Prima di fare il corso sommelier non avevo mai considerato la Repubblica Sudafricana come un luogo vocato per la produzione enologica. Eppure i vini sudafricani sono estremamente interessanti e facili da apprezzare anche per un pubblico non esperto, soprattutto se si parla di vini bianchi. Il vino sudafricano bianco, infatti, è spesso dotato di profumi delicati, tanta freschezza, acidità, un corpo relativamente leggero e una grande facilità di beva. In questo articolo ti condividerò i miei appunti di storia, viticoltura, enologia e abbinamento cibo-vino.

Vini sudafricani: un po’ di storia

Nel 1652 il governatore Jan Van Riebeeck fondò la stazione di approvvigionamento della Compagnia delle Indie al Capo di Buona Speranza e fece arrivare dall’Europa alcune barbatelle di vite, convinto che bevendo vino i marinai avrebbero sofferto meno per lo scorbuto.

La viticoltura della Repubblica sudafricana ha fatto passi enormi, grazie anche al clima favorevole che si avvicina a quello dei paesi della fascia mediterranea. Nonostante il boicottaggio degli anni ’70 e ’80 conseguenza della politica dell’apartheid (che impedì ogni forma di comunicazione e scambio con il resto del mondo), i viticoltori hanno continuato a lavorare con impegno e quando le sanzioni furono revocate nacque l’era moderna del vino sudafricano. Dopo l’abolizione dell’apartheid nel 1991 e l’elezione di Nelson Mandela nel 1994 l’apertura dei mercati ha creato infatti nuovi stimoli verso un export basato sui vini di alta qualità con un buon rapporto qualità/prezzo. In questi anni si ha anche un cambio di rotta sullo stile della produzione, che è passato da vini sfusi, fortificati o destinati alla produzione di Brandy ai vini di qualità.

Vini sudafricani: qualche numero

Nel 2010 oltre 130.000 ettari di vigne hanno prodotto circa 9.300.000 ettolitri di vino con un progresso molto rapido che ha fatto sì che in pochi anni oltre il 35 % della produzione venisse esportata. I problemi per le cantine sudafricane sono legati al clima caldo che produce uve dotate di scarsa acidità, alla bassa disponibilità di nuovi territori da impiantare a vigneto e al consumo modesto di 8 litri /procapite / anno. Alcuni winemaker, un tempo dipendenti delle varie aziende, commercializzano il proprio vino senza essere proprietari né di vigne, né di cantine. In genere acquistano le uve, affittano le cantine o direttamente i vini che sono poi assemblati, maturati in botte ed imbottigliati. Nascono i vin de garage, partite di alta qualità prodotte in quantità estremamente limitate: Etienne Le Riche, David Trafford… Oggi si possono distinguere 3 tipologie di produttori: le cantine cooperative (66 cantine che propongono vini con un buon rapporto qualità/prezzo), i privati (330 produttori privati che comprendono società prestigiose come Bellingham e Distell che utilizzano le uve dei loro vigneti e vini giovani da assemblare e commercializzare successivamente con il loro marchio) e le aziende singole (producono vino esclusivamente dalle vigne di proprietà o da zone adiacenti).

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Vini sudafricani: viticoltura & enologia

Dagli anni ’60 è diminuita la resa in vigna, le fermentazioni sono svolte a bassa temperatura per migliorare la freschezza ed i profumi dei vini, aumenta l’uso delle barrique di rovere francese. Per limitare i gravi problemi di infezione è stato creato un programma di individuazione dei virus e certificazione dei materiali. Nonostante i problemi causati da virus e parassiti persistono, i controlli severi hanno migliorato notevolmente la situazione.

La viticoltura sudafricana si concentra sui vitigni a bacca bianca come chenin blanc e colombard (più diffusi), chardonnay e sauvignon blanc (più esportati).

Vini sudafricani vigneti

Vini sudafricani e gastronomia locale: abbinamento cibo-vino

L’intreccio di varie culture che caratterizza la Repubblica Sudafricana si ritrova anche nella variegata gastronomia derivante dalle diverse etnie che popolano il paese. Gli ingredienti più utilizzati oltre il mais sono frutti, ortaggi, spezie e frutta secca con sapori agrodolci, morbidi e piccanti.

Dalla tradizione anglosassone uno dei piatti tipici, il braai (BBQ con carni quasi crude all’interno) da quella tedesca il boerewors (salumi del contadino) insaporiti con pomodori secchi e spezie. Il sosatie (cubetti di carne marinata con cipolla fritta, spezie e succo di tamarindo, cotto allo spiedo e servito con albicocche secche e polenta di mais). Il billtong (pezzi di carne di ogni tipo, dallo struzzo all’impala, dall’antilope al bufalo essiccati da aperitivo) si abbinano con un merlot di buona morbidezza e struttura. Il bobotie (piatto a base di carne o pesce, frutta cotta in aceto, uova e spezie). Nell’area del capo ostriche, aragoste e gamberi con salsa al burro e limone si abbinano a . Nella zona di Durban, il bryiani (riso allo zafferano con pollo o agnello marinati nello yogurt e speziati con cardamomo, cannella e cumino).

biltong vini sudafricani

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Vini Sudafricani: concetti chiave per studiare insieme

Il clima della Repubblica Sudafricana

Il clima è mediterraneo, più fresco sulle coste, più caldo ed arido all’interno. La siccità può causare problemi nella maturazione delle uve.

I terreni della Repubblica Sudafricana

Le pianure costiere sono costituite da grès ad ovest e rocce granitiche ad est e danno vini profumati, leggeri e con buona acidità. Nelle vallate del Karoo ci sono terreni scistosi che danno vini poco strutturati, mentre nelle colline ricche di rocce e sassi e nei fondovalle con sabbie e ciottoli si producono vini con buona sapidità.  Stellenbosch è ricco di limo e sabbie.

I vitigni della Repubblica Sudafricana
  • Vitigni a bacca bianca: chenin blanc (20% delle vigne, molto produttivo, può dare vini molto diversi a seconda delle rese per ceppo, degli obiettivi e delle tecniche enologiche applicate. Perfetto per elaborare vini secchi e freschi, fruttati e non molto intensi. Se evoluto qualche anno offre profumi inattesi di frutta matura e di gardenia, anice e fumé con finale mandorlato. Si presta anche alla vendemmia tardiva con muffa nobile, non eccellente), colombard, sauvignon blanc, chardonnay;
  • Vitigni a bacca nera: cabernet sauvignon, syrah, pinotage, merlot.
Viticoltura & enologia della Repubblica Sudafricana
  • Viticoltura: nuovi impianti di vitigni a bacca nera con irrigazione sempre più frequente;
  • Enologia: importanza delle cooperative e delle ex aziende di stato, sigillo Wine of Origin a garanzia dell’informazione in etichetta.
Zone chiave della Repubblica Sudafricana

Stellenbosch, Paarl, Worcester, Constantia, Walker Bay.

Vini chiave della Repubblica Sudafricana

Stellenbosch (vini rossi taglio bordolese), Pinotage, Chenin blanc.

Come sempre spero che questo articolo ti sia utile per approfondire i vini sudafricani! Se vuoi studiare tutti i miei appunti ti consiglio di comprare il mio libro Sommelier: il manuale illustrato!

Cheers 🍷

Chiara

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