Oggi ho osato un titolo volutamente provocatorio che spero capirai dopo aver letto il mio articolo. Di una cosa però sono assolutamente certa: affiancare ad un vino, che non è altro che il prodotto della passione e della cultura di uno o più artigiani, il lavoro di un’altra azienda artigiana che opera secondo criteri di qualità, non solo non è una mancanza di finezza come scrive lo stimato Franco Ziliani, ma è un format esemplare.

Prima di tutto voglio fare tre premesse:

  1. se questa mattina non avessi letto questo articolo sul blog del collega Franco Ziliani non avrei mai scritto questo articolo perché non sono una persona per natura polemica.
  2. non volevo parlare ancora di Riccardo Fratus e dei suoi splendidi Franciacorta perché è un qualcosa che ho fatto più volte qui nel blog… se invece vuoi qualche informazione in più su questa azienda ti invito a leggere La Riccafana e il bio-franciacorta di Riccardo Fratus e A lezione di Metodo Classico da Riccafana per il Festival della Franciacorta.
  3. Acquisire una certa notorietà dentro e fuori dal web non significa essere fuori dalle regole. Internet non può essere una zona franca dove non c’è legge e dove un giornalista/wine blogger può associare impunemente il nome di una nota truffatrice ad un’azienda onesta.

Sulla mia bacheca di Facebook, è andata in onda una sterile polemica nata dal fatto che ho scritto un commento indignato alla puntata di Report “Sotto le stelle” che è andata in onda su Rai 3 ieri sera e che puoi guardare a questo link.

Una stella Michelin cambia la vita a un ristorante e allo chef, ma anche le forchette del Gambero Rosso e i cappelli dell’Espresso possono fare la fortuna di un cuoco, che da quel momento ha la possibilità di partecipare a trasmissioni televisive, eventi culinari nazionali e internazionali, avere sponsor, diventare consulente, docente e fondare scuole. Ma agguantare stelle, cappelli e forchette ha un prezzo. Qual è?

Report – Rai 3, Inchiesta di Bernardo Iovene con la collaborazione di Carla Falzone e Ilaria Proietti

Una puntata bellissima, uno straordinario lavoro del giornalismo d’inchiesta che ho guardato grazie alla segnalazione mio più caro amico… e che però mi ha ricordato perché da anni non guardo più la televisione: mi fa venire il sangue amaro.

“Basta guardare ora Report su Rai3 per capire perché ho deciso di fare la mia Guida Vini Spumanti… che vergogna!”

Ecco il post “incriminato” sulla mia bacheca Facebook che ha scatenato Ziliani 🙂

Insomma, per questa affermazione dove commento amareggiata la poca serietà e la corruzione che ruota intorno al mondo delle Guide in Italia, mi sono presa una fila di commenti del giornalista Franco Ziliani che, tra le cose, mi ha definito presuntuosa e antipatica.

Valerio Visentin è l’ultimo giornalista gastronomico ad agire in incognito. Cura per il Corriere della Sera la rubrica “Mangiare a Milano”. Di lui si conosce la firma, ma non il volto.

Bernardo Iovene – Report Rai 3

Presuntuosa? Come ho risposto a lui, né in Report, né nel mio post si parla della mia o altrui competenza a svolgere un determinato compito. Si parla del valore delle guide e soprattutto dell’onestà con cui sono costruite.

In teoria [le guide n.d.r.] sarebbero dei libretti da consultare per scegliere dove andare a cena. Poi non è così perché invece le grandi guide fanno politica, distribuiscono benemerenze, menzioni speciali, c’è un giro di sponsor… c’è un ritorno… c’è tutto un indotto che nutre questo carosello di cuochi e critici.

Valerio Visentin, critico enogastronomico di “Mangiare a Milano, Corriere della Sera”

Il mio problema nasce se Franco Ziliani fa commenti “a caso”, senza forse aver visto la puntata di Report e di conseguenza senza sapere a cosa mi riferisco col mio post su Facebook, e senza nemmeno leggere quello che scrivo (dopo la mia risposta più che esaustiva ha continuato a battere lo stesso chiodo). Quindi non mi stupisco assolutamente di questo atteggiamento dal momento che stamattina ho letto sul suo blog un articolo dove sputtana l’azienda Riccafana senza aver probabilmente mai bevuto nulla della stessa.

