In questa domenica ci sono diverse cose di cui voglio parlarti… e non pensavo assolutamente di scrivere questo articolo dedicato a “Qualità o Quantità“… ma in realtà è un qualcosa che ho dentro di me da molto, molto tempo e ne parlo spesso anche con mio papà e Fabrizio… quindi è giunto il momento. Proprio ieri sul gruppo Facebook “Orchidee che passione” ho scritto un post dedicato a questo argomento, ed è proprio dalle risposte che ho ricevuto tratto ispirazione per questo articolo… quindi grazie a tutte le persone che hanno partecipato. Ora parlerò di Qualità o Quantità facendo l’esempio delle orchidee… perché per me è assolutamente calzante nella traslazione prima al mondo del vino e poi al mondo del cibo.
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Qualità o Quantità? Questione di Cultura.
La premessa è che, come in tutte le cose, tutto è questione di Cultura. Attenzione, la Cultura, quella vera, che spesso non coincide assolutamente con il livello di istruzione scolastica. Ci sono persone con i dottorati e la Cultura di un criceto, e ci sono persone con la terza media con una Cultura infinita. A volte semplicemente non tutti partono con le stesse possibilità economiche e non tutti credono nel sistema scolastico. Partiamo sempre dal presupposto che la Cultura non costa niente: ti assicuro che anche la biblioteca di un piccolo paese di 10.000 abitanti come quello in cui sono cresciuta aveva una Biblioteca assai fornita… e non ho avuto pace finché non ho letto gran parte di tutti i libri che erano presenti, fatta eccezione per i libri di Letteratura che, ahimé, non ho mai digerito. Ecco, spero che mio zio Gino Tellini e mia cugina Giulia non leggano questo articolo o mi disconosceranno (😘😘a tutti i miei parenti toscani e alla Toscana che mi è tanto cara)… ma ognuno ha i suoi limiti… e il mio limite è questo. Però tanti libri di arte, architettura, astronomia, genetica, psicologia e filosofia me li sono letti. A volte leggevo più di un libro al giorno. A volte mia madre si incazzava con me perché leggevo così tanto da non dormire, arrivando a leggere sotto le coperte con una piccola lucina nascosta dal copriletto. Ecco perché sono tutt’ora accecata. Ero drogata di libri. Letteralmente! 😄Per questo tanto per cominciare ho un’avversione per chi non scrive e parla in italiano corretto (e non parliamo dell’errore di battitura, o dell’errorino innocente: nessuno è perfetto!). Lo faccio notare sempre e spesso mi sento rispondere: non tutti hanno avuto la possibilità di studiare! No signore e signori, la voglia, non la possibilità. Ogni biblioteca contiene dizionari e libri di Grammatica Italiana. Parlare in un italiano non dico “da manuale” ma quantomeno “leggibile” è il primo segno di rispetto verso il tuo interlocutore.
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Qualità o Quantità? Breve storia del perché di questo articolo.
Come forse sai ho tre passioni che sono il motore della mia vita: il Design (di interni soprattutto), il Vino e le Orchidee. Fondamentalmente la mia massima aspirazione è scrivere in un bellissimo giardino d’inverno stile industriale pieno di orchidee rare assaporando un buon calice di vino. In effetti è esattamente quello che faccio… anche ora (mi manca solo il giardino d’inverno). Per il calice di vino però aspetto ancora un’oretta che sono le 10 di domenica mattina… 😄Sintetizzando, la domanda che ho posto nel gruppo Facebook Orchidee che passione ieri è: “Perché comprate 10-20-50-70 (giuro) ibridi di Phalaenopsis di bassa qualità identici dove cambia malapena il colore quando ci sono migliaia di specie di orchidee botaniche o ibride da coltivare?” Un’orchidea di una tipologia diversa, di buona qualità, ti può costare dai 15 ai 150 € (beh alcune anche molto di più… ma è un discorso a parte… non è la media!). Direi esattamente come una buona bottiglia di vino! La risposta più comune che ho ricevuto è che le Phalaenopsis ibride al supermercato – Ikea – Leroy Merlin e similari le trovi anche a 5 € in svendita mentre le orchidee un po’ più ricercate il più delle volte le trovi solo online e costano di più. Verissimo. Ma se la media di queste persone ha 20 orchidee da 5 € ha speso comunque 100 €… che è il costo di circa 2-3 orchidee un po’ più particolari, più la famosa Phalaenopsis ibrida da 5 €!
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Qualità o Quantità? Finalmente parliamo di vino!
