Martedì scorso sono stata a Serravalle Scrivia per la presentazione del nuovo progetto di promozione turistica #ThinkSerravalle. Lo so, lo so… questo articolo si è fatto un po’ attendere! Ma tra la stesura della mia guida vini spumanti, uno splendido wine shop da finire in Giappone (non vedo l’ora di fartelo vedere!!) e gli impegni in giro per l’Italia a seguire importanti progetti con i miei clienti ho avuto una settimana davvero piena… Vorrà dire che mi farò perdonare dall’organizzazione di #ThinkSerravalle con un articolo bellissimo! ?
Partiamo dalle basi: sono stata contattata dall’agenzia di PR Isobar Communications per un invito alla Conferenza Stampa dedicata ad un nuovo modo di comunicare il territorio di Gavi, #ThinkSerravalle appunto, che, dal momento che ha anche una forte connotazione enoturistica, richiedeva anche la presenza di una wine blogger “sul pezzo” insieme alle frotte di giornalisti che avevano riempito la stanza della meravigliosa cantina vini Villa Sparina. Ne approfitto ora per fare i complimenti a Isobar Communications per l’organizzazione impeccabile delle comunicazioni, caratterizzata da una tempestività e una meticolosità davvero rare nel mondo del vino.
Insieme ad altri giornalisti sono partita da Milano Cadorna su un grande bus preistorico arrivato dopo ben 1 ora in sostituzione di quello piccolo e molto molto figo con cui dovevamo invece partire. Pazienza, al ritorno sono stata comodissima grazie a Marco, un autista davvero professionale e simpatico che ha guidato una bellissima Mercedes tutta per me… anzi, no aspetta! Dietro c’erano anche due simpaticissime giornaliste de La Stampa che si erano perse nel McArthurGlen Serravalle Designer Outlet a fare shopping e che abbiamo dovuto aspettare per oltre mezz’ora prima di rientrare a Milano!!! ?
#ThinkSerravalle/1: Area Archeologica di Libarna
Prima tappa del nostro tour del Gavi per vivere in prima persona le fantastiche esperienze di #ThinkSerravalle. Avevo un sonno epico perché la notte precedente non avevo dormito nulla dato che in serata ero stata con Davide in uno dei locali più esclusivi di Milano, il 1930 Secret Bar ed eravamo rientrati a Brescia poco dopo l’una di notte. La mattina per essere a Milano Cadorna puntuale sono partita all’alba… ed aspettare un’ora il bus sostitutivo in piedi al freddo non è stato un buon inizio di giornata, anche se non era certo colpa di nessuno e i guasti, ahimè, succedono! Comunque nell’area archeologica di Libarna ci aspettava una squisitissima merenda a base dei Baci storici di Libarna e di un nettare di albicocche così denso, saporito e buono che bisogna che i prossimi giorni chiamo questa azienda agricola Zerbo per chiedere se spedisce! I Baci di Libarna poi, davvero, sono i biscotti più buoni che ho mangiato nei miei 32 anni di vita… e spero di poter “corrompere” qualcuno per avere la ricetta! ?
Lungo la strada provinciale 35 “dei Giovi”, tra Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, affiorano i resti dell’antica città romana di Libarna. Sono visibili l’anfiteatro, il teatro, due quartieri di abitazioni e alcune strade urbane, mentre le terme, le porte uriche e il foro, dopo gli scavi archeologici, sono stati reinterrati. L’origine della città risale al tracciamento della via Postumia intorno al 148 a.C. che collegava Genova con Aquileia. La riscoperta della città invece avviene in occasione della strada regia Torino-Genova intorno al 1820.
Devo dire che osservare e camminare tra i resti di un’antica città romana mi ha fatto un certo effetto. Sono entrata in punta di piedi nelle loro abitazioni, così ben definite intorno al cardine massimo. Ho immaginato le loro vite, negli antichi fasti di Roma, di guardare una tragedia e di mangiare i Baci di Libarna sdraiata su un comodo letto sul pavimento di mosaico del mio Triclinio. A proposito, sai che questi deliziosi biscotti sono anch’essi il recupero di un’antichissima ricetta?
