Sono arrivata a Milano poco prima dell’appuntamento e ammetto che, dopo una ricerca “affannata” del parcheggio, c’è stata la ricerca dell’enoteca Hic… una piccola vetrina che nasconde un piccolo Caveau in Via Lorenzo Spallanzani 12. L’evento, organizzato oggettivamente in un giorno un po’ “complicato” a causa della concomitanza con Identità Golose, dalla cara Claudia Bondi di Perle & Perlage ha avuto un interessante obiettivo: (ri)presentare Champagne Gardet al pubblico italiano grazie all’importatore di vini francesi Sergio Bruno di Emozioni oltre il Gusto. Da grande amante della Francia e degli Champagne e con la stima profonda che nutro per il lavoro di Claudia ho deciso di fare una piccola tappa a Milano durante una settimana in cui ho fatto oltre 1500 km per lavoro e che mi ha permesso anche di passare un paio di giorni con papà e mamma. Prima ancora di parlare degli Champagne presentati durante #ilTempoDelleRose🌹 vorrei fare una piccola riflessione proprio sullo Champagne.
Champagne: in Italia è diverso
Perché lo Champagne che arriva in Italia ha un gusto completamente diverso da quello che si beve in Francia? Non tutti sia chiaro, ma una buona percentuale. Pensandoci credo che questo dipenda proprio da come siamo abituati a bere in Italia, soprattutto quando si parla di bollicine. Gli spumanti in Italia sono un argomento spinoso, tuttavia da me amato follemente. A proposito, hai già comprato la tua copia di 500 Bolle in 500 Guida Vini Spumanti Italiani? Comprala subito, ti prometto che ti si aprirà un mondo di bollicine diverse e sempre intriganti di ogni parte d’Italia!
Tornando al discorso Champagne, in Italia purtroppo c’è una diseducazione allucinante quando si parla di spumanti. Sì, forse potrai contestarmi che è un po’ così in tutto il mondo del vino… ma personalmente vedo molta più ignoranza nel mondo delle bollicine. Un po’ perché conoscere i diversi metodi di spumantizzazione è alla base per capire cosa chiedere quando si compra qualsiasi tipologia di spumante, ed è ben diverso da saper distinguere un vino rosso, rosé o bianco a cui si ferma un consumatore un po’ al di sotto della media. O forse in media, è da approfondire. Chiedere al ristorante un “Prosecco” o un “Franciacorta” (perdonatemi la facile generalizzazione… ma nasce da una carta dei vini indecente che ho visto pochi giorni fa e li riportava entrambi sotto la categoria “Frizzanti” 😈) richiede già un neurone in più se lo si fa con consapevolezza! Per questo forse non mi devo stupire se gli Champagne che vengono comunemente proposti al pubblico italiano sono, passatemi il termine, più simili al “gusto” del Franciacorta che a quello dello Champagne. O forse è il contrario? Forse sono alcuni produttori della Franciacorta che cerca di scimmiottare certi tipi di Champagne? Lascio aperta la discussione…
Champagne Gardet: ottima scelta importarlo in Italia!
Quando ho degustato 2 Champagne (Blanc de Noirs e Rosé) su 3 di Maison Gardet ho pensato che sono “Champagne di Franciacorta”, o “Franciacorta di Champagne”, come preferisci. Prodotti davvero adatti al gusto italiano. Non sono lo Champagne che ti aspetti ti servono in Francia, ma sono esattamente lo Champagne che ti aspetti ti servono in Italia. Per questo, dal punto di vista dell’importazione pura, la trovo una scelta davvero strategica per il pubblico italiano. Poi c’è da dire che il catalogo di questa Maison è talmente vasto che sono certa che nel cilindro uno Champagne-Champagne lo possono tirare fuori, e il Brut Reserve mi ha confermato questa idea! Ti invito quindi a CLICCARE QUI per scoprire tutta la collezione di etichette di Champagne Gardet importate da Sergio Bruno… che qualcosa di interessante l’ho già visto! 😍
Champagne Gardet: Le degustazioni
Ci tengo a dire che le degustazioni sono state inficiate da bicchieri che non solo erano inadatti a degustare qualsiasi forma di bollicine, ma che a causa lavaggio arrivavano talvolta a smontare così tanto il perlage da rendere difficile una valutazione accurata. Ma ho cambiato bicchiere svariate volte… e qualcuno su cui la bolla lavorava l’ho comunque trovato.
Gardet Brut Premier Cru Blanc de Noirs: uno Champagne facile e di grande beva.
Blanc de Noir, per il 40% Pinot Noir e 60% Pinot Meunier. L’affinamento viene fatto in acciaio, mentre la permanenza sui lieviti è di almeno 4 anni. Il dosaggio è di 8 g/l. Al naso piacevoli note di yogurt alla fragola, ananas, bergamotto, burro di cacao, timo limonino, vaniglia e un finale quasi gessoso. In bocca è molto fresco, ha quel sentore “maturo” tipico di certi Champagne. Grande equilibrio nonostante un’acidità spiccata. La bollicina è cremosa, il finale non è lungo, ma lascia la bocca ottimamente pulita. Da aperitivi e crudi di pesce.
