Sabato scorso, in occasione del Festival della Franciacorta d’Autunno, sono stata alla presentazione del nuovo Millesimato di Berlucchi abbinato ai tre fingerfood stellati dello Chef Stefano Cerveni del Ristorante Due Colombe di Borgonato di Corte Franca, 1 stella della Guida Michelin. Ho passato un sabato splendido, in un ambiente carico di ricordi… infatti come ogni sommelier anche io sono stata da Berlucchi per la cerimonia del diploma. Era il 27 novembre scorso… in un periodo della mia vita in cui sono stata particolarmente felice. Se ti va, leggi l’articolo del mio diploma “Finalmente Sommelier” QUI.

Prima di cominciare, voglio ringraziare ancora una volta l’ufficio stampa di Sony Italia per avermi messo a disposizione la splendida RX100M4, una fotocamera compatta con una qualità fotografica che non ti aspetti e che ho scelto in quanto perfetta per scattare foto in ambienti con bassa luminosità come le cantine vinicole. Perfetta per me insomma! 

E ora, benvenuto al Festival della Franciacorta della Guido Berlucchi!

guido berlucchi franciacorta

L’arrivo alla Guido Berlucchi

L’evento cominciava alle 11:30, ma naturalmente non sono riuscita ad arrivare puntuale perché un simpaticone ha ben pensato di parcheggiare dietro alla mia macchina per poi andare a fare un giro al mercato di Lovere e l’ho dovuto aspettare più di 20 minuti.  Lo so, ho troppa pazienza… ma la prossima volta chiamo il carro attrezzi!!! Almeno il karma mi ha voluto bene e sono riuscita a parcheggiare proprio di fronte all’ingresso 😉
Quando sono arrivata sono stata accompagnata al gruppo di Francesca, che aveva appena iniziato a raccontare la storia della Guido Berlucchi nelle sue cantine storiche.
guido berlucchi cantine storiche

Le cantine storiche della Berlucchi

Scavate 10 metri sotto terra alla fine del 1600, le cantine storiche della Guido Berlucchi hanno per me un fascino straordinario. Tutto è curato, bello e suggestivo. Dalle pupitres di legno in cui avvengono i remuage dei Franciacorta Riserva, alle muffe sulle pareti, fino alla nicchia dove è custodita l’ultima bottiglia del primo Franciacorta, annata 1961.

guido berlucchi cantine storiche franciacorta

Queste cantine storiche sono immense, ed è davvero piacevole camminarci all’interno. Probabilmente farei i famosi 10.000 passi al giorno se potessi percorrerle ogni giorno! 😉

Una cosa che non ho mai fatto è assaggiare il Franciacorta direttamente dalle botti… ecco, devo rimediare prima o poi!

Questa parte della cantina, vicina all’area dove Berlucchi mostra un filmato della sboccatura, è quella che mi piace di più! Quest’area custodisce l’archivio storico della Guido Berlucchi, con le bottiglie in punta delle annate più significative, conservate per valutarne l’evoluzione nel tempo. Ah, cosa darei per poter fare anche io questa valutazione!!! 😀

guido berlucchi franciacorta cantina

Adoro la mia casa, il mio lago… ma anche questo potrebbe essere il mio ufficio ideale! Mi basta una botte come tavolino, la connessione internet, la mia sacra poltrona varier stokke, un album da disegno, una matita morbida e il mio computer! Ed è anche fresco tutto l’anno… Beh ovviamente mi serve anche un calice da degustazione! A parte gli scherzi, è un ambiente davvero meraviglioso e consiglio a tutti gli appassionati di vino di visitarlo almeno una volta nella vita!

guido berlucchi cantine storiche franciacorta

Finita la visita ci siamo trasferiti in giardino, dove Arturo Ziliani aveva appena iniziato a raccontarci il nuovo Brut Nature Millesimato 2009. Ero davvero curiosa di sentire come era nato questo nuovo prodotto in casa Berlucchi, ed ero altrettanto curiosa di provarlo con i fingerfood stellati dello Chef Stefano Cerveni. Arturo Ziliani è un perfetto oratore ed è sempre molto piacevole ascoltarlo. Credo che eravamo una cinquantina di persone ad ascoltarlo carichi di aspettativa! Il discorso si è presto spostato sotto il portico, dove ci aspettava un aperitivo di salumi, formaggi e i primi calici di bollicine.

guido berlucchi franciacorta giardino

La Patata Viola, il Gambero Rosso ed il Franciacorta (2008, rivisitato nel 2016)