Allo stesso modo, perché comprare tante bottiglie di “vino” nella grande distribuzione da 3 €? Non è meglio comprare direttamente dai produttori o in enoteca (offline o online) delle bottiglie di vino contenenti prima di tutto vero vino e poi capaci di dare qualche soddisfazione? Ma soprattutto, lo sapete che la GDO applica un ricarico fisso intorno al 40% al netto del trasporto e se quella bottiglia di vino la paghi 3 € vuol dire che è uscita franco cantina a 1,50 €? E lo sai quanto costa il vetro, l’etichetta, il tappo e magari anche la fascetta della DOC? (Non ho mai capito come fanno ad averla, ma non sono così rare…). Davvero pensi che può esistere un vino vero che costa 50 centesimi al litro? Dove in quei 50 centesimi ci stanno il costo dell’uva (di produzione o acquisto), la manodopera (in vigna e/o in cantina), la commercializzazione (distribuzione o comunicazione) e il ricavo dell’azienda?
Da una settimana vengo bombardata di pubblicità su Facebook di Giordano Vini. Non molto tempo fa mi è stato chiesto da un’agenzia pubblicitaria, per migliorare il posizionamento dell’e-commerce di Giordano Vini, di inserire un articolo sponsorizzato (leggi a pagamento) contenente un link al loro e-commerce. Su Perlage Suite non parlerò mai bene di un’azienda che ti vende 12 bottiglie di “vino” + 6 “specialità” gastronomiche con 49,90 € e ti regala anche un servizio di 12 piatti! Spedizione inclusa, eh! Ma porca pupazza! E questo migliaio di persone che ha messo “mi piace” e ha lasciato un commento per fare i complimenti per la qualità dei vini? Ecco, questa è la (non) Cultura di cui parlavamo prima. Che non ha niente a che vedere con la preparazione accademica.
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Qualità o Quantità? E il cibo?
Parliamo di persone che vanno al discount per risparmiare, comprano “vino” o olio “extra vergine” d’oliva a 3 € il litro e poi spendono magari 7-8 € per un aperitivo fatto di alcol scadente e centinaia di euro per l’abbigliamento firmato. O peggio 50 € per la Louis Vuitton “parallela” 😄, per far proliferare il mercato della contraffazione. Poi magari hanno una bella macchina o una bella moto, e a lei sì, danno un buon olio per far andare bene il motore. Signori, i tumori li hanno creati a tavolino per aumentare i profitti di pochi e finché ve li mangiate convinti di fare pure un affare non c’è speranza. Perché finché compri un’orchidea di terza mano, al più rischi di portare a casa la cocciniglia o il “simpaticissimo” fusarium (e chi ha comprato almeno una Vanda in un qualsiasi Garden morta a fine fioritura ora ha dato finalmente il nome al suo “nemico”), ma se bevi un vino scadente o mangi della carne di bestie tenute in vita con gli antibiotici ma piene di tumori e altre patologie, è la tua pelle a rischiare. A comprare cibo a poco prezzo non stai facendo “l’affare” tu, al più lo fa l’azienda che lo ha prodotto che con la tua salute ci spazzola i peli sul suo stomaco. Smettila, smettila, smettila di andare al discount. Ti prego. Mangia meno e meglio piuttosto. E non mi dire che un pacco di pasta di qualità prodotta con grano italiano ti incide sul bilancio in maniera irreparabile. E magari fumi, ma per le sigarette i soldi ci sono sempre, no?
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Qualità o Quantità? Il tirchio e la grettezza umana.
Credo che il difetto peggiore in una persona sia la tirchieria. Oddio, anche il cafone e l’ignorante si difendono bene, ma il tirchio fa assolutamente razza a sé (e spesso è anche cafone e ignorante, siam sinceri!). Non c’è niente di peggio di chi ha i soldi ma ci è così grettamente attaccato da pregiudicare la sua salute e quella di un compagno/a o peggio di un figlio per non spendere un euro di più per la sua benzina, ovvero quello che mangia e che beve! E sia chiaro che qui non si parla di avere o non avere i soldi, come dice sempre il mio migliore amico Fabrizio c’è l’uomo che ha 20 € in tasca e ti fa un regalo da 20 € e l’uomo che ha 2000 € in tasca e ti fa sempre un regalo da 20 €. Anche se il regalo è costato uguale, i due gesti hanno un valore diversissimo! Questo strano animale frequenta tutti i discount e si legge pure i volantini controllando scrupolosamente dove il “vino rosso” costa 0,50 centesimi in meno (poi magari va nel market più lontano e ne spende il triplo di benzina, ma anche questa è un’altra storia) e se ne torna a casa col sorriso di chi ha fatto un affarone. Ecco, se conoscete una persona così fategli leggere questo articolo. Forse mi odierà, ma spero che gli avrò almeno dato uno spunto di riflessione. Sempre che abbia la capacità di riflettere, of course.
