Ho scritto questo articolo nella mia testa almeno 1000 volte negli ultimi 27 giorni. Eppure, quando provavo ad aprire il macbook, non ci riuscivo. Desidero ardentemente scrivere un articolo in memoria di mio padre per farlo conoscere anche a chi di voi non lo ha mai conosciuto perché questo blog esiste prima di tutto grazie a lui, che per 33 anni ha creduto in me anche quando io stessa non lo facevo e mi ha spronato fino all’ultimo secondo a non accontentarmi di una vita che non fosse su misura per me. Ogni mio successo è il suo, ieri, oggi e domani. E questo dolore che mi porto dentro ora dopo ora, che mi impedisce quasi di respirare, spero di cuore si trasformi in coraggio per andare avanti ad essere una persona sempre migliore. Parlare di mio padre significa parlare di me: io e lui siamo stati, siamo e saremo sempre una cosa sola, un’unica anima con due cuori che battono all’unisono. Anche ora, ovunque lui sia.

Mio padre è morto per il tumore più bastardo di tutti, il melanoma metastatico, il 18 dicembre scorso, a 14 mesi dalla diagnosi e dopo aver lottato come un leone fino agli ultimi 2 giorni. Non dimenticherò mai quando mio padre mi disse della diagnosi a casa di nonna. Come non dimenticherò mai la serie di più o meno grosse cazzate che ho fatto nei mesi immediatamente successivi (e che sto tutt’ora pagando) per rifuggire da quelle parole “è un tumore che non lascia scampo”. Avrei barattato tutti gli anni che mi restano per averne anche uno solo con lui che stava bene, da passare insieme ogni attimo a fare ciò che amavamo fare: sognare. Mio padre mi ha insegnato che “se lo puoi sognare lo puoi fare”, che non ho limiti se non quelli che io stessa mi pongo. Che non ho muri davanti alle mie possibilità se non quelli che io stessa innalzo. Che posso essere tutto o niente, e che questo dipende solo da me. Mio padre mi ha insegnato che non esiste l’impossibile e che ogni traguardo dipende solo dalla nostra “forma mentis”, dalla nostra volontà, dall’impegno che mettiamo per raggiungerlo e dalla nostra capacità di perseverare davanti ai no e ai fallimenti che per natura ci appartengono. Mio padre, che dopo che gli hanno amputato una gamba a fine giugno è venuto da me con la sua protesi ad agosto dopo solo una settimana che l’utilizzava ed era bravo da non crederci… Oltretutto venire da me è più difficile per una persona con scarsa mobilità perché c’è anche da salire sul traghetto. Ma lui voleva a tutti i costi passare il ferragosto insieme, a casa mia, e ci ha creduto. Ti confesso che in quei giorni ci abbiamo creduto perfino io e mia madre, che potesse convivere ancora qualche anno con quel mostro che aveva dentro. Certo, a 5 anni dalla diagnosi non ci sono nemmeno il 5% dei malati ancora in vita. Ma mio padre è diverso da tutti, è il mio supereroe, ce la può fare… ecco cosa pensavo. Oggi dico per fortuna che si è impuntato ed è venuto, che ho stappato l’ultima bottiglia di Dom Perignon 2004 che ci ha emozionato, che ho cucinato tutti i suoi piatti preferiti, che abbiamo fatto il bagno insieme in piscina abbracciati. Perché quei 5 giorni ad agosto in questa casa sono gli ultimi ricordi che ho felici di me e di lui.