Gardet Brut Réserve Premier Cru: uno Champagne-Champagne finalmente!
Couvée 33 % Pinot Noir, 33% Pinot Meunier, 33% Pinot Blanc. La particolarità è che il 25% è affinato in legno, in botte grande. Ha 6 g/l di zucchero ben bilanciati. Di un giallo molto più carico del precendente con una bellissima viratura oro. Il perlage è fine e continuo. Al naso la prima cosa che ho pensato è “qui ci siamo”. Ha un’insieme di note mature, di fico essicato, frutti rossi in confettura, cioccolato bianco, hummus di ceci, vaniglia Bourbon, rosa fresca, pera candita e un finale di rabarbaro. Al naso ha una nota untuosa e fruttata che mi ricorda un buon olio d’oliva. In bocca è complessivamente fresco, strutturato, un gusto “maturone” come amo dire, una grande sapidità che mi risveglia in modo molto piacevole la salivazione. Grandissima intensità. Il finale è lungo e persistente. Da tagliata d’anatra, o foie gras… anzi mi sono proprio ritrovata a pensare a quello delizioso mangiato in compagnia del Boss di Chateau Suduiraut… la cui famiglia prima di intrigarci con il Sauternes produceva un ottimo foie gras artigianale! (Clicca Qui per leggere l’articolo dedicato alla squisita cena con verticale di Sauternes di Chateau Suduiraut fatta proprio nel loro delizioso ristorantino annesso alla Maison a Preignac!)
Gardet Brut Rosé: semplicemente sgarbato.
Pinot Noir, Pinot Maunier e 10% Vin Rouge. Affinamento di 24 – 36 mesi. La bollina è fine e cremosa. Al naso note di sorbetto al limone, lime, pepe nero, maracuja. Non particolarmente morbido, grandissima acidità, freschissimo. Non mi è piaciuto molto, soprattutto in bocca. Se il naso è discreto, il palato è inopportuno. Troppo acido nonostante gli 8 g/l, in qualche momento mi ha dato l’impressione di un’uva non colta al momento giusto di maturazione fenolica. Non l’ho trovato affatto allineato con il concetto di proporre uno Champagne che sia emblema della Montagna di Reims… e se questo Champagne lo fosse non ci saremmo proprio. Comunque ad altri ospiti della degustazione è piaciuto…
Champagne Gardet: Conclusioni
Troppo spesso nei ristoranti italiani lo Champagne è un cruccio ricorrente. Lo Champagne è un prodotto che anche i ristoratori capiscono poco, anche se si va su ristoranti con un ticket elevato. Con la premessa che non ho idea dei costi, se questi sono in linea col prodotto, trovo sia il Blanc de Noir che il Brut Réserve due Champagne che vale la pena aggiungere in carta, anche e soprattutto per la loro capacità di coprire un renge di proposte eterogenee che li rende appunto adatti a pubblici e piatti diversissimi. Del resto Champagne Gardet nacque nel 1895 dal sogno di un uomo Charles Gardet e fu per anni una conduzione familiare, fino ad arrivare alle 2 milioni di bottiglie odierne… le differenze sono di casa qua! Che dire infine? Emozioni oltre il Gusto ha diverse proposte di questa azienda… si può davvero provare a scoprire se le altre etichette hanno un gusto più internazionale o più tradizionale!
Partiamo alla volta della Montagna di Reims allora?
Cheers ❤
Chiara
P.S. Un complimento a Hic Enoteche per i deliziosi fingerfood proposti!
P.P.S. In ultimo due parole su un altro vino non Champagne importato da Emozioni Oltre il Gusto: Chateau Pigoudet Classic Coteaux Aix-en-Provence che ci hanno gentilmente omaggiato a fine giornata. Degustato a casa, con calma, prima da solo e poi in abbinamento ad uno spaghettone col pesto alla genovese. L’ho trovato buonissimo! Mi ha ricordato proprio il mio ultimo viaggio alla scoperta dei Rosé di Provenza… e devo dire che è uno di quelli che mi è piaciuto di più!
Di un rosa tenue incantevole, sembra incredibile ma profuma davvero di Provenza: al naso è floreale, con note di rosa, lavanda, gesso, erbe selvatiche, cumino, pepe bianco e mi ha ricordato le infinite passeggiate tra i vigneti nei dintorni di Hyères e Porquerolles… con quel profumo di erbe aromatiche che si perde in una nota quasi salmastra. In bocca è splendido: freschissimo, sapido ed elegante, si presta tanto per l’aperitivo quanto in abbinamento a primi piatti a base di verdure e risotti. Grazie per avermelo fatto scoprire! 🌹