Ah, la “scoperta” (come la chiama lui e di cui ora ti parlerò) che ha fatto Ziliani l’ha fatta sulla mia bacheca di Facebook, dove ho condiviso l’evento di questa azienda al quale ho partecipato di persona, e per questo mi sento in dovere di dare anche il mio punto di vista sull’argomento.

Da qualche mese Riccardo Fratus, titolare della cantina vinicola franciacortina Riccafana, organizza, con cadenza mensile, aperitivi e brunch dove ospita non solo qualificati ristoranti della zona, ma da anche spazio ad aziende giovani o storiche del territorio bresciano. Come titolare ITALIANA di una Web Agency che si occupa di web e comunicazione, non posso che fare i complimenti a Riccardo per questa sua attività, sostenuta con l’appoggio del mio caro collega franciacortino Roberto Premoli e dalla bravissima Alma Tortelli (ce ne fosse una per cantina… comunque alle altre aziende interessate segnalo che ha una gemella identica a lei anche se non so che lavoro fa! Potete provare a sentirla 😀 ) Alma è una ragazza giovane e bella, di rara educazione, intelligenza e preparazione! Nonché la ormai famosa e scandalosa “dott.ssa” XYZ rispondente al numero telefonico 111222444 citata da Ziliani.

Ma vediamo insieme perché cosa “ha combinato” Riccardo Fratus insieme al suo staff per essere messo “al banco degli imputati” da Ziliani.

Arte in cantina

Venerdì 24 febbraio l’azienda Riccafana ha ospitato il giovane e talentuoso chef Alessandro Ferrera del Ristorante Templari di Brescia per un delizioso aperitivo di pesce in abbinamento al suo Franciacorta Satén Riserva “Eredità”. Nella stessa serata hanno esposto le loro opere le 3 briose ragazze dell’Opificio 3 di Palosco, un giovanissimo laboratorio creativo artigianale di progettazione e realizzazione di decorazioni e restauri creato da Irene Gatti, Simona Locatelli e Miriam Vodopivec. Come appassionata d’arte non posso che fare i complimenti a queste ragazze che sono davvero brave e, come me, amano profondamente il loro lavoro.franciacorta riccafana

Nella stessa serata ha esposto le sue magnifiche lampade in plexiglass, di cui una in particolare mi ha davvero colpita, la bravissima artista Silvia Tagliabue .

In questa occasione Riccardo Fratus ha presentato il suo Franciacorta D.O.C.G. Satén Millesimato Eredità della linea Fratus (uno spumante metodo classico assolutamente da provare, con note di arancia candita, burro fuso, biscotti appena sfornati e una cremosità in bocca davvero notevoli).

millesima blog awards 2017

Brunch, Moda & Bollicine

Domenica 24 marzo l’azienda Riccafana ha ospitato una storica azienda di calze bresciana Andre di Desenzano del Garda (la deliziosa proprietaria Paola ha collaborato anche con Marni) e, dato che si parlava di moda, è stata perfettamente “calzante” la presenza di Elisabetta Lazzarini, stilista e modellista che, oltre a creare capi unici con tessuti pregiati, seleziona piccole aziende Made in Italy e le fa conoscere in tutta Italia con le sue esposizioni itineranti. In abbinamento i Fingerfood e il risotto al Franciacorta dello chef Mattia Manfroni de La nuova Rimini di Cazzago San Martino – Brescia (Che piacere trovare un quasi conterraneo proprio qui!).

franciacorta riccafana zero zero

Ora, io sicuramente sostengo con tutta me stessa il Made in Italy, soprattutto in un periodo storico dove siamo invasi da cineserie di ogni tipo, e quindi non posso che appoggiare Riccardo Fratus per la sua promozione delle eccellenze territoriali. Ma a parte questo, onestamente parlando, non ci vedo proprio nulla di male a presentare uno spumante in partnership con un Ristorante e, perché no, con un’artista o con una stilista! Ben vengano le giornate multidisciplinari, capaci di avvicinare ad un particolare mondo persone che, in altri modi, non si sarebbero mai interessate.