Poi non ti dico la gioia di sapere che dal 2012 si stanno realizzando studi per trasformare l’ex casa cantoniera all’interno dell’area archeologica di Libarna in museo e centro visitatori, con i finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali derivanti dagli introiti del gioco del Lotto. Bravissimi! Lo so, sarà solo una piccola parte di tutti gli introiti rubati ad italiani ignoranti e incapaci di puntare sull’unico gioco che hanno davvero possibilità di vincere: la loro realizzazione. Il Lotto poi è solo la punta dell’iceberg di un paese spennato dal gioco d’azzardo. Però mi fa piacere lo stesso. ?
“Siamo un Paese di analfabeti matematici, in cui un sacco di gente ammette di non capire nulla di matematica, senza provare il senso di vergogna o disagio che mostrerebbe se dicesse che non sa leggere o scrivere. Il pensiero scientifico, in Italia, non viene visto come uno strumento che serve per navigare la realtà». Tranne, ovviamente, da chi progetta e guadagna con il gioco, che la matematica la conosce eccome.”
Marco Verani, professore di matematica al Politecnico di Milano
La matematica non è un’opinione. Anche per questo la amo molto, o non la amo per niente.
#ThinkSerravalle/2: Resort Villa Sparina & Conferenza stampa
La seconda tappa è stata nelle meravigliose cantine di Villa Sparina, scenograficamente allestite per la conferenza stampa di #ThinkSerravalle. Villa Sparina è tanta, ma tanta, roba. Incastonata nei panoramici vigneti di Monterotondo, è un complesso colonico del 1700 di grande fascino esterno, ma è nelle straordinarie cantine storiche che dà il meglio di sé. E poi sono stati davvero bravi con l’allestimento che hanno preparato per incantare noi giornalisti, illuminando parte degli ambienti solo con l’ausilio di candelabri e lanterne con piccole candele.
Fondata intorno al 1970, la cantina vini di Villa Sparina è di proprietà della famiglia Moccagatta e possiede circa 100 ettari (di cui 70 coltivati con vigneti autoctoni) nel cuore del Gavi e del Monferrato.
Oltretutto ho scoperto che da fine anni ’90 vinificano separatamente un piccolo cru di Cortese risalente al 1945 e ne fanno il cuore della loro produzione, un Gavi chiamato Monterotondo che in questa giornata non ho avuto il piacere di assaggiare.
Alla presenza di Alberto Carbone, sindaco di Serravalle Scrivia, di Antonella Parigi, Assessore alla Cultura e Turismo della regione Piemonte, di Giovanni Ferraris, Assessore allo Sport Regione Piemonte, del Prefetto di Alessandria, tutti i partner dell’iniziativa hanno raccontato ad una folla più o meno attenta di giornalisti un progetto che, in effetti, ha diversi punti lodevoli. Tranne un intervento davvero noioso che ahimè è durato parecchi minuti, ho sentito gli interessanti punti di vista dell’Assessore alla Cultura e Turismo della regione Piemonte, Antonella Parigi. E ho visto in questo gruppo eterogeneo di rappresentanti dell’arte, della cultura, dello shopping, dello sport e dell’enogastronomia la volontà di offrire al visitatore del Gavi un’offerta poliedrica basata su sani principi di collaborazione e valorizzazione delle risorse.
Dio me ne scampi dalla giornalista che a sua detta sapeva riconoscere il buon cibo e il buon vino e che non ha fatto che lamentarsi da Milano Cadorna di ogni sacrosanta cosa: non ne potevo più. Ricordo il senso delle sue parole: “se potessero spumantizzare la merda farebbero anche quello”. Beh a me questo spumante metodo classico di Villa Sparina da uve Cortese in purezza e affinato per oltre 60 mesi sui lieviti non mi è dispiaciuto affatto. Avrei bisogno di ri-assaggiarlo con calma e concentrazione per farmi un’idea precisa, ma questi toni catastrofici non li ho davvero compresi. Anzi, da sommelier, degustatrice e redattrice della più completa guida vini spumanti d’Italia (completa non intendo come numero di etichette inserite ma come varietà regionale), che sarà acquistabile al pubblico direttamente su questo sito web a partire dal 6 novembre 2017, apprezzo molto chi innova la tradizione della spumantizzazione metodo classico scegliendo vitigni “non convenzionali”. E, in giro per l’Italia, ho scoperto delle chicche da non crederci in regioni storicamente impensabili per lo spumante! Curioso? Ancora un mesetto di pazienza! ?
