In un tranquillo pomeriggio di metà dicembre ricevo un invito dell’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel… ed è così che istantaneamente la mia mente torna alla Francia e al mio splendido soggiorno presso questo meraviglioso Hotel di fronte all’Opéra di Bordeaux. Avevo già parlato dell’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel in altri miei articoli dedicati ai Millésima Blog Awards… ma ho deciso di passare una nostalgica sera a ricordare questi bellissimi giorni mentre mi bevo un calice di vino rosso (per l’esattezza la Barbera d’Asti 2014 di Tenuta Capri).
Incominciamo con questa foto che mi piace tantissimo! L’ho scattata all’aeroporto Parigi-Charles de Gaulle mentre aspettavo la coincidenza per Bordeaux. Inoltre mi sono truccata in un delizioso tavolino verde, mentre mangiavo uno squisito macaron di colore lilla all’olio essenziale di lavanda. Io adoro la lavanda, poche cose mi rilassano come il suo profumo, e ne tengo sempre un sacchetto profumato sul cuscino a cullarmi il sonno.
Quante emozioni diverse in appena mezz’ora di attesa! Ho sempre pensato di me di essere una persona con pochissima pazienza, ed in effetti in passato ho chiuso rapporti di amicizia e amore con grande rapidità proprio per questo mio aspetto caratteriale. Non sapevo attendere, forse perché non sapevo apprezzare il percorso che mi separava dal risultato ambito. Poi sono cresciuta, ora chi mi conosce bene mi definisce con una pazienza “stoica”. In realtà ho semplicemente imparato a soffermarmi ad osservare il percorso con grande attenzione, e ad amarlo a volte più del risultato stesso. Forse è proprio questo senso d’attesa che più amo delle camere di Hotel. Quando sono lì, attendo sempre qualcosa. Che sia un evento, una serata importante, un premio, un appuntamento di lavoro… attendo, e poi attendo ancora. Sto come le foglie sugli alberi, aspetto di volare via da un momento all’altro, con calice di Champagne tra le mani e i miei occhi grigio-ceruleo posati oltre la sera. Anche all’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel è stato esattamente così. Mi sono ritrovata con indosso solo una vestaglia blu avio, sulla dormeuse, a sorseggiare Champagne osservando l’Opéra e guardando spettacoli mai esistiti proiettati solo per me dalla mia fantasia.
L’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel è semplicemente bellissimo. La mia stanza era più grande del mio appartamento in centro a Ravenna, e si affacciava direttamente sulla piazza de l’Opéra. Appena arrivata mi sono preparata un bagno caldo, perchè anche se era aprile faceva parecchio fresco e pioveva a dirotto.
Adoro la bellezza, la pulizia e la cura dei dettagli. Sono un’esteta in ogni mio pensiero e in ogni mio gesto. Ogni giorno ho deciso di ritagliarmi un’ora per curare il mio corpo, perché ho capito quanto questo sia sacro e importante per custodire la bellezza della mia mente. La SPA dell’Intercontinental Bordeaux è il luogo ideale dove ricongiungere la propria dimensione mentale a quella fisica.
Dopo il bagno ho indossato velocemente la vestaglia e ho scartato i cadeau che mi ha lasciato l’hotel. Ho scaricato le prime foto sull’iPad, scritto sul blog. Poi ho atteso l’ora in cui avrei conosciuto i miei compagni di avventura. La sera avrei cenato nel Bistrot di Gordon Ramsay, e mi sarei chiesta per l’ennesima volta se è davvero schizzato come mostra in TV oppure quello è un personaggio creato ad hoc per soddisfare il pubblico della televisione.