Mio padre era un signore non solo per come teneva la forchetta mentre mangiava, ma per il suo atteggiamento nei confronti della vita e delle persone. Mio padre mi ha insegnato a non arrabbiarmi e a non lamentarmi davanti alle ingiustizie quotidiane, a non alzare la voce, a non buttare giù il telefono, a cercare sempre il dialogo prima dello scontro, a rispettare le regole della nostra società, ad avere un forte senso civico, a non ubriacarmi, a non pagare alla romana, a non tradire mai la fiducia di un compagno o un amico, a confrontarmi solo con me stessa, ad avere una pazienza stoica, a lodare il buon lavoro del prossimo, a non presentarmi mai a casa di qualcuno senza una buona bottiglia, a non offendermi, a leggere tantissimo, ad ignorare le critiche (poiché queste appartengono quasi sempre a chi è a un livello più basso del mio e si consuma nell’invidia), a spiegare sempre il perché di ogni mia scelta, ad apprezzare il silenzio più della parola superflua, a non fare pettegolezzi né attirarli, a non controllare né le persone, né i loro oggetti tecnologici, a non ascoltare le conversazioni a cui non sono invitata, a non dire parolacce o bestemmie, a rispettare chi ha idee diverse dalle mie poiché è per me una grande ricchezza, a credere sempre nel futuro anche quando ti dicono che non c’è un futuro, a credere che la famiglia del “Mulino Bianco” esiste ed è un traguardo a cui ambire, anche se Rosita e Banderas non ci vivono veramente. Mio padre mi ha insegnato tutte queste cose, anche se non sempre sono stata all’altezza dei suoi valori perché lo scorso anno sono stata così infelice da perdere la pazienza e, chi mi conosce bene, sa che ne ho una quantità -quasi- industriale. A novembre però ho scelto, per lui, di tornare “in me” e quest’anno ho intenzione di completare questo processo.

Per questo ho deciso di scrivere con il cuore questi 8 buoni propositi per il 2019 e di dedicarli a lui. Con l’obiettivo di riuscirci, nei miei limiti di essere umano, ad essere la figlia che un uomo così straordinario e fuori dal comune meritava.

Buoni propositi per il 2019 #1: Fare oggi quello che potrei fare domani

Chi mi conosce bene sa che sono l’incarnazione dello spirito ZEN. Niente mi scompone. Niente mi sposta. Niente mi innervosisce. Tutto si può fare, possibilmente tra 5 minuti. O meglio 10, l’ideale è pensarci domani. Di per sé non sono una persona che procrastina in assoluto, anzi porto sempre a termine nei tempi gli impegni presi, salvo pochi casi di reattori nucleari che esplodono a sud della mia schiena. Ma non ho fretta, mai. Non ho fretta nemmeno se sta per partire il traghetto, ne prenderò uno dopo. Ho più treni persi nel mio curriculum che vini degustati, ed è tutto un dire. E poi, chi lo ha detto che quel perdere il treno non si è trasformato in realtà in una meravigliosa occasione? Sono sicura che anche tu hai visto Sliding Doors. Al liceo mi ero innamorata di Leibniz e delle sue teorie sulla realtà che vediamo e che non vediamo, di cosa c’è al di là della porta. Ogni giorno facciamo delle scelte che, inevitabilmente, cambiano il corso della nostra vita e non ci è dato sapere cosa questo effettivamente comporta. Gioie e dolori del libero arbitrio dice qualcuno, ma in realtà è molto più complesso perché ogni nostra azione apre e chiude una serie di percorsi per tutta una serie di altre persone che la subiscono direttamente o indirettamente. Credo che ogni essere umano è collegato a tutti gli altri, anche oltre i sei gradi di separazione. Ogni mia azione influisce sulla vita di ogni abitante del pianeta, sia pure come un eco lontano. Non è presunzione: allo stesso modo io subisco la stessa cosa. Ho una pazienza e una resistenza nel perseguire ogni cosa che è impensabile per il 99% della popolazione mondiale, di questo ne sono assolutamente certa. Ed è così che posso raggiungere qualsiasi risultato ambito, a condizione che mi sia concesso il tempo per farlo.