Riccafana Zero Zero

In ultimo 2 paroline sul vino… che in realtà dovrebbe essere il vero protagonista dell’articolo di qualsiasi wine blogger. Annovero il Franciacorta D.O.C.G. Zero Zero di Riccardo Fratus uno dei 5 migliori Franciacorta commercializzati quest’anno. La versione dello Zero Zero 12 mesi è nata perché, essendo un vino biologico, senza zuccheri e senza solfiti, l’azienda è partita da qui prima di arrivare alla sua versione 24 mesi. Concordo con Franco Ziliani sul fatto che l’utilizzo della stessa etichetta per entrambe le versioni, da un punto di vista comunicativo è sicuramente un errore… anche se non penso che le persone siano tratte in inganno dal momento che questi vini non sono venduti in uno scaffale del supermercato. In particolare per la versione dello Zero Zero 12 mesi, è un bancale di prova che non è ancora messo in commercio e per questo non ha ancora una sua etichetta vera e propria. Un esperimento enologico che Riccardo ci ha fatto testare in occasione di questo evento ancor prima di decidere se commercializzarlo autonomamente. Per questo motivo la stessa bottiglia non è presente sul sito web della Riccafana dove è riportata unicamente la versione 24 mesi e la corretta denominazione “Franciacorta D.O.C.G.” è più che evidente. Poi, come persona che si occupa di web e comunicazione per lavoro, non posso che consigliare a Riccardo Fratus, nel caso che decida di commercializzare anche la versione 12 mesi di questo spumante, di mantenere l’attuale l’etichetta dello Zero Zero, ma cambiandone il colore, per rendere immediatamente distinguibili i due prodotti.

Quanto alla versione 12 mesi dello Zero Zero… ha una bella bollicina croccante, una grande pulizia al naso e in bocca, ed è sicuramente un vino spumante di qualità piacevole per un aperitivo a base di salumi non troppo stagionati e pesce, anche cotto a lungo.

I dinosauri della comunicazione si “suicidano” alla vista delle stelle nascenti?

I 334 ristoranti stellati Michelin in Italia fatturano complessivamente 260 milioni. Una stella ha un fatturato medio di 700.000 €, due stelle un milione e cento, tre stelle addirittura un milione e cinquecento. A tutto questo, i grandi Chef griffati sommano anche i 600.000 € che in media incassano da attività extra ristorante quando sono all’apice del loro successo e arrivano da ospitate TV, spot, pubblicazioni… […] Ma sotto le stelle cosa c’è?

Studio Sigfrido Ranucci – Report “Sotto le stelle”

Sotto le stelle ci sono gli stagisti non retribuiti perché la retribuzione “è quello che lo Chef ti trasmette” (però lui fa 4/8 milioni di euro di fatturato all’anno…). E io sono presuntuosa se non condivido un sistema che sfrutta i sogni dei giovani e li fa lavorare gratis fino allo sfinimento dietro le quinte mentre lo Chef griffato di turno è ospite in TV?

E sia chiaro, io stimo la Guida Michelin e molti ristoranti in essa premiati. Quello che non stimo è il sistema che ruota intorno alla Guida… i suoi satelliti insomma. E ho tutto il diritto di scriverlo sul mio profilo personale di Facebook.

Mi rifaccio alla terza premessa con cui ho scritto l’articolo:

Acquisire una certa notorietà dentro e fuori dal web non significa essere fuori dalle regole. Internet non può essere una zona franca dove non c’è legge e dove un giornalista/wine blogger può associare impunemente il nome di una nota truffatrice ad un’azienda onesta.

Caro Franco Ziliani, ti do una brutta notizia: la preparazione, nonché il talento, lo studio, la dedizione e la passione, non sono direttamente proporzionali con l’aumentare dell’età. Quindi, come io rispetto il tuo lavoro, ti invito a rispettare il mio, e ad evitare certe uscite su Facebook ed in qualunque altro posto. A prescindere che io abbia o meno l’età di tua figlia. Anzi, proprio perché hai una figlia della mia stessa età dovresti incoraggiarli i giovani invece di demolirli perché non hanno la tua esperienza. Ma poi… da quando l’età è automaticamente sinonimo di esperienza?

