La mia onestà intellettuale mi impedisce di dire – e scrivere – qualcosa che non penso… così eccomi a raccontarti i 4 vini della “Sfilata 2021” di Feudi San Gregorio. Ti anticipo che una chicca che dovresti provare c’è, eccome! Tuttavia c’è anche un vino che non mi ha convinto in quanto lo credo “vittima” di un’annata un po’ troppo calda. La preview riservata alla stampa si è tenuta l’11 maggio 2021 su Zoom ed è stata un’esperienza ben fatta, grazie all’ottima regia che ci aveva fatto pervenire tutto il necessario, da dei bellissimi calici con lo stelo satinato ai vini.

feudi san gregorio sfilata 2021

Feudi San Gregorio: Pietra Calda 2020.

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Appunti di degustazione:
Giallo paglierino brillante con riflessi verdolini. Al naso note di vaniglia, mela, scorze di mandarino bagnate nel cioccolato bianco, basilico grechetto, fiori d’origano. In bocca è caldo, fresco, abbastanza sapido e rotondo. Buona bevibilità, anche se si sente un po’ l’alcolicità.
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Note dell’azienda:
Fiano, varietà autoctona dell’Irpinia che ha trovato spazio anche in altre zone perchè è una varietà molto plastica, resistente alle fitopatologie e con una buccia spessa. In alcuni vigneti la facciamo maturare fino a dicembre per fare esprimere il quadro aromatico in modo diverso, senza produrre vini dolci. Per la sua capacità di adattamento la troviamo in California, Australia…
è la varietà più orizzontale, meno acida e meno verticale. Ora è appena messa in bottiglia e ha bisogno di qualche mese per esprimersi meglio.
Il nostro stile è aggiungere il meno possibile, 600 ettari DOCG, Feudi ha 100 ettari più altri conferitoti.
Il progetto Feudi Studi è stato uno strumento per conoscere meglio il nostro territorio. Feudi è un’azienda che lavora in un territorio molto esteso con tanti piccoli conferenti che spesso hanno uve migliore delle nostre perchè hanno vigneti più vecchi che ti danno la massima qualità. La forza nostra è il conferente che sono centinaia di persone che hanno piccoli vigneti che li gestiscono da buon padre di famiglia nel migliore dei modi. Questa eterogeneità fa si che quando facciamo i tagli abbiamo per ogni tipologia anche 60-70 tipi diversi con sfumature diverse a disposizione e questo ci permette di fare un grande prodotto.
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Feudi San Gregorio: Cutizzi 2020

Ecco la chicca, il vino irpino di Feudi San Gregorio che dovresti provare assolutamente!
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Appunti di degustazione:
Colore leggermente più concentrato del fiano, giallo paglierino intenso e brillante. Al naso è salmastro, con note di pesca gialla, pera matura, iodio, macchia mediterranea, scorza di lime, chinotto, burro salato. In bocca è freschissimo, estremamente sapido, caldo, coerente, affascinante. Grande persistenza e grande equilibrio, ha tantissimo potenziale di evoluzione in bottiglia.
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Note dell’azienda:
Tufo è un paese con suoli particolari e lì ci sono le miniere di zolfo, miniere che con il terremoto hanno chiuso. Il greco di Tufo è sapido e verticale. La pianta si esprime in modo diverso da zona a zona. Il greco di Tufo è qui a Tufo, zona costituita da 8 comuni con uve che si comportano in modo diverso a seconda del terreno. I più verticali sono quelli sopra le miniere. Le rese sono basse, intorno a 40 quintali se va bene. Il greco è ricco di catechine e tende ad ossidarsi e noi lo ossidiamo addirittura prima, quindi non vede la solforosa.
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Feudi San Gregorio: Visione 2020

L’ho trovato un vino rosato piacevole e delicato, perfetto per chi ama lo stile Provenzale. Attenzione con gli abbinamenti: questo vino è più vicino a un bianco fragrante che a un rosato come molti si aspettano. L’azienda dice di ispirarsi ai vini del Garda, ma per la mia esperienza questi sono molto più “carichi” sia al naso sia al palato. Visione di Feudi San Gregorio si abbina benissimo a carpacci e tartare di pesce di acqua dolce.

Appunti di degustazione:

Rosa buccia di cipolla tenue. Al naso è estremamente delicato con note appena percettibili di rosa, fiori d’origano e buccia d’arancia che lo rendono adatto a sposarsi con piatti molto delicati. In bocca è molto sapido, caldo, fresco e minerale. Abbastanza persistente, aumenta a lungo la salivazione.

Note dell’azienda:

Nel produrre un rosato di aglianico è importante avere visione, determinazione e coraggio. Ci teniamo molto perchè ci ricorda da dove veniamo e al contempo ci mostra la direzione che dovremmo prendere. Il rosato per noi non è solo un colore, ma è un’ispirazione legata alle caratteristiche vocazionali del territorio. Per noi deve essere verticale, fresco e acido. Il nostro rosato non fa macerazione, semplicemente l’aglianico è vinificato come un vino bianco e questo colore rosa tenue è il colore del succo. Noi vogliamo creare dei rosati che possano migliorare nel tempo, non che durino qualche mese. In Italia ci ispiriamo ai rosati del lago di Garda, perchè in Irpinia il clima è montano.

feudi san gregorio visione

Feudi San Gregorio: Taurasi 2016

Ecco il vino che davvero non mi ha convinto: il Taurasi 2016. Al naso per me ha un sentore di cotto che tradisce un’annata probabilmente molto calda dove l’uva non è stata raccolta tempestivamente. Tuttavia ti anticipo che sono stata l’unica a notare questo sentore e i miei colleghi hanno riservato commenti molto più entusiasti di me quindi probabilmente è il mio naso in difetto… comunque l’ho usato per il brasato e ci è venuto benissimo. Anzi se lo assaggi fammi sapere cosa ne pensi!
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Appunti di degustazione:
Si presenta di colore rosso rubino profondo, quasi impenetrabile. Al naso ha un sentore un po’ di frutta cotta che mi lascia intuire che il 2016 è stata un’annata forse un po’ calda e che i tempi di vendemmia non sono stati propriamente azzeccati, a meno che non si sia cercata una nota surmatura che alla preview hanno confermato di non aver cercato. Non fraintendermi, è comunque piacevole e si beve anche volentieri, ma non ti consiglierei di comprare questa particolare annata. Si sentono anche note di ciliegia matura, pepe nero e un retrogusto di caffè. In bocca è caldo, morbido, acidulo, sapido e strutturato, con un finale abbastanza lungo.
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Note dell’azienda:
L’aglianico ha la buccia sottile e per questo ha bisogno di climi caldi e asciutti e non ama la pioggia: si rovina con facilità. Lo stile dell’aglianico sta cambiando: oggi non si cerca più di “sovraestrarre”, ma si fanno macerazioni più brevi di 15 giorni al massimo. Inoltre il cambiamento climatico favorisce queste uve che hanno quadri complessivamente più equilibrati. La viticoltura sta assecondando il cambiamento e la freschezza non viene penalizzata in funzione dell’alcol. L’uva ha tanta acidità che esalta il tannino e per questo ha bisogno di tanto tempo per arrotondarsi. In ogni caso nelle zone più alte il Taurasi si esprime meglio in quanto i tannini diventano più setosi e meno grossolani. Infatti nonostante l’annata calda, a 600 metri di altitudine le uve sono maturate dopo ma in condizione migliore.

Grazie a Feudi San Gregorio e in particolare a Mariarita Fischetti per la piacevole esperienza!

Cheers

Chiara

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