Sabato 25 e domenica 26 febbraio, nel pomeriggio, sarò allo stand dei vini Mortilla a GolosItalia, presso la fiera di Montichiari (BS). Se sei un goloso #winelover non puoi perderti questo appuntamento: oltre 640 espositori divisi in aree tematiche – food, wine, beer, bio-vegan-gluten free, professional technology & restaurant – rappresenteranno le eccellenze enogastronomiche italiane. E, naturalmente, mi farebbe molto piacere se passassi a salutarmi per un brindisi con il loro Cerasuolo di Vittoria DOCG!
Ho deciso di parlarti di questo vino perché nel panorama dei vini Mortilla è quello che mi è piaciuto di più. Come sai io amo sperimentare ed osare negli abbinamenti – ed è proprio così che ho vinto i Millesima Blog Awards 2017 – e per questo ho studiato anche un piatto capace di esaltare le caratteristiche organolettiche di questo vino rosso che ho preparato oggi a pranzo. Premesso che la qualità dei vini Mortilla è più che interessante, il Cerasuolo di Vittoria DOCG Nakrì è sicuramente il più “completo”, e da qui la mia scelta.
Il Cerasuolo di Vittoria DOCG Classico di vini Mortilla è un vino ottenuto da uve di Nero d’Avola ( 60% ) e Frappato ( 40% ). Si presenta di un bel rosso granato intenso, e dagli archetti ravvicinati che scivolano lentamente sulle pareti del bicchiere si intuisce subito la sua bella consistenza. Al naso è abbastanza intenso, complesso e fine, con profumi che spaziano dalla composta di frutti di bosco alla vaniglia, con una leggera
nota di liquirizia e un accento minerale e balsamico. In bocca entra deciso, esattamente come te lo aspetti dall’esame gusto olfattivo. Molto morbido, caldo e giustamente tannico, conserva buona freschezza che fanno intuire un buon potenziale di evoluzione… a patto di conservarlo correttamente! Un vino armonico adatto a tutto pasto, che sicuramente dà il meglio di sé con formaggi sapidi a pasta semidura o dura e selvaggina. Di questo vino mi è piaciuto tutto, tranne l’etichetta! Diversa dalle altre etichette dell’azienda (che presentano una grafica semplice, bella e capace di farsi notare, con lo stemma di colore diverso a seconda del vino, come ad esempio quella del Nero d’Avola), non presenta il nome dell’azienda sul davanti ed è costruita su un’immagine bella ma anonima e poco memorabile. Posso solo suggerire di adeguare anche questa etichetta alla grafica moderna delle altre! Questo vino merita di essere “user friendly” ovvero facilmente identificabile su qualsiasi scaffale che lo esponga 😉
Per questo ho pensato di abbinare un piatto a base di petto d’anatra, carote viola e salsa d’ostrica. L’anatra è una selvaggina da piuma le cui carni grasse e pregiate, classificate come “nere”, sono molto consumate nella cucina francese e cinese. Per questo al petto d’anatra ho deciso di abbinare le carote viola (di cui voglio raccontare un simpatico aneddoto di Guglielmo d’Orange) e la salsa d’ostrica, tipica della cucina della Cina cantonese.
Questo piatto, oltre ad essere estremamente gustoso, è davvero facile da preparare e tutto quello che ti servirà per cucinarlo è una padella, una pinza, un coltello da carne e un tagliere di plastica! La salsa d’ostriche è abbastanza facile da preparare, ma ce ne sono di buone già pronte! In questo modo questo piatto diventa anche velocissimo da preparare! 😉
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Ricetta del mio petto d’anatra con carote viola e salsa d’ostriche
Ingredienti per 2 winelover di buona forchetta:
- 2 petti d’anatra di circa 300 grammi l’uno;
- 2 carote viola;
- 6 cucchiaini di salsa d’ostriche;
- farina di grano duro QB;
- olio d’oliva QB;
- sale maldon QB.