Buoni propositi per il 2019 #2: Rimettermi in forma nel corpo e nella mente

Ah, quanto ci teneva a questo mio papà! Me lo diceva sempre: ho fatto una donna così bella che è un peccato che litiga con la bilancia un anno sì e un anno no. E in effetti tra il 2017 e il 2018 ho preso un sacco di peso per la mia incapacità di liberarmi immediatamente di una persona particolarmente tossica che mi ha devastata sotto ogni punto di vista. Però sono felice che mio padre è stato vivo abbastanza per sapere che ho chiuso il capitolo, perché anche a questo teneva particolarmente. Un mio pregio è sicuramente che non incolpo mai le condizioni al contorno per le mie mancanze, ma come pieno artefice del mio destino sono orgogliosa dei miei successi e consapevole dei miei sbagli. Invece, parlando con le persone che mi stanno vicino, noto che questa mia qualità è assai rara: quando non raggiungono il risultato sperato o qualcosa non va come avevano preventivato è sempre colpa del vicino di casa, dello Stato, del Governo, del tempo, del gatto e chi più ne ha più ne metta! Francamente la sola idea che ciò che faccio nella mia vita dipenda da qualcosa di esterno a me mi terrorizza, per questo preferisco assumermi le responsabilità tanto dei successi quanto dei fallimenti che ottengo. Il punto è semplice: se la responsabilità è mia, io posso controllare il risultato. E se è qualcosa in mio potere, posso ottenerlo. Tutto è in funzione della mia stessa volontà e capacità di aggiustare il tiro qualora non raggiungo il risultato sperato. Benissimo allora! Ho deciso che devo perdere 16 kg entro l’8 maggio, ovvero entro il mio 34esimo compleanno e ritrovare il peso forma, che è sinonimo sia di Bellezza sia di Salute. Prendersi cura del proprio aspetto non è una cosa che denota superficialità, tutt’altro: è una carezza alla propria autostima. Siamo un dentro e un fuori, e il nostro fuori è il riflesso di quello che siamo dentro, che ci piaccia o no. E non parlo della “fisiognomica” o di quelle caratteristiche corporee che ci sono state “imposte” dalla nascita (forma del naso, altezza…), ma di ciò che è in nostro potere, come avere mani curate (io ho una vera fissa per le mani ad esempio).  C’è una canzone di Franco Battiato, il Cammino interminabile, che recita: “Se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri osserva il tuo corpo oggi. Se vuoi sapere come sarai domani osserva i tuoi pensieri di oggi.” Tu cosa pensi oggi?

Buoni propositi per il 2019 #3: Evitare le persone tossiche e non accontentarmi di rapporti mediocri

Sono molto possessiva e ne sono pienamente consapevole. I miei 2 più cari amici, Fabrizio e Marco, sanno che il giorno che mi presenteranno una donna come la loro fidanzata questa dovrà superare delle prove che nemmeno la peggiore delle suocere, con la piena certezza che mi odierà. Forse per questo non me ne hanno mai presentata una, ma del resto preferisco vivere nell’ignoranza e pensare che sono l’unica principessa nei loro… PENSIERI. Detto questo, dal 2012 ho incappato in una serie di uomini così sbagliati e tossici che manco se mettevo un annuncio sul gazzettino col titolo “cercasi balordo della peggior specie” potevo superarmi. Bene, ammetto di aver rotto uno specchio (anche se ho nascosto mano, vetri e simili) e di essermi sciroppata 7 anni di sfighe sentimentali di livello. Ora sono pronta per essere felice, con la consapevolezza che una donna più “perfetta” di me non esiste e pertanto merito l’uomo “perfetto” o quantomeno un suo succedaneo di primo grado. O il suo cane. [Ricordiamoci che la perfezione in assoluto non esiste ma esistono persone che nelle loro imperfezioni sono perfette per altre persone!] Quindi un bel calcio in culo alle persone tossiche (le palle raramente ce le hanno) e basta accontentarsi di rapporti mediocri. O un uomo mi tratta come la più preziosa delle principesse perché è pienamente consapevole del mio valore o può andarsene serenamente all’isola che non c’è… tanto – lo so, sono cinica a dirlo, ma è il sano cinismo di una donna che vuole essere felice – ho la fila fuori dalla porta e nessuna voglia di perdere tempo. Amo dare e ricevere sicurezza affettiva. Le persone tossiche ci rubano tempo ed energie, e di conseguenza altro tempo. Il tempo è quanto di più prezioso abbiamo, perché a prescindere dal nostro grado di ricchezza è un qualcosa che non possiamo comprare, né mettere da parte o immagazzinare. Per questo non possiamo permettere a nessuno di rubarci ore preziose. Possiamo regalare soldi o beni, ma mai il nostro tempo. Non dimenticarlo mai.

