Se penso al Natale in famiglia penso a quel pranzo intorno al tavolo dei miei nonni, io e mio cugino Marco a capotavola da un lato, zio Adriano e zia Santina a fianco di Marco, papà e mamma al mio fianco e nonno e nonna di fronte a noi. Sotto al piatto io e Marco trovavamo sempre 50.000£ prima e 50€ poi: nonna “allungava” sempre il regalo ufficiale che ci faceva con nonno! Nonno invece, facendo il restauratore di mobili antichi, ci faceva sempre scegliere anche qualche pezzo con cui un giorno avremmo impreziosito la nostra casa. Quanta bellezza in quel gesto così “scontato” di riunirsi tutti insieme a goderci un pranzo speciale preparato con amore da nonna! Ogni anno i due piatti “forti” erano sempre gli stessi: i cappelletti in brodo (preparato con la gallina o il cappone dello zio) e l’anatra all’arancia! Da quando nonno è mancato nel 2009 per me il Natale non è più stato lo stesso.

Zio Adriano ci aveva lasciato già da qualche anno, poi mio cugino Marco si è fidanzato con la regina indiscussa dei casi umani e lo abbiamo perso per 10 lunghi anni. Nel frattempo nel 2013 è mancata nonna e nel 2018 mio papà. Il nostro Natale in famiglia si è sgretolato e da allora abbiamo cominciato ad andare all’agriturismo Trerè di Faenza (RA) che adoro (l’unico posto dove mangi i cappelletti in brodo buoni come li faccio io). La tradizione del gioco del Risiko dopo il pranzo di Natale, l’ho persa con la mia famiglia e guadagnata con il mio fraterno amico Marco. Abbiamo tutti cercato  un nuovo equilibrio che ci facesse riscrivere il nostro concetto di normalità. 

Quest’anno è il primo anno che non vedo mamma e mia zia Santina il giorno di Natale. La quarantena forzata ci ha obbligato a festeggiare un Natale anticipato da Trerè domenica scorsa, che era il 20 dicembre. Devo dire che mi sono davvero commossa: per la prima volta c’era di nuovo tutta la mia famiglia – quella che è rimasta dalle malattie che l’hanno decimata – intorno al tavolo. E per la prima volta c’era anche mio marito Francesco insieme a noi. Eravamo lì, tutti insieme, davanti ai cappelletti in brodo, a scambiarci dei bellissimi regali. Il giorno non è poi così importante in fondo, non credi? Quello che conta davvero è la salute, perchè anche quando senti che la gente muore, per incidente o per malattia, vivi sempre nella bolla che non accadrà a te. Finchè non ci fai i conti.

cappelletti in brodo barbera colli tortonesi

La sera della vigilia…

Oggi è il 24 dicembre e stasera preparerò i cappelletti in brodo. Ho preparato un ripieno delizioso con il formaggio di tara, il formaggio giallo di malga e la robiola della Macelleria Mazzucchelli di Monte Isola, dove vivo. Devo dire che con i loro formaggi i cappelletti di magro (si chiamano così quelli tipici di Ravenna con il ripieno solo di formaggi, tuorlo e noce moscata) sono ancora più buoni. Il brodo è fatto con la lingua, un osso, la crosta del formaggio giallo e le verdure, non sgrassato e super saporito… come piace a noi. In abbinamento questa splendida barbera Sant’Andrea 2019 dei Colli Tortonesi di Vigne Marina Coppi. Si presenta di un bel colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, consistente. Al naso è intenso, vinoso, con note minerali e speziate che si intrecciano a profumi di frutti rossi sia freschi sia in confettura. In bocca ha una texture piacevolissima che gli conferiscono una grande bevibilità, è morbido, fresco ed equilibrato. Un calice tira l’altro! 😍

Ho già messo l’anatra (che viene sempre dalla stessa macelleria) a marinare per domani a pranzo. Ora, dopo averti raccontato perchè è così importante per me l’anatra all’arancia, voglio spiegarti la ricetta passo a passo per condividere ancora un piccolo pezzetto della storia della mia famiglia.

Anatra all’arancia: un po’ di storia

Noi la chiamiamo anatra all’arancia, i francesi la chiamano canard à l’orange… e ne hanno fatto un simbolo della cucina francese. In realtà questo raffinato secondo piatto è nato in Toscana alla corte medicea ed è stata esportato in Francia da una donna, anzi una regina eccezionale… Caterina de’ Medici nel 1547, quando ella andò in sposa a Re Enrico II. I suoi cuochi la chiamavano papero alla melarancia perchè utilizzavano l’arancia per conservare e per coprire il sapore della carne non sempre freschissima. Del resto all’epoca non c’erano certo i mezzi di conservazione di oggi!