Chef Stefano Cerveni mi ha raccontato che questo è il piatto che lo ha reso famoso, e non stento a crederlo. La patata viola è intrigante ed affascinante per natura, e qui è lavorata alla perfezione. Il purè di patate viola non è affatto grasso e sa davvero di patata viola. Ha una consistenza di una mousse, solo più soda. Il gambero è crudo, condito solo con un filo d’olio delicato. Il Franciacorta è ridotto fino a diventare un burro da sgrassare con la bollicina. La nota croccante è data dalle patate viola sopra il gambero crudo. Un piatto equilibrato, che avrei piacere di assaggiare con calma in modo da assaporarne ogni sfumatura. L’abbinamento con il Berlucchi ’61 Brut Nature Millesimato 2009? Perfetto.

guido berlucchi franciacorta stefano cerveni

Tinca al Forno 2016

A mio avviso il fingerfood più interessante di tutti. La tinca è un pesce del nostro Lago d’Iseo che va molto in queste zone, per peccare un po’ di grassezza e pesantezza. Questa rielaborazione l’ho trovata geniale e perfetta. Il ripieno della tinca diviene la “crosticina” croccante esterna. Il pesce diventa il cremoso ripieno. Forse sbaglio, ma mi è sembrato di sentire una nota agrumata. Il sale Maldon completa il piatto e contrasta la tendenza dolce della Tinca. Bellissima l’idea di servirla in tre tocchetti. L’abbinamento con il Franciacorta Berlucchi ’61 Brut Nature Millesimato 2009? Perfetto, perché sgrassa una Tinca che di per sé non è affatto grassa (il burro c’è e si sente, ma come mi ha confermato lo Chef Stefano Cerveni è in piccolissima quantità), ma ha un sentore di burro che ben si sposa con questo Franciacorta. Inoltre il suo essere complesso ma non particolarmente intenso lo rende perfetto per non stroncare un piatto anch’esso molto delicato.

guido berlucchi chef cervini
Ecco un’altra vista in cui apprezzare il talento dello Chef Stefano Cerveni nella presentazione del piatto.
chef stefano cerveni due colombe

Insalata di pollo franciacortino

Deliziosa! Amo molto questa cucina che non butta via niente, a parte le ossa naturalmente! Qui il pollo è usato tutto, dalla carne alla pelle. La carne è soda, perché il pollo è stato libero e felice fino al suo ultimo giorno di vita. Non bisogna mai dimenticare che la carne di pollo troppo tenera è indice di un pollo di mediocre qualità. Il pollo viene bollito in brodo, e rimane molto saporito. La gelatina di clorofilla aggiunge una nota di freschezza. La salsa verde è ben equilibrata. L’abbinamento al Franciacorta Berlucchi ’61 Brut Nature Millesimato 2009? Interessante! Sicuramente questo fingerfood non è il suo abbinamento ottimale. Troppo saporito il cibo, troppo delicato il vino. Piacevole nel complesso, la bollicina cremosa e persistente pulisce la bocca perfettamente.

guido berlucchi stefano cerveni
Ed ecco un’altra vista di questo delizioso fingerfood!
chef stefano cerveni due colombe

Finita la presentazione, inizia la visita a Palazzo Lana, luogo dove nel lontano 1955 il giovane e vulcanico enotecnico Franco Ziliani incontrò un timido gentiluomo di campagna che suonava il suo amato pianoforte, Guido Berlucchi. Un incontro capace di modificare il destino di un territorio, e al di là del gusto, delle idee e delle convinzioni, un incontro di cui essere sempre grati spettatori. Per me che ho scelto di vivere in questa terra, di cui amo eleganza, cultura e modi, ma soprattutto di cui amo i vini, le cui espressioni migliori non hanno nulla da invidiare a Champagne, è un incontro che mi ha portata a vivere qui. Almeno in questo periodo della mia vita. Prossimamente vedremo dove mi porterà il cuore.

Palazzo Lana Berlucchi fu edificato nel Cinquecento sulle preesistenti strutture medievali dalla famiglia Lana de’ Terzi, nobile casata di origini bergamasche da cui discendeva Guido Berlucchi.

guido berlucchi palazzo lana

Pomposo il salotto, con un grande camino e tanti affreschi. Ma l’ambiente che mi piace di più è la veranda che da sullo splendido giardino. Innanzitutto mi piacciono le grandi vetrate all’aperto, ma è il pianoforte antico che più attira la mia attenzione. Per quanto io ami l’arredamento minimalista e moderno, Palazzo Lana è un concentrato di antica bellezza.

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Questa stanza è davvero bellissima… un po’ perché mi piace giocare a biliardo (anche se non sono particolarmente brava), un po’ perché mi piacciono molto i lampadari sul tavolo e le bilance  ai lati.

