Ecco, so che questo titolo vi lascia indubbiamente perplessi… ma è emblematico della serata stupenda che ho passato con i miei adorabili compagni di bicchiere. Vi anticipo che da oggi il “Povero Andrea” sarà chiamato “Povero e Sfasato Andrea”… ma il perché ve lo svelo solo dopo 😉

Dopo una settimana che ha messo a dura prova la mia stabilità psicofisica, ho capito che sono fortunata perché ho amici splendidi che mi vogliono molto bene… che per me ci sono sempre e mi proteggono… e sapere che nella vita sei riuscito a costruire legami forti che vanno oltre le difficoltà è quanto di più prezioso ho dopo la consapevolezza di chi sono.

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Mercoledì sera sono stata a cena al Ristorante Alexander di Ravenna… il locale è sempre stupendo e suggestivo… peccato solo i tavolini così piccoli e vicini (non mi stancherò mai di dirlo…). Mi è piaciuto molto che la cameriera ha cambiato la divisa, meno ingessata! Era già brava prima, ma il bellissimo sorriso che ha indossato mi ha messa davvero di buon umore!

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Entrée: tempura di zucca

Una deliziosa entré di tempura di zucca… è stato davvero un ottimo modo per iniziare la cena! Bella anche la presentazione con la stagnola! Peccato che ho sbrodolato sulla tovaglia come una bambina piccola, a quasi 30 anni devo ancora imparare a mangiare bene! 🙂

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Antipasto 1: mozzarella ripiena di crudo di gamberi su tartare di pomodoro allo zenzero

L’antipasto di mozzarella ripiena di crudo di gamberi rossi l’ho trovata una buonissima idea! Non ero convinta subito della mozzarella perché pensavo che “impastasse” i gamberi e li coprisse anche un po’ ma in realtà era tutto molto equilibrato. Anche lo zenzero era ben dosato (e non è facile)… è stato il piatto che mi è piaciuto di più insieme al tonno!

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Antipasto 2: Polpo con cozze, carbone al nero di seppia e clorofilla di prezzemolo

 Questo piatto lo definirei davvero interessante, dalla presentazione all’abbinamento dei gusti. Colorato e buono, anche il polpo che diventa stopposo con estrema facilità si scioglieva in bocca. Nota di merito al carbone al nero di seppia che dava croccantezza con gusto.

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Primo: Spaghetti di gamberi con gamberi rossi di Mazara, bottarga, salsa aiòli e bolle di campari

Come mi ha spiegato la cameriera, anche gli spaghetti erano fatti con il carapace dei gamberi… davvero davvero buoni. Ben legati, le sfere di campari davano un tocco di amarognolo che equilibrava la tendenza dolce dei gamberi e della salsa aiòli  (che a me piace tantissimo perché adoro sia l’olio extra vergine di oliva sia l’aglio). Bella anche la presentazione!

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Secondo: tonno scottato

Questo lo definirei il piatto più riuscito anche perché è quello di cui ho più esperienza. Amando molto il tonno scottato l’ho mangiato diverse volte in diversi posti e mai così buono. La difficoltà maggiore di questo piatto è la cottura e qui era assolutamente perfetta. Buona inoltre la qualità del tonno. Un merito particolare va alla composizione dell’impiattamento davvero di gusto.

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Pre dessert: gelato con gelatina al porto, crema di patata e zucchero filato

Sono rimasta piacevolmente stupita dal pre dessert: un’idea molto originale e fanciullesca che ho apprezzato tantissimo.

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Dolce: variazione di arachidi

Premetto che io amo la frutta secca e quindi parto già bene con questa scelta (ti dico solo che quando prendo il gelato i miei gusti sono pistacchio, nocciola e mandorla), ma sono rimasta estasiata. La cosa più buona (che non so esattamente come chiamarla) era la “torta” che come consistenza sembrava un po’ il miglior panettone di Dario Loison… di una sofficità straordinaria. Ottimi anche il gelato ed il cioccolatino… Vale la pena andare al Ristorante Alexander anche solo per mangiare questo dolce con un bicchiere di passito!

Quindi… complimenti a Mattia Borroni che è sicuramente uno dei migliori chef del panorama ravennate… e spero che a breve abbia la prima stella Michelin che indubbiamente merita (ho mangiato in ristoranti stellati che non avevano il livello di cucina di Mattia)… forse per arrivarci si potrebbe migliorare qualche piccola attenzione nel servizio, nella mise en place (tavoli un po’ più spaziosi… la candelina su tutti i tavoli… un centrotavola floreale…) e nella carta dei vini che a mio parere è l’unica pecca di questo validissimo ristorante.

Bene, della cena ho parlato… passiamo al vino ed alla nespola giapponese! (Il titolo non è affatto casuale eh!)

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Questo Lagrain rosé di St. Pauls mi piace molto, dal colore cerasuolo brillante al naso di frutti rossi ed una sfuggente nota di liquirizia, dal gusto rotondo, tannico e minerale alla piacevole persistenza. Lo beviamo spesso in Vineria Nuova, un locale di Ravenna davvero carino dove mi piace andare con i cari compagni di bicchiere. Ed è qui che c’è stato il fatidico incontro tra il vino (il Lagrain rosé di St. Pauls) e l’ormai famosa nespola giapponese. Ed è qui che il “Povero Andrea” così affettuosamente chiamato è diventato il “Povero e sfasato Andrea”! Questo perché egli ama le nespole giapponesi che fioriscono d’inverno quando tutta la natura è morta… ma lo scorso inverno, nelle sue episodiche uscite, l’impollinatore si è presentato quando ormai erano già nati i frutti… egli quindi spera di non uscire di rado e nel periodo sbagliato il prossimo inverno al fine di non essere più sfasato! D’altronde, come dice wikipedia, la nespola giapponese è così chiamata per avere un bellissimo e giovane fiore assai peloso… vale la pena insomma aspettare l’ardita fioritura!

Io e la "nespola giapponese"

Io e la “nespola giapponese”

Lo so… non ci capirete molto… ma è un piccolo omaggio ai miei deliziosi amici ed alle tante risate fatte in una serata che avevo solo voglia di piangere. Ed alla mia principessa, che mi basta veder sorridere per essere un po’ più contenta… a proposito! Sabato Laura ha compiuto gli anni, le avete fatto gli auguri? 😉

Un abbraccio,

Chiara

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