Oggi ti voglio parlare di un’azienda che ho avuto il piacere di scoprire grazie a Fabio Carisio, Mr Art & Wine, quando sono stata a Barolo il mese scorso (Leggi qui la prima puntata del mio #WineDiary su Barolo!). Sylla Sebaste nasce nel 1985 grazie a Tersilia Sebaste e, dal 2000, la famiglia di Fabrizio Merlo ne ha rilevata la proprietà e l’ha completamente rinnovata. Innanzitutto voglio complimentarmi per l’ordine e la pulizia che ho visto in questa azienda, davvero impressionanti e degni delle più grosse e strutturate realtà!

L’azienda Sylla Sebaste si trova appena fuori il comune di Barolo, in Via San Pietro 4, è facilmente raggiungibile e ha un ampio parcheggio per i visitatori. Ospita il delizioso ristorante di Matteo Morra, e credo che abbinare la visita in questa cantina e un pranzo o una cena in questo ristorante sia una delle migliori esperienze che puoi fare a Barolo e dintorni!

La struttura esternamente è molto bella anche nella sua semplicità, e il connubio di vino e cucina la rendono una location perfetta per eventi e matrimoni anche perché il panorama delle langhe è un qualcosa di straordinario… che niente ha da invidiare a Montalcino o ai colli senesi. La gentilezza di Fabrizio Merlo poi, è qualcosa di ancora più rara e fare la visita in cantina insieme a lui è stato un vero piacere. Ha capito subito che non mi interessava risentire tutta la storia del Barolo perché ormai ne avevo le orecchie fin troppo piene, ma mi interessava più qualche aneddoto sull’azienda e la sua filosofia produttiva. Sono abituata a fare tantissime visite in cantina nel corso dell’anno perché credo che sia l’unico vero modo di capire il vino, a patto che non si finisca per scrivere contenuti celebrativi dell’azienda stessa… credo infatti che il più grande limite del wine blogger sia proprio l’immedesimazione nella storia del vignaiolo o della sua famiglia. Guardare con un sano distacco non ti fa perdere l’obiettività nel raccontare l’esperienza, ed è quello che oggi farò per te. Ah, la barricaia è davvero suggestiva!

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Non sono solita a parlare nei miei articoli con un clinico occhio professionale da sommelier AIS… ma la degustazione presso Sylla Sebaste è stata così puntuale che merita una piccola eccezione! Deliziosi anche gli abbinamenti preparati dallo chef Matteo Morra!

Degustazione 1: Roero Arneis DOCG – Si presenta di un giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Sul bicchiere lavora bene e forma archetti vicini e abbastanza regolari che scendono lentamente. Al naso è abbastanza intenso e abbastanza complesso, si fondono note di erba cedrina con frutta a pasta bianca, pompelmo, salvia e ha un finale mandorlato. In bocca prevalgono le durezze, è sapido, minerale e abbastanza fresco. Manca un pochino di freschezza e questo gli toglie un po’ di longevità: l’ho trovato pronto, verso il maturo, con un’aspettativa di vita inferiore a 8 mesi prima di iniziare la fase calante. Abbastanza caldo, manca di morbidezza ma nel complesso è abbastanza equilibrato e abbastanza fine. Un vino discreto da abbinare a carni bianche non troppo elaborate, a formaggi a pasta semidura non troppo aromatici e perfetto per la frittata agli spinaci che ci è stata servita.

Degustazione 2: Barbera d’Alba DOC – Si presenta di un rosso rubino intenso con riflessi porpora, trasparente, limpido, consistente, con archetti abbastanza regolari che scende lento. Al naso si intuisce un passaggio importante in botti di rovere di Slavonia di primo e secondo passaggio. Il naso è intenso, legnoso ma non complesso, dove prevalgono le tostature sulla marasca che nonostante tutto rimane importante. Il finale è leggermente balsamico. In bocca è abbastanza equilibrato, abbastanza caldo, morbido ma con un’acidità leggermente sgarbata. Anche se è pronto, per dare il meglio di sé ha bisogno sicuramente di passare ancora qualche mese in bottiglia. Interessante proporlo con i ravioli del plin di Matteo Morra, perfetto per formaggi a pasta dura molto aromatici. Da grande amante del Barbera d’Alba, è forse l’unico vino della Cantina Sylla Sebaste che non mi ha convinta.

Degustazione 3: Nebbiolo d’Alba DOCG 2011 – Si presenta di un rosso rubino intenso con bordi che già tendono al granato, trasparente, limpido, consistente, con archetti abbastanza regolari che scendono lentamente. Il naso si presenta leggermente madeirizzato, mi ha fatto pensare che le uve si siano leggermente cotte al sole (forse c’è stata della sovramaturazione perché c’è un finale di banana). Il naso è comunque complesso con frutti blu, goudron, sottobosco, pepe, solvente, vaniglia. In bocca entra caldo, asciutto, abbastanza fresco e sapido. Direi che manca proprio un po’ di freschezza che lo porta ad essere abbastanza armonico, pronto, ma poco longevo. Abbinamento con piatti di carne, cotture complesse, formaggi a pasta dura.