Nonna era romagnola, ma le sue sorelle sono andate in sposa a fiorentini e un ramo della mia famiglia è di Firenze. Credo discenda proprio da questo la preparazione dell’anatra all’arancia il giorno di Natale. Ci tengo a precisare che questa ricetta è proprio quella della mia famiglia che mi ha insegnato a fare nonna e pertanto non è esattamente quella originale, ma dopo averle provate entrambe preferisco la nostra versione.

bistecchiera-teglia-tescoma

Prima di spiegarti la ricetta ti consiglio di comprare questa teglia di Tescoma che è perfetta perchè si può usare su qualsiasi superficie, induzione inclusa! La Tescoma 605068 Bistecchiera SmartClick è grande, 42 x 28 cm ed è perfetta per contenere il tuo secondo con contorno! Inoltre avendo zone differenziate di cottura consente anche di infornare tutto insieme perchè nei bordi cuoce meno e così evitiamo di bruciare le patate. Io la sposto dal piano ad induzione al forno, e dal forno alla tavola e dalla tavola alla lavastoviglie: è bella anche come piatto di servizio! Un regalo stupendo di mio cugino, grazie!

La trovi in offerta su Amazon cliccando QUI.

Anatra all’arancia: la ricetta di nonna Mira

Ingredienti per 2 golosoni:

(ma ci mangiate tranquillamente in 4 se la abbinate al primo!)

  • 1 grossa anatra (da 1,5 a 2 kg al netto della pulizia)

Per la scottatura:

  • 50g di vino passito (nonna usava l’Albana di Romagna)
  • 2 cucchiai di olio extravergine
  • qualche ciuffo di burro burro
  • un pizzico di sale grosso

Per la marinatura:

  • 2 grosse arance con la buccia edibile
  • 50g di liquore Contreau o Grand Marnier (io oggi ho usato un profumatissimo Gin perchè non li avevo in casa)
  • 50g di vino passito
  • 1 cipolla rossa
  • 1 cucchiaio di zucchero semolato
  • 10 grani di pepe nero, meglio se di Giamaica
  • un po’ di burro

Per il “ripieno”:

  • le parti solide della marinatura
  • 3 fette di arancia tagliate a spicchi e private del bianco
  • qualche ciuffo di burro

Per la salsa (che userai da caramellare l’anatra):

  • la marinatura filtrata (tutto il solido me lo mettete dentro l’anatra)
  • la scorza di 1 arancia grossa tagliata a listarelle
  • 10g di amido di mais (maizena)
  • 20g di acqua

Per le patate al forno:

  • 2 patate grosse (a me piacciono quelle della Sila IGP)
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • 1 rametto di rosmarino

Ricetta facile in 4 passi:

(possibilmente cominciate il pomeriggio prima)

Fase 1 – la marinatura

  1. In una ciotola prepara la marinatura mettendo il liquore, la scorza delle arance (che avrai pelato con il pelapatate prestando attenzione a non aggiungere la parte bianca), il succo delle arance spremute, il vino passito, il cucchiaio di zucchero e il pepe macinato. Taglia a fettine sottili la cipolla e aggiungila, poi mescola bene.
  2. Lava l’anatra con acqua fredda e asciugala tamponandola con un panno carta. Scegli un contenitore a misura, adagia l’anatra e versa sopra la marinatura, tenendo da parte un po di parte solida da inserire dentro l’anatra dal buco… di pulizia diciamo. Chiudi il contenitore con il suo coperchio o con la pellicola trasparente e riponila nel piano più basso del frigorifero per un periodo che varia tra le 8 e le 24 ore.
anatra all'arancia ricetta abbinamento vino

Il giorno di Natale…

Fase 2 – la scottatura e la prima cottura (da fare circa 3 ore prima di pranzo)

  1. Prendi un ottimo olio extravergine di oliva e mettine due cucchiai sulla teglia con qualche ciuffo di burro, poi falla scaldare a fuoco medio (con l’induzione la utilizzo a 6). La mia teglia di tescoma ha queste “prese” in silicone fantastiche che non ti fanno bruciare le mani quando la sposti.
  2. Pela un’arancia e tieni la scorza da parte (tra poco la taglierai a listarelle). Tagliala a fette e privale del bianco con l’aiuto di un coltello, poi fai degli spicchi e farcisci l’anatra… metti quello che ci sta (circa 3 fette).
  3. Filtra la marinatura e tienila da parte, mentre con le parti solide (cipolla, scorza d’arancia, grani di pepe…) farcisci l’anatra. Chiudi il buco del sedere con un paio di stuzzicadenti.
  4. Asciuga perfettamente l’anatra con il pannocarta o altra carta da cucina.
  5. poi adagiala sulla teglia ben calda e rosolala 5 minuti per parte. Sfuma con il vino passito (una tazzina da caffè, circa 50 g) e appena l’alcol è evaporato girala e lasciala ancora 5 minuti.
  6. Accendi il forno statico a 160°C e infila la sonda (se non l’hai comprala subito su Amazon cliccando QUI, questa è ottima, la utilizzavo col mio precedente forno! Il mio nuovo forno ha la sonda incorporata e si spegne automaticamente quando la temperatura che imposto al cuore è raggiunta).
  7. Massaggia il petto dell’anatra con un ciuffo di burro a temperatura ambiente.
  8. Quando il forno è caldo inforna in un piano medio-basso (io la metto nel terzo dall’alto) in modo da non fare scottare la carne e cuoci a bassa temperatura fin tanto che l’anatra non raggiunge i 60°C al cuore (dipende dal forno, ci metterà circa 1 ora).
anatra all'arancia ricetta abbinamento
anatra all'arancia ricetta