L’aperitivo è stato davvero gustoso grazie alla qualità complessivamente buona delle proposte. Menzione d’onore per le schiacciate di pane che un tempo si facevano per capire quando il forno era caldo: buonissime e giuste di sale.
Il risotto invece non mi ha entusiasmato perché allo Chef probabilmente era partita la cipolla! Comunque il mio gelosissimo spitzino Paco ha sicuramente apprezzato la sua idea di limitare i baci che mi sarei scambiata con Davide la sera a casa a causa del mio alito vagamente pesante!!! ?
#ThinkSerravalle/3: Forte di Gavi
Al Forte di Gavi mi sono innamorata. Cioè, ma li vedi? Sono il cuore dell’Ordine dei Cavalieri del Raviolo e del Cortese di Gavi, in ricordo del Marchesato di Gavi (1070-1202) durante il quale fu inventata la pasta ripiena nella locanda Raviolo sulla strada che collegava Genova alla Pianura Padana (che, non a caso, è ricca di paste ripiene!). Il fulcro della vita nell’Ordine dei Cavalieri del Raviolo sono i due capitoli, durante i quali vengono nominati nuovi cavalieri, che si svolgono uno a fine primavera e uno dopo il Rosario, secondo l’antica usanza di Gavi di glorificare i famosi ravioli.
Il rituale della intronizzazione ricalca quella dei Marchesi di Gavi con i loro vassalli e valvassori. La medievale spada larga e corta scende prima sulle spalle, simboli della forza e del sentimento, e poi sulla testa del neofita come ad auspicarne la saggezza. Finalità dell’Ordine sono quelle di esaltare e propagandare: a) i ravioli che qui nacquero durante il Marchesato di Gavi del XII secolo; b) il vino Cortese che nella zona di Gavi raggiunge la più alta espressione di bontà e finezza; c) quanto di valido c’è nella gastronomia locale anche allo scopo di salvaguardarla.
Come si fa a non amarli? Io comunque vorrei anche la ricetta del Raviolo di Gavi eh! ?
La visita al Forte di Gavi è stata davvero affascinante! Costruito forse su una fortificazione predomina, forse sul castello della principessa francese Gavia durante le invasioni saracene e ungare intorno al X secolo, fu certamente donato alla Repubblica di Genova nel 1191 insieme al vicino borgo di Gavi che l’ampliò fino a trasformarlo in Forte. Nel 1624 il frate Vincenzo Maculani (che successivamente diventò Cardinale), in collaborazione con l’architetto genovese Bartolomeo Bianco, dotò la struttura di 6 inespugnabili bastioni che sfruttavano la posizione strategica del forte, incastonato nella roccia sullo strapiombo del borgo di Gavi. Espugnato una sola volta dai Savoia, fu riconquistato dai genovesi dopo appena 21 giorni per non cadere mai più in mani nemiche fino al momento della consegna a Napoleone su richiesta della stessa Genova. Disarmato nel 1859, durante la Prima Guerra Modiale divenne un campo di prigionia per gli Austro-Ungarici, per poi diventare un campo di concentramento per gli ufficiali Anglo-Americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel tempo trascorso tra le due guerre in alcuni terrapieni della Fortezza furono impiantati vitigni sperimentali per conto del Consorzio Antifilosserico. Oggi l’Associazione Amici del Forte di Gavi ci ha guidati in una bellissima e simpatica visita a cura di Luigi, che tradisce una simpatia squisitamente toscana, e che voglio ringraziare di cuore.
