Agli sgoccioli dell’uscita al pubblico della mia Guida Vini Spumanti 500 bolle in 500, voglio spendere qualche parola su una delle bolle più bistrattate d’Italia: il Prosecco e, in particolare, un suo piccolo Cru, il Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG. Ti anticipo che nella mia Guida ho dato pochissimo spazio a questa denominazione, ma non perchè in mezzo non ci siano bollicine di assoluta qualità, ma perché il Veneto, così come la Lombardia e il Trentino, sono da sempre le regioni più trattate quando si parla di bollicine… e io ci tengo molto a farti scoprire anche qualche vino spumante fuori dai “soliti itinerari”. Il Prosecco Valdobbiadene Superiore Cartizze, tuttavia, è a tutti gli effetti una bolla che può dare grandissime soddisfazioni, soprattutto se stai facendo un aperitivo con i tuoi amici, per la sua capacità di accompagnare con gusto e freschezza le tue conversazioni senza interromperle!



Prosecco Valdobbiadene Superiore Cartizze: Zone di Produzione

Il Prosecco Valdobbiadene Superiore Cartizze è prodotto in un piccolo Cru di soli 107 ettari di vigneto suddivisi tra 117 produttori, nel comune di Valdobbiadene e, più precisamente, nelle località di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol.

Prosecco Valdobbiadene Superiore Cartizze: storia e origini del nome

Il nome “Cartizze” sembra essere una derivazione di “gardiz o gardizze”, così come vengono chiamati i graticci usati per l’appassimento delle uve. Nel cru del Cartizze infatti, grazie anche all’ambiente pedoclimatico caratteristico, l’uva viene vendemmiata tardi, solo dopo aver mostrato i primi segni di appassimento naturale. Questa scelta sicuramente fa sì che, grazie al minor contenuto d’acqua negli acini, si concentrino profumi e sapori che rendono il vino prodotto di qualità organolettica superiore.

Un tempo l’uva, quando era pronta per la vendemmia, veniva avvolta grappolo per grappolo nelle gardizze, anzi nelle Cartize. Il risultato di questo meticoloso procedimento era un vino dolce, quasi un passito. Se questa tipologia di vino era molto apprezzata agli inizi del secolo scorso, intorno agli anni ’50 l’indice di gradimento dei vini dolci subì un arresto colossale e nacque la necessità di cercare una nuova strada per valorizzare queste zone così generose di uve profumate.

L’idea di trasformare il Cru di Cartizze ed avvicinarlo al più tradizionale prosecco in realtà è un’ottima trovata commerciale che ha anche interessanti risvolti gusto-olfattivi: l’anidride carbonica infatti ha il pregio di aumentare non solo le sensazioni dure che bilanciano perfettamente queste uve naturalmente morbide e dolci, ma accresce notevolmente la percezione dei profumi.

L’uva, pronta per la vendemmia, veniva avvolta grappolo per grappolo nelle “cartize”, per aumentare il tasso zuccherino dell’uva. Il vino così ottenuto, il Cartizze appunto, era quindi un vino da dessert, più vicino al Picolit o ai Passiti. Questa tipologia era molto apprezzata agli inizi del secolo. Con l’ultimo dopoguerra il gradimento per i vini dolci ebbe un crollo, fino ai giorni nostri, dove allo spumante viene richiesto pochissimo zucchero e un colore “scarico”. Così la lavorazione del cru di S.Stefano si uniformò a quella del prosecco comune, mantenendo unicamente l’uso della vendemmia tardiva. Il Cartizze di oggi divide quindi quasi tutte le qualità con i Prosecchi, sottolineandone però la profumazione, decisamente più ricca ed intensa.

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Prosecco Valdobbiadene Superiore Cartizze: caratteristiche organolettiche

Pur essendo a tutti gli effetti un prosecco, ha un colore più intenso, un bouquet di profumi più ampio e al gusto si presenta più deciso e strutturato. Questo è dovuto sia al particolare terroir, ma anche al metodo di vinificazione! Se da un lato il prosecco è per lo più vinificato con il Metodo Charmat, il Cartizze è ottenuto con il Metodo Charmat Lungo o, addirittura, con il Metodo Classico! Devo anche dirti che il Cartizze però ha un prezzo nettamente più elevato del Prosecco di Conegliano o Valdobbiadene classici. Tuttavia, se scegli un buon prodotto e ti piacciono i vini di questa tipologia, sono certa che sarai felice di stapparti una bottiglia in compagnia! Poi certo, Cartizze a un degustatore suona un po’ come una leggenda, ma a volte anche le leggende sono dotate di grande fascino… non trovi?

Cheers 🙂

Chiara

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