Un altro anno è passato, e così un altro Blend 2022 è venuto, puntuale come un sogno di inizio autunno. Un sogno, come quello di Umberto Cosmo, in cui leggo la voglia di creare un’alternativa sostenibile ai soliti eventi del mondo del vino. E una certezza, il ristorante Dolada in Alpago – 1 stella Michelin – guidato dallo chef Riccardo De Prà e dalla sua deliziosa famiglia. Ogni anno un giornalista è al tavolo con un produttore e (anche) quest’anno mi sono sentita davvero fortunata perchè ho conosciuto un (altro) uomo intelligente e piacevolissimo: Riku Väänänen di Chateau Puybarbe (Bordeaux).
Sai, quando si parla di Bordeaux mi emoziono sempre. Ho ricordi magici, di quando ho vinto i Millésima Blog Awards e sono stata in giro per le Primeur e ho visitato alcuni degli château più belli. Così, in questo ambiente accogliente ed elegante dominato dal camino acceso, ho conosciuto la passione e la competenza di Riku Väänänen.
Ristorante Dolada: l’aperitivo con il Prosecco “Sei Uno” di Bellenda
Ma andiamo con ordine… e partiamo dall’aperitivo. Quest’anno abbiamo cominciato con il “Sei Uno”, Conegliano Valdobbiadene Superiore Prosecco DOCG Rive di Carpesica di Bellenda. Il Sei Uno è un prosecco che esce dagli schemi locali sia per la rifermentazione in bottiglia (affinamento sui lieviti 12 mesi), sia per il dosaggio bassissimo. Mi piace perchè al naso riporta i profumi classici del prosecco, come la mela, la menta e i fiori di tiglio, mentre in bocca è coerente, strutturato, croccante e con una buona persistenza di nocciola fresca.
Quest’anno, come aperitivo, lo chef Riccardo De Prà ci ha proposto un brodo di piccione molto concentrato. In Alpago la sera fa piuttosto fresco anche quando nel resto dell’Italia è caldo, e l’Albergo Ristorante Dolada si trova a Plois, una frazione a quasi 900 metri s.l.m.. Io il piccione lo adoro e ancora sogno quello che ci ha preparato l’anno scorso, quindi ho apprezzato tantissimo.
Ristorante Dolada, Alpago: il baccalà con lo Champagne “L’Hommée” di Roger Coulon
Il cibo. Una crocchetta di baccalà cotta alla perfezione con una pasta soffice e croccante che poggia su una vellutata di patate in cui spiccano, dal punto di vista organolettico, il nero di seppia e il prezzemolo.
Il vino. Si presenta giallo paglierino intenso e brillante con un perlage finissimo, molto numeroso e persistente. Al naso intense ed eleganti note mielose, di cioccolato bianco e cedro candito. In bocca è fresco, coerente, strutturato e con un’ottima bevibilità. Particolarmente croccante, probabilmente è una sboccatura recente.
L’abbinamento. Perfetto, la bolla sgrassa la crocchetta, la buona aromaticità dello champagne valorizza il nero di seppia e il prezzemolo mentre il dosaggio equilibra la sapidità del baccalà.
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Ristorante Dolada, Alpago: i sedanini con seppia, funghi e tartufo con la verdeja 2018 di Bodegas Menade
Il cibo. Tanto tartufo e tanti funghi coprono un po’ il gusto della seppia, nonostante questo il gusto funziona e il piatto è molto piacevole. Ho fatto il secondo giro e avrei fatto anche il terzo e il quarto.
Il vino. Si presenta giallo paglierino tenue e brillante. Al naso, anche se è molto chiuso, lascia trasparire profumi interessanti. In bocca è equilibrato, fresco, sapido e molto verticale. Sicuramente non una delle sue annate migliori, anche se resta un vino che adoro.
L’abbinamento. Il vino, anche a causa del non essere nella sua migliore espressione, non regge l’aromaticità del piatto.