#ThinkSerravalle/4: Cantina vinicola La Raia
Siamo quasi alla fine della nostra giornata nel Gavi a provare le esperienze riservate ai visitatori di Serravalle Scrivia dal progetto #ThinkSerravalle, e tra queste c’è un’altra valida tappa enologica all’azienda La Raia che produce interessanti vini biodinamici. Ovviamente non posso dire di aver fatto una degustazione approfondita perché eravamo piuttosto di corsa, e ammetto che avrei gradito fermarmi una mezz’oretta in più a passeggio tra i vigneti e passare una mezz’ora in meno ad aspettare in macchina le giornaliste ritardatarie che avevano invece preferito passeggiare al McArthurGlen Serravalle Designer Outlet! Per fortuna le gentili Tina Guiducci e Elena Passi hanno letto nella mia mente e hanno provveduto ad invitarmi in azienda per degustare con calma i loro vini! Sarò felice di accettare l’invito appena avrò terminato la mia guida vini spumanti! Nel frattempo ti anticipo che il Gavi DOCG Pisé La Raia mi è piaciuto tantissimo! Nasce da un vigneto di Cortese che ha più di 70 anni collocato a 400 metri sul livello del mare e ha un naso ricchissimo, tra cui spiccano note di pera matura e miele.
#ThinkSerravalle/5: McArthurGlen Serravalle Designer Outlet
Ecco, io ammetto di avere un limite come donna: non sono tanto una fashion victim. Certo adoro il buon gusto nel vestire, le borse a bauletto, i capispalla e apprezzo tantissimo gli abbinamenti osé, ma di classe… e so che ogni tanto avrei bisogno di una scossa perché ammetto che quando mi piace e mi sta bene un capo ne compro diverse paia identiche… principalmente perché così ho una cosa in meno a cui pensare al risveglio e mi sento più fresca per le cose che devo fare dopo colazione e poi perché risparmio tempo di indecisioni davanti all’armadio! Quindi di base il McArthurGlen Serravalle Designer Outlet non è il posto che fa per me, però ci ho passato un pomeriggio davvero piacevole con la giornalista Bettina Bush del Gruppo L’Espresso, dopo esser diventate “compagne di viaggio” a bordo della bellissima Mercedes classe E nera messa a disposizione dall’organizzazione per gli spostamenti durante la giornata. Antonello, il nostro autista della Regiardo & Speroni, è stato davvero super e ci ha coccolate in ogni momento! All’outlet poi ci siamo divertite un sacco e abbiamo trovato cose bellissime, tanto che se ci passavo un’altro quarto d’ora rischiavo di diventare una compratrice compulsiva pure io, soprattutto di un bellissimo piumino con le arricciature blu di Pinko… Bettina Bush poi mi ha fatto anche scoprire una marca che non conoscevo ma che fa cose davvero belle e particolari! Il McArthurGlen Serravalle Designer Outlet poi è molto bello architettonicamente e ci sono negozi splendidi… e trovo lodevole il suo ruolo nella promozione turistica del territorio. #NonSoloShopping
E infine la cosa più bella: tornare a casa alle 22 passate stanca morta… dopo una giornata intensa e con appena 3 ore di sonno sulle spalle… e trovare la cena pronta… e che cena! Un buonissimo risotto gorgonzola e noci che mi ha cucinato Davide! Io però ho rilanciato con tanti deliziosi cadeau che mi hanno lasciato i vari luoghi che ho visitato durante la giornata! Menzione speciale per i Baci di Giusy, buoni come non ti immagini nemmeno! Quasi quasi li chiamo per la ricetta… ?
A questo punto direi che puoi fare un giretto sul sito ufficiale #ThinkSerravalle cliccando QUI e organizzare un meraviglioso week end nel cuore del Gavi!!!
Cheers
Chiara
P.S. Come sempre per le foto ringrazio Universo Foto per la meravigliosa Sony RX100 M4 che adoro… e che sto piano piano imparando ad usare con grande soddisfazione personale! So che Isobar Communications ci ha messo a disposizione tutte le foto della giornata, e nel mezzo ci sono anche foto bellissime… ma non se ne può più di vedere giornali e blog online con le foto tutte uguali e già ci bastano gli articoli copia e incolla dai comunicati stampa, vero? Così ho preso in prestito solo una foto dell’area archeologica di Libarna e una del Forte di Gavi!