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Dopo la stanza del biliardo si arriva in un’altra stanza molto curata, che era la prima volta che vedevo.
palazzo lana berlucchi borgonato

La stanza più bella di Palazzo Lana Berlucchi per me è la cucina! Toglierei solo la tovaglia e lascerei il nudo tavolo di legno, che lo trovo più elegante. Mi piacciono tantissimo il lampadario alle pareti , i tegami appesi, il camino. Adoro anche l’affettatrice rossa *_* prima o poi in casa ne voglio una identica!

guido berlucchi palazzo lana cucina

Berlucchi ’61 Brut Nature 2009 Franciacorta DOCG Millesimato

Ora voglio spendere due parole sul Franciacorta DOCG Brut Nature 2009, in realtà il vero protagonista di questa splendida giornata. Nasce dall’assemblaggio di due vitigni, lo Chardonnay (80%) e il Pinot Nero (20%), provenienti dai vigneti di proprietà Arzelle, Rovere, San Carlo e Ragnoli; tutti ad alta densità d’impianto (10.000 ceppi/ettaro).  La vendemmia avviene nella seconda decade di agosto, nel nostro caso abbiamo degustato la vendemmia 2009. Viene prodotta 7.500 kg d’uva per ettaro, con una resa in mosto del 36% equivalente a 3.600 bottiglie a ettaro. Dopo la spremitura soffice e progressiva dei grappoli con frazionamento dei mosti, avviene la fermentazione alcolica in tini d’acciaio e successivamente si affinano le migliori parcelle in barrique di rovere, dove maturano per 6 mesi a contatto con i lieviti. La preparazione della cuvée avviene nella primavera successiva alla vendemmia, esclusivamente con il 100% di vini dell’annata (appunto è un millesimato). Dopo la seconda fermentazione in bottiglia, affina successivamente sui lieviti per almeno 5 anni, seguito da altri 6 mesi dopo la sboccatura. Essendo un brut nature è ovviamente non dosato.

L’ho trovato di un bellissimo giallo dorato intenso e brillante, con spuma abbondante e cremosa, con una leggerissima corona e un perlage fine e persistente. Al naso è delicato e complesso, dove note minerali, agrumate, di frutta a pasta bianca, erbe aromatiche si fondono in un elegante sentore di crosta di pane. In bocca la spiccata acidità è supportata da una struttura importante ed un’ottima persistenza e finezza. Molto equilibrato, l’ho trovato perfetto per un fingerfood in particolare dello Chef Stefano Cerveni, la tinca. La cremosità e la tendenza dolce della tinca contrapposte alla freschezza ed alla leggera salinità del Berlucchi ’61 Nature 2009 li ho trovati un abbinamento meraviglioso.

Il Franciacorta ’61 Brut Nature 2009 è un perfetto concentrato di equilibrio, dove le morbidezze e le durezze si sfumano l’una contro l’altra in un insieme che non è mai troppo aggressivo o intenso, ma sempre molto presente.

guido berlucchi brut nature millesimato

E infine l’ultima foto, che visibilmente non è stata scattata con la mia adorata Sony RX100M4 e si vede! Per carità, l’iPhone 6 fa delle bellissime foto per essere uno smartphone, ma la qualità della macchina fotografica è tutta un’altra cosa… quindi ancora un grazie alla Sony per avermi permesso di scattare questo bellissimo reportage con la RX100M4!

L’ultima foto è un onore per me: essere in compagnia di Franco Ziliani, il padre del Franciacorta, non capita certo tutti i giorni! Brillante e giovanile come un ragazzino, a parlarci non sembra assolutamente avere 85 anni! L’ho incontrato nel cortile, mentre abbinava una fettina di salame al suo Franciacorta. Gentilissimo e alla mano, ci ha raccontato il suo Franciacorta con una passione e una dedizione che mi ha davvero colpita.

E, giustamente, ha fatto un’osservazione: non me ne vogliano i Sommelier di qualsiasi fazione, ma un vino o piace, o non piace. “Di cosa sa il suo vino, Ziliani?” La risposta spiazza: “I riconoscimenti? Cazzate. Il mio vino sa di Franciacorta!”

E come dargli torto? Il Franciacorta l’ha inventato lui.

A me è piaciuto davvero.

guido berlucchi franco ziliani chiara bassi

Un ultimo grazie alla cara Francesca per avermi invitato e per aver condotto questa bellissima visita guidata: puntuale, veloce e mai noiosa nonostante era la terza volta che visitavo la cantina. C’è da dire che le cantine storiche di Guido Berlucchi sono talmente belle e cariche di storia che non stancano mai.

Ah, durante questo anno ho scritto altri articoli sulla Guido Berlucchi:

E tu sei stato al Festival della Franciacorta? Che cantine hai visitato?  ???

A presto,
Chiara

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