Fase 3 – preparazioni intanto che l’anatra cuoce…

  1. Taglia a spicchi le patate e mettile in una ciotola (io uso quelle di alluminio), poi aggiungi il rosmarino tritato, un filo d’olio e un pizzico di sale. Mescola bene con un cucchiaio e tieni da parte.
  2. Prepara la salsa di accompagnamento. In un piccolo tegame versa la marinatura e portatela a sobbollire a fuoco medio, poi aggiungi le listarelle d’arancia e lascia bollire 5 minuti esatti.
  3. Sciogli la maizena nell’acqua per evitare grumi e aggiungila alla salsa.
  4. Mescola continuamente per qualche minuto fin tanto che la salsa non si rapprende e diventa cremosa, poi aggiungi un ciuffo di burro e spegni il fuoco.
anatra all'arancia ricetta

Fase 4 – la cottura delle patate e la caramellatura

  1. Tira fuori l’anatra dal forno appena ha raggiunto il 60°C al cuore (circa 1 ora).
  2. Alza il forno a 200°C e preriscaldalo mentre fai le restanti operazioni.
  3. Spennella l’anatra con la salsa fin tanto che questa non è finita.
  4. Disponi le patate intorno all’anatra sulla stessa teglia.
  5. Inforna fin tanto che l’anatra non ha raggiunto il 70°C al cuore… nel mentre le patate dovrebbero essersi cotte (circa 20 minuti)!
  6. Alza di un piano l’anatra, attiva la funzione grill e tienila ancora 5/7 minuti per farla caramellare alla perfezione.

anatra all'arancia ricetta

Anatra all’arancia: in abbinamento il Timorasso di Vigne Marina Coppi

Un vino dedicato al nonno di Francesco Bellocchio, che con sua moglie Anna conduce magnificamente questa perla nei Colli Tortonesi: Fausto Coppi. Perfetto, dato che questa ricetta è dedicata alla mia nonna! ❤️

Il timorasso Fausto 2017 è eccezionale. Avevo già assaggiato il Fausto 2015 (leggi la degustazione QUI) e mi era piaciuto tantissimo, ma questo 2017 per me ha assolutamente una marcia in più. Ho riconosciuto le stesse note del 2015, ma ancora più pulite e accentuate e con un idrocarburo ancora più marcato. Si presenta giallo paglierino intenso e brillante, consistente. Al naso è intenso, elegante e caratteristico. Si riconoscono note di arancia, idrocarburo, pepe bianco, cumino, salsedine. In bocca è coerente, fresco, sapido, caldo, equilibrato e molto persistente. Se il 2015 si arricchiva di note più morbide in bocca e sfumature di cioccolato bianco, il 2017 è molto più citrino e minerale.

Complimenti davvero!

L’abbinamento con l’anatra all’arancia è davvero perfetto per profumi, struttura e sapidità. L’anatra all’arancia è leggermente agrodolce e ha una nota amara data dalla caramellizzazione della salsa sulla pelle che contrastano con la sapida freschezza del timorasso. La carne è molto saporita e ricca di sfumature agrumate che concordano con il bouquet e la struttura di questo vino. Il sughetto, con gli umori dell’anatra fusi nel burro è sgrassato dall’alcolicità.

anatra-all'arancia-timorasso

Come hai passato questo Natale?

Spero di cuore che proverai a fare la mia anatra all’arancia con il timorasso Fausto di Vigne Marina Coppi in abbinamento per coccolare la tua famiglia appena possibile. Questo secondo è perfetto qualsiasi giorno dell’anno, non temere! 😌

Cheers 🥂

Chiara

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P.P.S. Come puoi vedere nella foto di copertina ho preparato anche i grissini, clicca QUI per la mia ricetta tratta dal libro Gli Aristopiatti!

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