In una settimana a Bordeaux ho bevuto così tanto Champagne da perderci la testa. Mi aspettavo di bere soprattutto i grandi rossi bordolesi – e in effetti ho degustato tutti i vini presentati alla Primeur – ma anche lo Champagne ha avuto uno spazio enorme, con mia graditissima sorpresa. L’aperitivo nel Victor Bar dell’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel preparato dallo staff di Gordon Ramsay è stato semplicemente perfetto, con una nota di merito particolare per il “Fish & chips” servito sulla carta del Times. Poi questo è stato il momento dove ho conosciuto tutti! Lisa Denning, che mentre lavorava al New York Times si è innamorata della cucina al punto di mollare tutto e studiarla al French Culinary Institute, per poi lavorare per Sherry-Lehmann – Wine & Spirits Merchant since 1934 in NYC e approdare oggi anche a Grape Collective, azienda che vende vino dall’Upper Weast Side di ogni parte del mondo in ogni parte d’America. Io e Lisa abbiamo vinto lo stesso premio, solo che Lisa l’ha vinto per l’America e io per l’Europa. Poi ho conosciuto Ágnes Németh, di origini ungheresi e che ora vive a Barcellona, redattore capo in Ungheria della rivista britannica Decanter, di VinCE Magazine e fondatrice del VinCE Budapest Wine Show. Ágnes mi è anche venuta a trovare sul lago d’Iseo e mi ha fatto scoprire vini ungheresi straordinari e mi ha regalato un libro di ricette ungheresi davvero deliziose!
E mentre ti presento la cena nel Bistrot Gordon Ramsay, ti presento anche i nostri 3 cavalieri, vincitori dei Millésima Blog Awards 2017 come noi nelle rispettive categorie. Incantata dalle nobili maniere Daniel Ercsey, co-autore del Grande Atlante del vino ungherese, giudice permanente ai più importanti concorsi internazionali tra cui il Concours Mondial de Bruxelles e co-fondatore e redattore capo di un blog meraviglioso, WineSofa! Poi come non adorare Rob Frish? Me lo immagino mentre viveva la sua dolcevita europea studiando tedesco e recensendo i migliori ristoranti per un settimanale di Chicago! E infine c’è Jeff Burrows, WSET dal Minnesota, che per tutto il soggiorno ha fatto foto meravigliose… non a caso ha vinto il premio nella categoria “Wine Reporter”!
La cena è stata deliziosa, con una nota di merito per il boeuf Wellington, accompagnato a delle ossa ripiene di midollo con i pistacchi. Il vino in abbinamento, lo Château la Fleur de Peyrabon, Puillac Cru Bourgeois del 2009, in vendita sul wine shop di Millésima è stato davvero una scoperta! Il servizio è stato perfetto, sia come tempi sia come modi. Abbiamo conversato piacevolmente per tutta la cena, mentre Manuela Picot e Marcus Din Mbedi di Millésima ci illustravano il programma!
L’Intercontinental Bordeaux Le Grand Hôtel ospita anche Le Pressor d’Argent, ristorante 2 stelle Michelin di Gordon Ramsay. Quando sono entrata la prima cosa che mi ha colpito sono le orchidee: ce ne sono ovunque, tutte rigorosamente phalaenopsis bianche. La sala è elegantissima ma comunque molto accogliente, e tutto l’ambiente è curatissimo. La cucina di Gordon Ramsay è un vero gioiello, quasi quasi ha pure ragione ad agitarsi quando vede certe porcate dei ristoranti che vanno in TV nel suo celebre format “Cucine da incubo”. Mi hanno solo fatto un po’ impressione gli astici e le aragoste, stipati come nemmeno in un carro bestiame in un acquario troppo piccolo per il numero che ne conteneva. Da acquariofila innamorata del mondo sommerso sono cose che inevitabilmente noto! Curioso che il nome del ristorante deriva proprio da una rara pressa in argento massiccio Christofle per aragoste, utilizzato come centro sala – ne esistono solo 5 al mondo!-. Questi crostacei sono anche il simbolo della cucina del ristorante, dove lo chef Gilad Peled incanta i suoi ospiti con una “Native lobster from the ‘press’ cooked with lemon leaves, sweetcorn, courgette and girolles” ovvero un’aragosta “nativa della pressa” cucinata al vapore con foglie di limone, granoturco, zucchine e bisque di corallo e citronella. Io peròmi sono incantata a guardare la carta dei vini…
E dopo aver vissuto questo splendido ricordo posso tornare a rotolarmi sotto il piumone! Ti saluto con questo splendido video retrospettiva della splendida settimana passata a Bordeaux durante le premiazioni dei Millésima Blog Awards!
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