Degustazione 4: Nebbiolo d’Alba DOCG 2012 – In linea con il 2011, qui le uve non si sono cotte e il naso non ha quella nota da Madeira che fa perdere di eleganza. Questo Nebbiolo ha bisogno ancora di un annetto per dare il meglio di sé ma promette davvero bene.

Degustazione 5: Barolo DOCG 2011 – Si presenta di un bellissimo rosso granato, trasparente, limpido, che lavora bene sul bicchiere con archetti regolari. Il naso è intenso, molto complesso, dove prevalgono i terziari abbinati ad una marasca che è diventata “sotto spirito”. Tabacco, pepe nero, solvente, funghi porcini secchi… sono solo i primi aromi che sento. In bocca è caldo, abbastanza morbido, abbastanza sapido… e la freschezza mi fa ben sperare per arrotondare un tannino attualmente troppo verde che lo rende ancora giovane e pronto in poco meno di 2 anni. La grande persistenza in bocca lo renderanno perfetto per il brasato!

Degustazione 6: Barolo DOCG 2012 Bricco delle Viole – Fabrizio mi ha spiegato che è vinificato in criomacerazione, la stessa tecnica usata per i prestigiosi pinot nero francesi… L’enologo Luca Caramellino ha scelto di effettuare una macerazione delle uve sulla buccia a freddo a 5 gradi per 4 giorni prima di lasciare libera la temperatura per la successiva fermentazione alcolica in riduzione di ossigeno per 10 giorni, dopo i quali c’è la svinatura e l’affinamento in botte per 3 anni e mezzo. Si presenta di un bel rosso granato trasparente, limpido, con archetti regolari, abbastanza consistente. Al naso è intenso, complesso, con sentori di porcini secchi, terriccio, tabacco, tartufo, goudron, pepe, rosa selvatica, marasca sotto spirito e ha un bel finale di cacao. Caldo, morbido, fresco e sapido, con un buon equilibrio e una grande persistenza in bocca. Pronto da bere, ma con grande longevità. Si abbina benissimo a tutti i piatti più importanti della cucina piemontese, divino con la tartare di bue di Matteo Morra Restaurant!

Degustazione 7: Barolo DOCG Bussia 2011 – Fabrizio me ne ha omaggiati 2 a casa… che ho bevuto insieme al mio leggendario Brasato al Barolo (presto metterò la ricetta!) Si presenta di un bel rosso granato, trasparente, limpido e con archetti regolari. Al naso è intenso, la marasca sotto spirito si fonde con il tabacco, il pepe nero, il solvente, la vaniglia, i fiori secchi, un tocco di pepe e cardamomo. Caldo, morbido, prevale la freschezza sulla sapidità e sono certa che avrà lunga vita, anche se è già piacevole da ora. Con la mia guancia brasata si è sposato alla perfezione, è stata un’esperienza stupenda e ringrazio Fabrizio Merlo per avermi dato l’opportunità di viverla nel mio quotidiano. La migliore espressione dell’azienda Sylla Sebaste!

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Degustazione 8: Barolo Chinato – Si presenta di un bel rosso rubino intenso, con sfumature quasi nere, impenetrabile e molto consistente. Al naso sentori di genziana francese, cardamomo e china si fondono con profonde note balsamiche che ho ritrovato anche in bocca. Piacevole meditarci sopra, il naso in alcuni punti mi ricorda il Fernet che adora mio padre.

Concludo mostrandoti un’ingrandimento della bella etichetta dipinta da Pierflavio Gallina che da anni vive tra il suo atelier di La Morra e il Sestriere.

E’ diventato famoso per le sue geniali opere ad olio e piombo: due suoi lavori sono stati aquisiti dalla Collezione Fondazione De Fornaris per la Gam – Galleria Civica d’Arte  Moderna e Contemporanea di Torino. Ispirato al suo nume letterario e compaesano Cesare Pavese, si è fatto apprezzare in Langa anche per le etichette create per alcune cantine produttrici del Barolo: nel 1988 ha avuto l’onore di realizzare quella per l’Enoteca Regionale di Barolo che da trent’anni affida ad artisti internazionali l’effigie per la propria bottiglia istituzionale. Protagonista di molte personali in Italia e recensito dal direttore della Biennale di Venezia Giovanni Carandente, ha acquisito fama internazionale grazie a due personali negli Usa: una a New York e l’altra in California da Robert Mondavi, tra i più importanti produttori vitivinicoli della Napa Valley e suo collezionista. In virtù di una collaborazione con l’associazione Art & Wine Club – Italian Top Style (di cui è socio) Gallina ha destinato una delle sue più riuscite incisioni sui paesaggi di Langa all’etichetta del nuovo Cru di Barolo di Sylla Sebaste. Nell’opera Barolo (2013, acquaforte acquatinta acquarellata a mano) l’antico castello dei Marchesi Falletti domina il tipico paesaggio vitivinicolo di Langa, stilizzato con la sapiente alternanza tra la flessuosità delle colline e le geometrie dei filari su campiture monocromatiche con abili variazioni tonali e sgargianti contrasti simbolici come la luna sorgente.

Fabio Carisio, Art & Wine

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A presto Fabio e Fabrizio,

grazie

Chiara

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