Non mi sono mai fatta bella dell’audience del mio blog… perché non sono presuntuosa (come tu hai invece affermato) e non ho mai mancato di umiltà… però posso sempre incominciare 😉

alexa rank

Alexa è un’azienda statunitense sussidiaria di Amazon.com  che fa statistiche sul traffico dei siti web (rank) ed è il più famoso indicatore del traffico, ovvero della popolarità, di un sito web. Ovviamente questi sono dati pubblici, e non saranno mai la scienza esatta dei dati privati di Google Analytics, ma sono comunque uno dei metri (sicuramente Alexa è la voce più storica ed importante tra quelle che si occupano di rank pubblico) su cui si basano le aziende prima di comprare pubblicità su un dato sito web/blog. Oltretutto. come afferma la stesso Alexa, per i siti web che entrano in classifica dalla posizione numero 1 alla posizione numero 100.000 è abbastanza affidabile (quindi come evidenziato da questo screenshot con i dati di oggi per Perlage Suite e per Vino al Vino si possono definire dati abbastanza veritieri… mentre Le Mille Bolle Blog sembra non avere un rank/traffico sufficiente in Italia per poter essere analizzato correttamente da Alexa). Più il numero è basso, maggiore sarà il traffico del sito web. Al numero uno in Italia abbiamo Google, il blog/magazine di Luciano Pignataro viaggia intorno alla posizione 4.000, Intravino supera di poco la posizione 13.000 e il Golosario dei cari Paolo Massobrio e Marco Gatti si assesta intorno alla posizione 48.000 (tutti bravissimi!!!). Come si evince dallo screenshot, Perlage Suite gira intorno alla posizione 50.000, vino al vino di Ziliani quasi 80.000 e le Mille Bolle Blog dove è comparso l’articolo su Riccafana ha un rank troppo basso per entrare in questa classifica. Ah, se hai un sito web e vuoi vedere quanto è popolare, puoi provare questo tool gratuito di Alexa cliccando QUI.

Al di là dei numeri, che danno ragione alla mia professionalità, un giornalista/blogger deve, a mio avviso, valutare correttamente un prodotto o un servizio senza mai diffamare l’azienda e sempre nel pieno rispetto del suo lavoro. E soprattutto dovrebbe astenersi a pubblicare una frase come questa:

franco ziliani

Astenersi insomma dall’associare professionisti ed aziende oneste come Riccafana, Bfix (l’agenzia di comunicazione del collega Roberto Premoli che cura gli eventi di Riccardo Fratus), Calze Andre e la stilista Elisabetta Lazzarini alle televendite di truffatori del calibro di Wanna Marchi. Chiedo personalmente a Franco Ziliani di scusarsi pubblicamente con “l’azienda franciacortista” e con le altre aziende che ho appena citato per l’assurdo paragone.

A proposito… Perdonatemi!! Sono romagnola e non so parlà bresà!

Insomma, Franco Ziliani afferma che bisogna “parlà bresà” (credo significhi “parlare bresciano”). Dato che io sono di origine romagnola e il bresciano non lo parlo, mi fate la traduzione in bresciano de l’esprit de finesse citata sul blog di Franco? E poi se è tanto territoriale perché non gli piace l’abbinamento Franciacorta – Aziende del territorio?

E ora torno a lavorare… che sono in partenza per la Francia per le premiazioni dei Millesima Blog Awards di Bordeaux e ho tanto da fare!

Chapeau a Riccardo Fratus, col cuore.

Chiara

P.S. e un consiglio al caro Franco Ziliani, visto che lui me ne da sempre tanti: alle 3.40 di notte è meglio dormire o fare l’amore, che scrivere articoli atti solo ad alimentare sterili polemiche. Ritengo che Franco Ziliani sia stato in passato un giornalista che parlava di vino con cognizione di causa (anche se una persona in mia presenza lo ha definito un dinosauro in via d’estinzione ultimamente atto al “suicidio mediatico”… ma si dice il peccato e non il peccatore…), ma ultimamente sta davvero esagerando… e un giornalista certe cose a mio avviso non dovrebbe nemmeno permettersele perché non in linea con il codice deontologico dell’ODG stesso! A me invece dispiace sinceramente vedere cadere la cultura in inutili polemiche. E poi, criticare una cantina vinicola (ovvero il lavoro di tante persone) senza nemmeno averla mai visitata e senza aver forse nemmeno mai degustato un suo vino (almeno ultimamente!)… siamo sicuri sia indice di questo buon gusto tanto  decantato dallo stesso Ziliani?

Va là, guardiamo tutti insieme la puntata di Report a questo link e torniamo a parlare di vino e cucina, che è meglio!

P.P.S. E niente, io continuo a mangiare il Parmigiano Reggiano. Anche se non mi hanno mai regalato il formaggio perché non ho 1, 2, 10 o 100 stelle Michelin. A me piace più del Grana Padano. Che volete? Son giovane…

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