Ristorante Dolada, Alpago: il vitello tonnato all’Artusi con il Côtes de Bourg 2018 di Chateau Puybarbe
Il cibo. Beh, un vitello tonnato così non credevo l’avrei mangiato mai nella vita: devo approfondire questa ricetta di Artusi. Il vitello è cotto alla perfezione, tenerissimo dentro e con una crosticina fuori che dà anche quella deliziosa nota tostata dovuta a una Reazione di Maillard perfettamente svolta. Le verdure, forse al vapore, hanno il loro gusto naturale. La salsa tonnata è perfetta per consistenza e gusto, molto equilibrata. Mi è piaciuta particolarmente la carne servita in pezzo e non tagliata a fette.
Il vino. Si presenta rosso rubino intenso e impenetrabile, consistente. Al naso è molto intenso, con un ampio bouquet di spezie diverse, una nota balsamica, una leggera nota di caffè appena macinato e un intenso profumo di sottobosco. In bocca è coerente, morbidissimo, tannico, equilibrato e con un lungo finale tostato.
L’abbinamento. Un abbinamento riuscito alla perfezione, come accade quando il vino e il cibo si valorizzano a vicenda.
Ristorante Dolada, Alpago: la pera chantilly, caramello e pistacchio con il Traminac 2016 di Iločki Podrumi
Il cibo. Io non sono un’amante dei dolci, ma questo rischia di essere il dolce più buono che ho mai mangiato. Mancava solo di un tocco di sale nel caramello (oddio, cerco di immaginarmelo con il caramello salato e godo!). La pera è cotta alla perfezione, la crema chantilly ha un gusto delicato e non troppo zuccherato e sotto c’è una base di pasta che in bocca risulta quasi impalpabile. I pistacchi danno aromaticità e croccantezza. Una rivisitazione originale e riuscita del classico abbinamento formaggio e pere.
Il vino. Si presenta giallo oro antico intenso con sfumature ambra, brillante e consistente. Al naso è intenso, ampio, con note di arancia candita, miele, erbe officinali e cioccolato. In bocca è coerente, piacevolissimo, morbido, si sente poco lo zucchero ed è così voluttuoso che avvolge il palato. Equilibrato, strutturato e con una vena sapida. Finale lunghissimo. STRAORDINARIO.
L’abbinamento. Quando hai due prodotti così perfetti come questo dolce e questo vino è difficile sbagliare. Ho fatto il secondo giro del vino e me lo sono proprio gustata insieme alla pera pistacchiosa.
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Ristorante Dolada, Alpago: fruttini caramellati con il Saussignac di Chateau Le Payral
Il cibo. I fruttini sono speciali: il caramello è cotto alla perfezione e per niente amaro. Lo strato è così sottile da avvolgere delicatamente il frutto conferendogli croccantezza senza alterare troppo il sapore con note dolci o amare (a seconda del grado di cottura del caramello).
Il vino. Si presenta di un bellissimo colore giallo oro intenso e brillante con sfumature ambrate ai bordi, consistente. Al naso si sente tantissimo la Botrytis cinerea con i suoi profumi caratteristici. Intense note di caramello, miele d’acacia, albicocca sia fresca sia in confettura e mandarino candito. Lungo finale di nocciola. PAZZESCO.
L’abbinamento. Un abbinamento imprevisto, che ho fatto in quanto è arrivato al nostro tavolo questo vino meraviglioso da degustare. Devo dire che è stato un abbinamento cibo-vino molto piacevole, anche se un Saussignac come questo va valorizzato con le ostriche, i formaggi erborinati, il foie gras e le carni d’oca o anatra poco cotte. Con un prosciutto d’oca creerebbe un contrasto tra sapidità e dolcezza che mi emoziono solo a pensarci.
Dopo i fruttini caramellati un classico del ristorante Dolada: le castagne cotte nel camino durante la cena. Una coccola che, anche quest’anno, ho gradito tantissimo, un po’ perchè adoro le caldarroste, un po’ perchè mi fa sempre sentire in famiglia. Grazie. Peccato solo che ero piena e le ho mangiate soprattutto con gli occhi.
Una cena deliziosa che – insieme a una lunga vasca con tisana ai frutti rossi nella mia splendida stanza al Mosto Fiore di Conegliano – mi ha preparato alla giornata successiva: Blend 2022. Questo però te lo racconto in un altro articolo!
Cheers 🍷
Chiara
P.S. Ti invito a leggere anche questo articolo Alpago: simmetrie enoiche Pre-Blend 2021 che parla della cena e degli abbinamenti della scorsa edizione.