottolineare che il vero Asado si fa come in questa foto, con la carne attaccata a un palo conficcato nel terreno con le braci intorno e non alla griglia come propongono alcuni “ristoranti argentini” in Italia. Perfetto l’abbinamento con il Mendoza Malbec, vino rosso caratterizzato da note di frutta matura che sfumano in note vegetali e speziate, morbido ma dotato di grande struttura e con una grande intensità.

vini argentini asado

L’Asado nasce come “cibo obbligato” dei gauchos argentini che trovavano in questa deliziosa carne l’unico alimento di cui cibarsi. I gauchos sono la versione sud americana dei cow boy nord americani. In pratica erano abilissimi uomini a cavallo che guidavano le mandrie di bestiame selvatiche e le commerciavano con i centri cittadini. Inutile dire che le carni di queste bestie, grazie alla natura e al pascolo libero, erano di una bontà unica.

Mi sembra doveroso chiudere questo articolo con una foto del mio caro nonno Wagner proprio in versione gaucho. 😍

giornata della memoria vini argentini

Non vedo l’ora di partire per scoprire le bellezze dell’Argentina e per visitare le cantine locali!! 😍

Cheers 🍷

Chiara

P.S. A me un tour dei vini argentini ancora manca, quindi per alcune foto presenti in questo articolo dei vigneti di Mendoza ho preso quelle di questo blog dedicato che ti consiglio assolutamente di leggere e che ringrazio! Say Hueque – Tralvel tales of Argentina

P.P.S. Altra cosa doverosa è chiudere con una poesia che ho scritto nel 2011 pensando a mia nonna… versi fatti di ricordi e di racconti di un grande amore.

Verano Porteño

Con rara eleganza ti pettinavi piano

i capelli di Circe scompigliati dal Pampero

lo specchio rifletteva immutato il volto di lui

mentre a nord est posavi ricordi di burro

preparando il tuo corpo per l’ultimo tango.

Non una tempesta avrebbe rapito i tuoi sogni

non una partenza avrebbe cambiato i tuoi modi

Sorridevi.

L’Argentina non dimentica

chi ha tenuto in grembo i suoi figli.

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