Buoni propositi per il 2019 #4: Creare almeno 4 buone abitudini ed essere costante nel seguirle

Il mio corpo e la mia mente sono il ricettacolo di tante buone e allo stesso modo tante cattive abitudini che ho preso durante gli anni. Inoltre sono convinta che noi e i nostri risultati, positivi o negativi che siano, siano il prodotto delle nostre abitudini. Le nostre abitudini sono qualcosa che è assolutamente in nostro potere gestire e controllare, non è un qualcosa di esterno a noi. Capire questo concetto, apparentemente semplice, è il primo passo per cambiare quello che non ci piace o non funziona di noi. Per questo ho deciso quest’anno di darmi queste 4 buone abitudini in più e di rispettarle giorno dopo giorno:

  1. Dormire 7 ore al giorno e andare a letto sempre entro l’1 di notte.
  2. Camminare per almeno 10.000 passi ogni giorno a prescindere dalle condizioni atmosferiche e dal mio umore.
  3. Tenere un diario alimentare con costanza. Anche se ho mangiato fuori o è venuto un branco di alieni a cena da me senza invito.
  4. Dedicare 1 ora al mio corpo appena mi sveglio ogni mattina per sentirmi più bella e più sicura di me. Anche se ho 100 cose da fare.

Devo dire che, ad esempio, ho già iniziato da 1 mese a fare i famosi 10.000 passi ogni giorno. Con pochissime deroghe (e voglio eliminare anche quelle). Beh, il beneficio per il mio corpo e per la mia mente è stato così grande e palpabile, che le condizioni limitanti della pigrizia e della fatica fisica sono sfumate e hanno lasciato posto a convinzioni positive. Oggi sono felice di camminare perché il benessere supera la fatica. Anzi, la fatica la sento sempre meno. E mi sento meno in colpa per le delizie che cucino o per i vini che degusto. Tu cammini ogni giorno o fai altri tipi di attività fisica? Ti piace? Ti fa sentire bene?

Buoni propositi per il 2019 #5: Fare pace con la burocrazia e l’amministrazione del mio lavoro

Niente mi infastidisce di più dell’amministrazione. E sono figlia di una contabile… incredibile vero? Il solo pensiero di fare una fattura mi fa venire la pelle d’oca. Il giro dell’IVA, che Fabrizio e mio padre mi hanno spiegato credo almeno 100 volte mi suona più difficile dell’Odissea in latino. Già mandare una raccomandata o simili è complicato anche se la posta è a 100 metri da casa mia. Quest’anno come se non bastasse ci pensa la fatturazione elettronica a complicare tutto… bene, ho deciso che entro il 2019 sistemo tutto e che imparo a gestire correttamente e puntualmente il mio lavoro. Senza la pretesa che il caos sia sistemato in un giorno, ma con l’aspettativa di fare tutto bene un passo alla volta. Del resto nella vita ho imparato che  i grandi cambiamenti sono un processo e non un evento, ed è proprio quando li affronti come un evento che fallisci i tuoi obiettivi. Mio papà si è sempre occupato di tutto, da quasi un anno non si è più occupato di niente perché le sue condizioni di salute erano davvero tragiche anche se non lo dava a vedere… e ora tocca a me continuare i nostri progetti ed essere all’altezza delle sue aspettative. Mio papà era così fiero di me che parlava a tutti di ogni cosa che facevo, eppure non sono certo stata perfetta nel corso della mia vita: ho conosciuto in egual misura fallimento e successo. Certo sono consapevole che ho costruito tanto, anzi tantissimo per avere appena 33 anni. Sono consapevole che non è da tutti vivere esattamente dove si vuole facendo il lavoro dei propri sogni e adattandolo allo stile di vita che si vuole fare. Anzi, è raro se non rarissimo.  Ma ho avuto una fortuna ugualmente rara: un padre che ha creduto e sostenuto ogni idea folle che mi è venuta in mente da quando sono nata ad oggi e che ha donato quanto di più prezioso aveva – il suo tempo – per aiutarmi a realizzarlo. Mio papà mi ha insegnato che se posso sognarlo posso farlo, che non c’è obiettivo che non posso raggiungere grazie alla mia intelligenza ed alla mia sensibilità. Quindi signori, quest’anno posso imparare a gestire fatture e amministrazione, anche questo è in mio potere e lo farò.

