Raramente si parla di vino cinese, piuttosto l’interesse ruota su come vendere il vino in Cina o, al limite, sul vino di riso cinese che ci siamo abituati ad assaggiare – insieme al Sakè – nei ristoranti cinesi sparsi per le nostre città. Qualche volta si parla di quale vino italiano abbinare alla cucina cinese… ma è ancora piuttosto raro in quanto la nostra consapevolezza di questa straordinaria cucina è stata ampiamente rovinata dal cibo low cost occidentalizzato che ha colonizzato il mondo.
Vino cinese: un po’ di storia
La storia della viticoltura in Cina ha radici lontanissime: le prime tracce di bevande fermentate utilizzate nel rito funerario risalgono al 5.000 a.C. Altri vasi in ceramica risalgono addirittura all’8.000 a.C. e contenevano una forma “rudimentale” di vino ottenuto da uva, biancospino e riso con un tenore alcolico intorno ai 10 %vol. Sia chiaro che l’uva utilizzata quasi 10.000 anni fa non proveniva dalla viticoltura, ancora assente, ma piuttosto dalla raccolta dei frutti delle viti selvatiche autoctone. Le prime coltivazioni di vite documentate sono legate a barbatelle portate dall’Uzbekistan dal generale Chang Chien durante la dinastia Han intorno al 130 a.C., mentre le prime notizie riguardanti un sistema di vinificazione simile a quello dei paesi occidentali risalgono al VII secolo d.C.
Durante la lunghissima dinastia Quing (1644-1912) la viticoltura fu come fossilizzata all’ambito familiare.
Oltre alla varietà della Vitis vinifera è molto diffusa la coltivazione di due vigneti autoctoni inadatti alla produzione di vini di qualità: Vitis amurensis e Vitis thunbergii. I primi tentativi di vinificare uve occidentali per produrre vini in stile europeo risalgono alla fine del XIX secolo, quando il console cinese – un businessman colto con grandi possibilità economiche – Cheong Fatt Tze (conosciuto anche come Zhang Bishi) fondò (nel 1892) Chang Yu Winery nello Shandong e fece impiantare una tipologia di riesling con la consulenza di un enologo austriaco. Egli aveva viaggiato moltissimo e aveva comprato migliaia di barbatelle prima negli Stati Uniti e poi in Europa, ma pochissime di queste viti erano sopravvissute alle condizioni pedoclimatiche cinesi. Così, per salvare l’azienda, provò a innestare le viti straniere su piedi di viti autoctone della Cina Settentrionale con ottimi risultati.
Lo sviluppo della vitivinicoltura poi si bloccò nel 1949 in seguito alla nazionalizzazione di tutte le cantine. L’obiettivo diventò quello di aumentare la produzione a discapito della qualità e nacquero vini dolci e sciropposi spesso ottenuti dalla miscela di fermentati d’uva ed altre materie prime. Solo intorno al 1970 il governo tornò ad incoraggiare la collaborazione con aziende straniere per creare vini di qualità.
Vino cinese: qualche numero
L’attuale vigneto cinese pone questo paese al 7° posto nella produzione mondiale, con 13 milioni di ettolitri di vino. In Cina il vigneto, situato nella zona nord-orientale, si estende dalla regione di Ningxia a sud della Mongolia verso est fino al confine con la Corea del Nord e occupa circa 550.000 ettari, ma è in aumento esponenziale ogni anno. Il consumo di vino è quasi quadruplicato nell’ultimo decennio anche se resta molto basso, circa 0.5 l procapite/anno.
Hong Kong, Pechino e Shangai hanno un buon consumo di vino, soprattutto di grandi Chateau bordolesi, Champagne e vini di Borgogna e si stima che nel 2010 quasi il 40 % dei vini aggiudicati nelle aste mondiali sia andato in case, collezioni e ristoranti cinesi.
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Vino cinese: viticoltura & enologia
In Cina non esiste la traduzione della parola “vino” e spesso viene sostituita da “chiew” che indica un generico fermentato o distillato vegetale.
Non esistono leggi specifiche relative alle zone di produzione. Il mercato del vino è disordinato ed approssimativo.
Vino cinese e gastronomia locale: abbinamento cibo-vino
I ravioli di carne/verdure al vapore, i wanton fritti, gli involtini primavera si possono abbinare con un Riesling od un Gewurztraminer dello Shandong, mentre l’anatra alla pechinese laccata al miele con uno Chardonnay di buona struttura. Piatti più complessi come il maiale in agrodolce, il montone farcito di pollo o preparazioni a base di manzo declinate a sapori agrodolci si possono abbinare con un calice di vino rosso ottenuto dal vitigno locale longyan.
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Vino cinese: concetti chiave per studiare insieme
Il clima in Cina
Il clima cinese è continentale, con estati calde ed umide ed inverni piuttosto secchi e freddi.
I terreni in Cina
I terreni sono alluvionali con enormi quantità di detriti portati dai grandissimi fiumi. Sulle pendici di alcune montagne il terreno è granitico con rare zone ricche di argilla.
I vitigni in Cina
- Vitigni a bacca bianca: chardonnay, chenin blanc, muscat d’Hambourg, riesling.
- Vitigni a bacca nera: aglianico, cabernet franc, cabernet sauvignon, marselan, merlot, pinot nero.
- Vitigni a bacca grigia/rosa: dragon’s eye (longyan, vitigno autoctono dell’Hubei).
Viticoltura & enologia in Cina
- Viticoltura: la produzione di uva mira alla quantità con rese superiori ai 150 q/ha ottenute con sistemi a tendone, mentre pochissime aziende usano il guyot ed ottengono vini carissimi con qualità relativa.
Vini & zone chiave in Cina
Ningxia Hui (l’azienda Dragon’s Hollow coltiva chardonnay, riesling e cabernet), Yantai-Penglai (bassa qualità), Shanxi (l’azienda Grace Vineyard punta sul Merlot), Shandong (Chateau Changyu azienda del 1892 produce interessanti Chardonnay esportati anche in USA), Liaoning (grandi investimenti per icewine, tipologia per cui la Cina si avvia a diventare il maggiore produttore al mondo), Hubei (azienda Great Wall produce vini da vitigni a bacca nera bordolesi poco strutturati).
Come sempre spero che questo approfondimento ti sia piaciuto e ti sia utile.
Cheers 🍷
Chiara