In questo articolo dedicato non solo agli aspiranti sommelier ma a tutti gli appassionati del Sol Levante cresciuti a manga come me, voglio parlarti dei vini giapponesi e, più in generale del vino in Giappone. Avendo da anni tra i miei clienti come web designer un importatore giapponese di vini italiani, TAPS Inc. mi sono fatta delle idee molto precise al riguardo. Nella parte finale dell’articolo troverai una serie di considerazioni che sono certa ti saranno utili se stai cercando di orientarti tra i vari importatori giapponesi di vini italiani.
In Giappone la cultura del vino è piuttosto recente a causa del fatto che la sua diffusione è stata sempre limitata dalle antichissime tradizioni di questo Paese, da sempre chiuso alle influenze occidentali, che lo legavano al consumo di tè, Sakè, birra e Whisky.
Vini giapponesi: un po’ di legislazione
Sappiamo quanto la normativa sia fondamentale per aiutare le aziende nel loro lavoro e quella giapponese non è mai stata determinante per lo sviluppo della viticoltura in Giappone. Una vecchia legge, infatti, permetteva di etichettare come “vini giapponesi” dei prodotti ottenuti con uve e mosti esteri anche solo imbottigliati in Giappone. Attualmente l’etichetta del vino giapponese riporta la dicitura “domestic wine” ovvero imbottigliato in Giappone, sia per i vini giapponesi ottenuti da uve coltivate in giappone, sia per i vini giapponesi prodotti in Giappone con uve estere. La possibilità che solo i primi (kokunai san) possano riportare la dicitura è osteggiata dalle grandi compagnie che non hanno interesse in questo cambiamento a causa della limitata produzione di uva. Le regioni hanno introdotto quindi il Gensanchi Hyoji – vini ottenuti da sole uve giapponesi e solo di determinate zone – concetto simile alle nostre DOC od alle AVA americane.
Il Giappone è uno dei maggiori produttori di whisky al mondo e le aziende produttrici hanno avuto l’interesse di diversificare le loro proposte per avere anche alternative alle bevande tradizionali. Sono comparse così le boutique winery, piccolissimi produttori di vino che usano tecnologie moderne e stili europei come la botte piccola, e con l’avvento della “moda giapponese” del vino che ha contagiato velocemente libri e fumetti, hanno preso consapevolezza della loro capacità di ottenere vini di qualità anche adatti all’esportazione.
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Cucina Giapponese
Paradossale è come il vino giapponese sia all’interno di una minuscola nicchia di mercato mentre la sua cucina, ed in particolare il Sushi, è famosa ed apprezzata in tutto il mondo. Il piatto più famoso della Cucina Giapponese, che è un bene immateriale dell’umanità ed è protetta dall’Unesco per i suoi benefici per il corpo umano (non a caso la popolazione giapponese è la più longeva e con un bassissimo tasso di tumori), è il Sushi, dove il pesce crudo e il riso cotto con zucchero, aceto di riso e sale e lavorato con il wasabi è emblema di questa cucina minimalista e sana arricchita spesso dalla salsa di soia.
La Cucina Giapponese, tradizionalmente a base di pesce crudo o cotto e riso, ha una variante nella cucina delle isole di Okinawa che sono state influenzate dalla Cina e la cui cucina è prevalentemente a base di carne di maiale, manzo, capra e pollo e verdure. Da non dimenticare che il Giappone è produttore di una delle carni più pregiate al mondo, il manzo di Kobe, che nasce da animali felici nati e cresciuti tassativamente nella prefettura di Hyogo e che vengono leggendariamente massaggiati con il sakè ed alimentati con grano che può essere accompagnato con un Private Reserve Kikyogahara Merlot di Château Mercian, caratterizzato da grande finezza ed eleganza.
Tuttavia la Cucina Giapponese merita una trattazione a sé e per questo per ora mi fermo qui e mi riprometto di scriverci uno dei prossimi articoli.
Vini giapponesi e abbinamenti: il sushi
Gli abbinamenti perfetti per il sushi sono un riesling di Hokkaido, mentre se si aggiunge la salsa di soia per contrastarne la sapidità si può cercare un residuo zuccherino come quello del Koshu, vitigno a bacca rosa vinificato in bianco originario del Caucaso arrivato in Giappone grazie alla Via della Seta e ora coltivato nella prefettura di Yamanashi, da cui prende il nome (Koshu è l’antico nome di Yamanashi). Le sue note di pesca e agrumi canditi, la sua morbidezza e il sapore fresco lo rendono perfetto da abbinare ad un sashimi (pesce crudo tagliato a fette non eccessivamente sottili) bagnato nella salsa di soia.
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Vino giapponese: alcuni punti chiave
- Clima = molto umido e piovoso.
- Terreno = troppo acido e fertile.
- Vitigni chiave = a bacca bianca: Muller thurgau, Riesling, Gewurztraminer – a bacca rosa: koshu – a bacca nera: muscat bailey A (vini rossi o rosati molto semplici, con leggerissimi profumi floreali e fruttati, talvolta sottoposto a macerazione carbonica per ottenere un vino simile al Beaujolais Nouveau), Cabernet Franc, Merlot.
- Viticoltura = bassa densità di impianto, sistema di allevamento a tendone. Piccoli tentativi di cordone speronato o guyot.
- Zone chiave = Isola di Hokkaido (kerner), Valle del Kofu, Yamanashi (famosa per i Whisky stile scozzese, oggi vitigni europei e coltivazione biodinamica. In particolare la Koshu-en Winery produce syrah impiantati con barbatelle della valle del rodano, riesling da Schloss Johannisberg e merlot da Bordeaux. Black Queen da vitigno omonimo a bacca nera acido al punto da richiedere appassimento, rosso rubino, speziato e fruttato con discreta struttura), Yamagata, Nagano (Chateau Mercian produce merlot, cabernet sauvignon) Tochigi.
Nella foto sopra Mitsuhiro Anzo, capo enologo di Mercian Corp., posa per il fotografo nella cantina di Chateau Mercian in Katsunuma, nella prefettura di Yamanashi in Giappone venerdì 7 settembre 2018. CREDIT: Bloomberg photo by James Whitlow Delano.
Ti avevo promesso qualche preziosa informazione dedicata al mercato del vino in Giappone. Anche questo argomento merita una trattazione a sé, ma ti anticipo che il vino italiano in Giappone sta crescendo sia in valore sia in quantità, anche se più lentamente di altri mercati (fonte Nomisma Wine Monitor). Tuttavia dalla mia esperienza sono i vini rossi italiani a trovare il maggior apprezzamento, complice anche l’ottimo rapporto qualità prezzo rispetto ai vini francesi e al potere del brand Made in Italy in Giappone. Tuttavia sta registrando una crescita molto interessante il vino spumante italiano, sicuramente trainato dal fenomeno Prosecco, che sta dando un po’ di spazio anche alle altre denominazioni. In particolare trovo particolarmente interessante che il 10,1% del valore totale dei vini spumanti importati in Giappone è italiano, contro il 5,1% del totale dei vini fermi imbottigliati (fonte Nomisma Wine Monitor). Quindi, anche se a livello di consumi i vini spumanti non possono competere con i vini rossi, trovo per le cantine italiane, in particolare quelle che producono spumante metodo classico, particolarmente interessante il mercato del vino giapponese. Cosa ne dici, ti va se pubblico presto un approfondimento di questo mercato e della competitività del vino italiano in Giappone?
Cheers 🍷
Chiara