Buoni propositi per il 2019 #6: Imparare a gestire il mio tempo per avere più tempo per me

Una delle cose più belle del mio lavoro è che mi manca quasi quando non lavoro. Eppure ho passato gli ultimi 3 anni a lavorare tantissimo e a dedicare pochissimo tempo al mio benessere fisico e mentale. Intanto partiamo da un punto: cosa significa davvero “avere più tempo per me”? Come voglio sfruttare questo tempo? Cosa voglio farci? Ho la fortuna di fare il lavoro che sognavo fare a 8 anni, ecco, magari non lo definivo “Wine blogger”, però volevo scrivere su un lago di qualcosa che amavo e ora faccio esattamente questo. Quindi si può dire che la mia principale passione è già il mio lavoro. E allora cosa vorrei fare nel tempo che voglio avere in più per me? La parola giusta è “Esplorare“. Esplorare il mio corpo, esplorare i miei sensi, esplorare le persone che amo, esplorare il mondo. E poi vorrei “crescere”. Cosa c’è di più bello di crescere? Fin da bambini desideriamo sapere tutto ed essere già grandi, poi quando diventiamo grandi impariamo ad apprezzare il percorso  talvolta ancor più del traguardo. O forse no, il traguardo rimane sempre quello che ci dà più gioia? Una vocina nella mia testa dice che un orgasmo è sempre un orgasmo, ma puoi arrivarci in tanti modi… nah, mica gli orgasmi sono tutti uguali! Quindi ricapitoliamo: in un giorno ci sono 24 ore, 1.440 minuti e 86.400 secondi. Ogni giorno ogni essere umano ha la stessa quantità di tempo, che sceglie di impiegare in vari modi tra le varie possibilità che ha o che si crea. Sono certa che ogni giorno anche tu sprechi un sacco di tempo dietro attività superflue (ad esempio ti serve davvero stare sui social per diversi minuti che, se sommati, si trasformano in ore? Produci qualcosa in questo tempo?), e che tutti abbiamo tempo per fare tutto quello che vogliamo o dobbiamo fare. Quindi voglio imparare a gestire il mio tempo giorno dopo giorno per evitare di utilizzare la più celebre e inflazionata delle scuse, ovvero: “non ho avuto tempo per farlo”.

Buoni propositi per il 2019 #7: Imparare a parlare inglese in modo fluido

Quando ero in Francia mi sono praticamente vergognata per il mio inglese. Sono stata l’unica a fare il video conclusivo in italiano perché non ero a mio agio a parlare inglese. Certo, ho una buonissima conoscenza grammaticale… ma quando si tratta di parlare è tutta un’altra faccenda. Se penso a liceo quanta fluidità avevo anche a parlare… ma come ho fatto a perderla così? Quando ho fatto l’esame all’università ricordo di aver preso 99/100 in grammatica e 33/100 in comprensione e parlato… per un totale appena sufficiente e un calcio in culo che mi ha fatto raggiungere il livello B2. Faccio un lavoro che mi porta almeno una volta all’anno all’estero e mi piacerebbe poter confrontarmi con persone di tutto il mondo senza fatica. Inoltre ho persone che seguono il mio blog in ogni parte del mondo e mi piacerebbe imparare a scrivere bene in doppia lingua anche per loro. Anche qui, io sono contro i full immersion, li considero al pari dell’ultima dieta americana che ti promette di perdere 10 kg in un mese… sì, puoi anche riuscirci ma li riprendi con cari interessi! Imparare l’inglese, così come dimagrire, è un processo e non un evento (me lo senti dire spesso, lo so!) e pertanto nasce dalle nostre stesse abitudini. Se ogni giorno dedicassi 30 minuti alla lingua inglese, tra 365 giorni gli avrei dedicato  10.950 minuti ovvero più di 182 ore. Scommettiamo che ho migliorato il mio inglese ed è diventato quantomeno più fluente? Comunque per oggi mi accontento anche di capire cosa si dice la gente qui a Monte Isola! 😁

