Ho deciso di interrompere tutto quello che stavo facendo perchè in realtà non stavo facendo niente sul serio, dato che dall’una di stanotte il mio pensiero è costantemente rivolto al fatto che oggi è primo compleanno di mio padre che passo senza di te papà da quando sono nata. Un pianto ininterrotto cullato dal rumore della pioggia sul tetto fino a che non mi sono addormentata per appena un paio d’ore alle prime luci dell’alba. Stanotte ho realizzato che ho perso il mio faro e sto navigando a vista in un oceano di dolore e, nonostante sia passato quasi un anno da quando sei mancato, mi rendo conto che ogni giorno è peggio del precedente, che il dolore non si attenua, ma cresce. Non credo di aver fatto più di due ore consecutive quest’anno senza piangere almeno un minuto, anche se ho cercato di non farlo vedere perchè ci sono mille cose da fare e percorsi da completare. La consapevolezza che hai fatto tantissimo sempre per aiutarmi mi spinge a voler tagliare il traguardo, perchè tu per primo meriti che io ci riesca. Non sono stata perfetta su niente, né nei miei rapporti personali, né nel mio lavoro. Ho accettato comportamenti inaccettabili da chi mi stava accanto per paura di affrontare questo dolore da sola, per poi capire che non ero sola perchè mamma e Fabrizio mi sono stati accanto ogni secondo. E non solo loro. Ho cercato di trovare il senso della mia vita, ma onestamente non ne vedo il senso se non posso condividerla con te. L’Amore che provo per te, papà, è qualcosa di così unico e totalizzante che, perdona la mia presunzione, credo pochi possano capire. Per questo ho deciso ora di aprirmi una buona bottiglia di vino e buttare fuori tutto quello che ho dentro. Dato che questa per me è “la settimana dell’Amarone”, iniziata con Garbole al Ristorante Tre Cristi di Milano, proseguita a Verona con Pietro Zardini e ultimata domani da Massimago, ho deciso di raccontarti dell’Amarone della Valpolicella Riserva che mi ha colpito di più durante una cena di gala organizzata a Milano dall’Associazione le Famiglie Storiche dell’Amarone: Musella Riserva 2012. Tu papà adoravi l’Amarone e, in generale, i vini passiti secchi quindi so che oggi non potrei stappare bottiglia migliore.

Perchè ho usato un calice Napoleon?

Probabilmente la mia scelta di utilizzare un bicchiere da Cognac ti ha incuriosito, ma personalmente lo consiglio “un trucchetto” che dovresti annotarti quando decidi di degustare un grande rosso in estemporanea e non vuoi aspettare il tempo di ossigenazione, e non hai in casa un altro calice particolarmente ampio. Proprio in questi giorni sono stata intervistata da Alma per il numero di Gennaio della rivista “Cose di Casa” (lo trovi in edicola da fine dicembre, ricordati di comprarlo e fammi sapere se il pezzo ti piace!) e abbiamo parlato di bicchieri da vino. In particolare mi ha chiesto come coprire il maggior numero di vini con la minore tipologia di bicchieri. Naturalmente il Napoleon è una di quelle che ti consiglio di avere! Questo bicchiere è perfetto anche per ossigenare i vini rossi impegnativi come l’Amarone della Valpolicella Riserva! Ti consiglio di comprare i Bormioli Michelangelo Masterpiece in confezione da 4 pezzi che trovi su Amazon a questo link.

Amarone ella Valpolicella Riserva, Musella 2012: Caratteristiche & vinificazione

I grappoli sono scelti con cura e, dopo essere raccolti manualmente in cassette, vengono disposti in una speciale stanza ventilata ad appassire. Le uve perdono almeno il 35% del loro peso iniziale in un processo di concentrazione degli zuccheri, dei tannini nobili e delle sostanze aromatiche. In gennaio avviene la pigiatura soffice e parte la fermentazione a bassa temperatura. Il vino resta 24 mesi in parte in tonneau di rovere francese e in parte di botti di grandi dimensioni (700, 1500 e 3000 litri). Dopo l’imbottigliamento affina almeno un anno in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Amarone ella Valpolicella Riserva, Musella 2012: La degustazione

L’Amarone è un vino che ha bisogno di tempo, di tanto tempo. Questo 2012 è un giovane che promette molto molto bene, ma mi riservo di assaggiare la seconda bottiglia che ho in cantina tra una decina d’anni! Quello che mi è piaciuto particolarmente di questo amarone è la sua finezza, sia al naso sia in bocca. Si presenta di un bellissimo colore rosso rubino semitrasparente. Già roteando il bicchiere mostra tutta la sua consistenza. Al naso un delicato profumo di corteccia bagnata, fungo porcino, noce moscata, cioccolato e ciliegia sotto spirito. In bocca è coerente, fresco, morbido, con un tannino che deve ancora arrotondarsi e dimostra tutta la sua potenzialità di invecchiamento. Alcolico e potente con un finale lungo.

Caro papà, se tu fossi stato qui con me e mamma saremmo stati a mangiare al Ristorante Tentazioni a Costa Volpino come per tutti i tuoi ultimi compleanni. Invece ci ho pranzato da sola. Come in questa foto, per il tuo 60esimo compleanno, l’ultimo compleanno che abbiamo festeggiato senza la malattia. Avremmo stappato un buon Amarone della Valpolicella Riserva e avresti mangiato gli gnocchi che fa Sandro e che ti piacevano tanto, mentre Giacomo ci avrebbe coccolato con mille attenzioni. Poi avremmo fatto una passeggiata a Lovere. Invece il regalo per il tuo compleanno l’ho fatto a mamma, uno splendido Paphiopedilum spicerianum direttamente dal nostro sito gardening blog Blossom Suite. Non è la stessa cosa, ma dicono che le orchidee sono una medicina per l’anima.

Caro papà, spero che per il tuo prossimo compleanno, il 6 novembre 2020, potrò fare un viaggio in Argentina e starmene una settimana a Buenos Aires a degustare vini grandiosi nella tua terra natia. I vini argentini sono meravigliosi. E spero di mangiare il vero asado. Era un viaggio che ci eravamo ripromessi di fare insieme, ma che farò da sola nella speranza di trovare un po’ di pace.

Ora che mi sono “sfogata” posso tornare a lavorare.

Ma oggi resto off-line per tutti, scusatemi.

Cheers 🌹🍷

Chiara

P.S. Questo libro per me è così importante perchè è l’ultimo progetto che abbiamo fatto insieme. Non dimenticherò mai il mese di ottobre 2018 quando mentre facevi una chemioterapia che ti ammazzava e ormai avevi perso anche la vista cercavi di correggermi la bozza di questo libro. Entravi e uscivi dall’ospedale in un’emergenza continua. Appena il libro è stato pronto ti hanno ricoverato definitivamente. Come che avessi dato il massimo e poi avessi finito le risorse per lottare. So che c’è qualche errore, ma ho scelto di non toccare questa prima edizione che resta la più bella e importante, la più umana. Per me era fondamentale che uscisse così, il giorno del tuo compleanno dell’anno scorso… perchè darti questa soddisfazione è stato l’ultimo regalo che ho potuto farti.

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