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Qualità o Quantità? La guerra dei prezzi dove tutti perdono
Ho un’altra brutta notizia: se scegli la Quantità sei parte anche tu dello schema della guerra del prezzo e lo favorisci. E magari hai una tua attività o sei un libero professionista, e te la prendi se il cliente ti chiede lo sconto. A volte gli dici di no, altre volte gli fai un lavoro “in economia” (leggi dimmerda) perché i soldi ti servono e non gli puoi certo dedicare il tempo che ti serve per fargli un lavoro fatto bene con quel che ha pagato, no? Nel vino, nel cibo e in qualsiasi altro bene o servizio che compri è esattamente la stessa cosa. Con la differenza però che il vino e il cibo te li mangi, e come ha detto anche lo stesso Dott. Lorenzo Palazzoli alla serata dedicata al tema Olio e Salute con i Lions Valtrompia, un terzo dei tumori ce li mangiamo. Quindi, mentre le orchidee Phalaenopsis ibride comuni possono essere “noiose” tutte uguali nelle loro varie declinazioni di colore ma restano comunque bellissime e preziose per la tua casa e la tua salute (sono sempre una medicina per l’anima) e non solo per la Bellezza che portano, il vino e il cibo di bassa qualità ti fa ammalare. Nella Guerra dei Prezzi non ci sono davvero vincitori. Forse qualche Header dell’aziendona di turno farà tanti soldoni, questo sì. Ma anche se non mangia il cibo che vende perché sa che fa male, vive in un Pianeta malato esattamente come te e me. E un altro terzo dei tumori deriva dall’inquinamento.
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Qualità o Quantità? Devo spendere un capitale per bere (e mangiare) bene?
Tutto questo mio articolo non nasce per incentivarti a dissanguarti per una bottiglia di vino, anzi. Si può bere davvero molto bene al giusto prezzo. Il costo del vino è dato da una serie di fattori, tra cui la produzione, la bottiglia e il suo vestito, la distribuzione e la comunicazione. In ogni regione d’Italia ci sono vini eccellenti di tutte le fasce di prezzo. Non a caso stasera comincerò a preparare l’articolo dei 100 vini da assaggiare in questo Vinitaly 2018… e dei 20 imperdibili! Come probabilmente sai ho scritto una Guida Vini per orientarti a bere bene al giusto prezzo (che puoi comprare subito cliccando QUI e la riceverai entro 72 ore dal pagamento). Per questo concludo questa disputa tra Qualità o Quantità proprio facendoti l’esempio di una bottiglia di spumante. Partiamo dal presupposto che un vino spumante naturale è sempre una buona scelta, sia che sia Metodo Classico, sia che sia Metodo Martinotti. In base alla tua Cultura e al tuo gusto personale prediligerai soprattutto i vini ottenuti con uno di questi due Metodi. Un buon Metodo Martinotti lo puoi trovare tranquillamente con 7-8 € di spesa, mentre per il Metodo Classico saliamo intorno ai 15-20 € (per poi arrivare molto, molto più su per vini particolari, denominazioni o Brand famosi). Questa prima differenza è data dal tempo di produzione + tempo dalla messa in commercio impiegato per produrre 1 bottiglia di Metodo Martinotti e quella per produrre una bottiglia di Metodo Classico, dove le differenze arrivano a essere superiori di 60 mesi, a volte di più. 60 mesi in cui ci sono costi, il primo che ti può venire in mente è quello di stoccaggio delle bottiglie. E poi attenzione, anche il processo di lavorazione è completamente diverso! Quando trovi vini di denominazione al Discount “sottocosto” sarebbe da prendere a bastonate chi lo permette. Per farla semplice semplice un Franciacorta Metodo Classico non può costare come un Prosecco Metodo Martinotti. E basta.
Il tutto per dire che se vuoi berti una buona bottiglia il miglior consiglio che posso darti è viaggiare, visitare i produttori, ascoltare le loro storie e comprare direttamente da loro. Pagherai quasi sempre il giusto prezzo e ti stupirai. Se non hai tempo e risorse per viaggiare, vai in enoteca. Spesso troverai enotecari preparati capaci di farti viaggiare loro per l’Italia o il mondo e farti bere bene al giusto prezzo. Non odiatemi, ma io vorrei che tutti smettessero di comprare vino, cibo e orchidee di bassa qualità in discount o similari. Al più comprateci la carta igienica.
Un abbraccio e a presto
Chiara
P.S. Visto che ho parlato anche di orchidee, che ne dici di visitare il bellissimo e-commerce di orchidee del coltivatore Michele Cesi che, modestamente parlando, ho sviluppato io? iLoveOrchid.com Ci sono orchidee bellissimissime! Poi così mi dici anche se ti piace! A proposito, ringrazio anche qui Michele per il suo ultimo, bellissimo e graditissimo regalo che non vedo l’ora di vedere sbocciare: la Colmanara 21 (in vendita anche sul suo sito…).
P.P.S. Lasciami un commento per farmi sapere cosa ne pensi, purché sia costruttivo. Essere aperti al confronto è la migliore occasione di crescita personale che abbiamo, soprattutto con persone che la pensano diversamente da noi. Anche se chi predilige la Quantità non è particolarmente furbo, ci può sempre insegnare a mantenere la calma quando leggiamo una caxxata grande come una casa. 😄