La mia ricetta della salsa d’ostriche. Per preparare la salsa d’ostriche, se non la trovi già pronta o vuoi comunque cimentarti in questa preparazione, ti basta tritare il 200 grammi di ostriche e metterle in un pentolino con il loro liquido, una tazzina da caffè d’acqua, una tazzina da caffè di salsa di soia, 2 cucchiai rasi di zucchero e sale QB. Lascia sobbollire una mezz’ora mescolando di tanto in tanto per non farla attaccare (ma ti consiglio di usare un pentolino antiaderente). Poi toglila dal fuoco, filtrala con un colino, aggiungi un cucchiaino di maizena e mescola bene con una frusta. Rimetti sul fuoco per qualche minuto finché non bolle, poi spegni il fornello e mettila in un vasetto di vetro. Mescola bene bene… e gustala!
Preparazione:
- Spennella il petto d’anatra dal lato senza pelle con l’olio d’oliva e tamponalo nella farina di grano duro;
- Scalda una padella antiaderente a fiamma vivace, metti un cucchiaio abbondante d’olio d’oliva e un po’ di sale grosso;
- Appena l’olio è caldo, posa il petto d’anatra dal lato senza pelle (3 minuti circa);
- Taglia le due carote viola per il lungo in 3 fette e mettile in padella;
- Gira il petto d’anatra dal lato con la pelle (3 minuti circa)… e gira anche le carote;
- Togli il petto d’anatra dal fuoco e lascia riposare un paio di minuti sul tagliere, nel frattempo taglia le fette di carote a metà per il lungo;
- Taglia il petto d’anatra in 2 parti e comincia a comporre il piatto. Per comporlo usa il tuo gusto e il tuo senso estetico, e aiutati con la pinza con cui hai girato la carne 🙂
- Aggiungi un filo d’olio e qualche scaglia di sale Maldon.
Ma perché questo piatto sta così bene con il Cerasuolo di Vittoria DOCG di Mortilla? Questo vino ha un residuo zuccherino interessante, che contrasta benissimo con la sapidità della salsa d’ostrica. Inoltre la carne d’anatra è molto saporita, esattamente come questa salsa. Il Cerasuolo di Vittoria DOCG Classico di Mortilla non ha un ingresso particolarmente intenso, ma ha un’aromaticità complessa che regge senza sovrastare il piatto. La buona alcolicità e il tannino contrastano bene con l’untuosità dell’olio e la succulenza della carne.
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Ma chi è l’Azienda Agricola Mortilla?
Tutto iniziò a Chiaramonte Gulfi il 18 aprile 1902. Davvero, quando sono stata contattata da questa azienda ho pensato a quanto è piccolo il mondo! Possibile che di tutta la Sicilia, terra che come sai adoro, mi ha contattata proprio un’azienda del paese d’origine del caro Gabriele/Salem con cui ho condiviso 5 splendidi anni di Liceo Artistico a Ravenna? Incredibile!!! Quando l’ho chiamato per dirglielo non ci credeva nemmeno lui!
La Teoria dei sei gradi di separazione dice che ogni persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari.
Chiaramonte Gulfi è un piccolo paese di poco più di 8000 abitanti situato su una collina a pochi km da Ragusa. In questo paese ho bellissimi ricordi: questa foto io e Salem l’abbiamo scattata nello splendido belvedere di Chiaramonte Gulfi esattamente 10 anni fa, a maggio, per i nostri compleanni! Non ci saranno mai abbastanza km tra noi per uccidere il bene che ti voglio ❤
In questo luogo baciato dal sole e teatro di una natura straordinaria, l’azienda agricola Mortilla si pone come una realtà giovane con una storia molto, molto antica. La cantina, tutti i vigneti e i terreni che compongono la Tenuta Mortilla sono adagiati sulle colline dei Monti Iblei ad un’altitudine di 268 mt dal livello del mare, abbracciati da panorami di incantevole bellezza. Qui non viene prodotto solo ottimo vino, ma anche olio e frutti e l’ospitalità è di casa, grazie ad una bella ristrutturazione dell’azienda che ha valorizzato sia la sala degustazione, sia la piscina nel giardino. Se quest’anno, come spero, riuscirò a passare qualche giorno con Salem a Chiaramonte (Vittorio, prepara la ricotta per le brioche mi raccomando 😀 ), sarò davvero felice di visitare l’azienda!
Ti consiglio di leggere l’affascinante storia dei vini Mortilla QUI. E di approfondire la viticoltura siciliana QUI.
Ti aspetto a GolosItalia, padiglione 8 | stand 9 sabato 25 e domenica 26 febbraio!
Cheers ❤
Chiara