Buoni propositi per il 2019 #8: Creare un calendario editoriale e scrivere 8 articoli ogni mese

Siamo al 14 di gennaio, e il blog è stato per diverso tempo in “silenzio” a causa di quanto è successo. Ho dovuto staccare il cervello perché per me era una necessità irrinunciabile. Un po’ perché già il mese di ottobre avevo davvero toccato il fondo della mia vita e, senza esagerare, ho passato 20 ore al giorno a lavorare dimenticandomi di me. Mio papà mi faceva la correzione di bozze per il mio libro “Come diventare sommelier” (che puoi comprare cliccando QUI) mentre faceva la chemio ed entrava e usciva dagli ospedali, nei giorni che gli dicevano che non ce ne era più. Questo libro mi ha salvato la vita non solo perché mi ha aperto l’orizzonte di fare esattamente quello che volevo dal punto di vista lavorativo, ma perché è stato l’ultimo progetto che abbiamo curato insieme io e lui, con la piena consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo anche se non ci volevo credere. E tutt’ora non ci credo. Gli ho promesso di smettere di perdere tempo dietro lavori “non giustamente retribuiti” e dedicare più tempo al mio blog, e per questo ho deciso che scriverò 8 articoli ogni mese. Per ora non mi do limitazioni di tempo di periodicità, anche perché questo è un blog e non una testata giornalistica. Ma 8 articoli di qualità li voglio scrivere. Per mio papà e per voi che mi leggete da ormai 4 anni. Per questo ogni 1 del mese ho deciso di creare un calendario editoriale e di rispettarlo. Anche questo è in mio potere. Se hai richieste particolari per i prossimi articoli ti invito a lasciarmi un commento.

Completare questo articolo era vitale per me. Ora posso cominciare ad affrontare il futuro. Ora posso riprendere a lavorare. Ora posso cercare di trasformare questo vuoto e dolore che mi mangia dentro giorno dopo giorno in una forza positiva, un po’ per volta e con assoluta calma. Io e mio padre abbiamo avuto un rapporto tale che solo mia madre sa quanto era stretto, forse a tratti “morboso” per il nostro vivere l’uno per l’altro sempre. Anzi, ne approfitto qui per ringraziare davanti a tutti mia madre per essere stata una donna capace di risorse straordinarie. Ha aiutato e assistito mio padre in un modo che non mi sarei mai aspettata e mi ha fatto capire che sì, era ed è la donna che meritava un uomo così grande, e lo è sempre stata, anche quando non lo pensavo. L’unica cosa positiva dell’atrocità che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è che mi ha fatto guardare mia madre sotto un’altra luce e ha posto nuove basi a un rapporto che è stato difficile per tanti anni e che spero abbia tanti anni davanti per fiorire e diventare sempre più bello.

A proposito, per tutti i produttori di vino e per tutti i miei lettori: l’edizione 2019 della mia guida vini spumanti “500 Bolle in 500” è solo rimandata. Questo era un progetto di me e papà, ora devo ridisegnarlo… ma sarò operativa entro il Vinitaly 2019… promesso! ❤

Un abbraccio e ti prego: in questo 2019 non rimandare la felicità! Né io né te siamo consapevoli delle nostre date di scadenza. Non sappiamo il tempo che ci rimane. Per questo impariamo a dare valore alle cose davvero importanti e impariamo a lasciare andare tutto quanto è superfluo alla nostra felicità.

Felicità deve essere la “parola del 2019” per ognuno di noi.

Chiara

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