Mercoledì scorso sono stata all’enoteca Gin Rosa di Piazza San Babila a Milano per un delizioso aperitivo di lavoro. In realtà la nostra permanenza al Gin Rosa, grazie al servizio ed alla compagnia, è stata così piacevole che l’aperitivo si è trasformato in pranzo… e a momenti non ce ne andavamo più! La scoperta del Gin Rosa in realtà non è mia: l’idea è stata di Carla, imprenditrice vinicola abruzzese che proprio in quei giorni mi aveva contattata per una proposta di lavoro. Lo ammetto: un po’ perché vivo in Lombardia da appena 2 anni e un po’ perché sono a Milano spesso, ma non così spesso, non avevo mai sentito parlare del Gin Rosa… eppure è uno dei locali più antichi della città che affonda le sue radici nella prima metà del 1800.

San Babila poi è una “Milano dentro Milano”, una piccola city dove negozi di grandi firme e uffici si intrecciano in un tessuto urbano di pregio a due passi dal Duomo. In questo contesto il Gin Rosa della Galleria San Babila è lo specchio di quella “Milano bene”, di classe e produttiva, capace ancora di godersi una pausa o un pranzo di lavoro senza fretta ed assaporandosi ogni istante.

Sono arrivata in leggero anticipo e mi sono seduta in un tavolino all’aperto, immaginandomi come doveva essere trovarmi lì, due secoli prima, ad osservare il passaggio delle carrozze sorseggiando gli aperitivi che si sono evoluti al cambiare del tempo, delle mode e dei costumi. Il Gin Rosa invece, pur vantando una storia secolare, sembra non temere il trascorrere degli anni. E non parlo solamente del drink: anche il locale ha saputo rinnovarsi mantenendo intatto il suo storico fascino! Tutto è molto curato, il personale è gentilissimo e tavolini e sedie sono comodi. E la sua posizione privilegiata all’interno della Galleria San Babila fa anche sì che i tavolini fuori siano vivibili senza fastidiosi piccioni! (Lo so, gli animalisti mi odieranno… ma io considero i piccioni come le zanzare… e ho detto tutto!) Tiro fuori l’iPad e la sua comodissima tastiera bluetooth Ultrathin Logitech (non smetterò mai di dire che questo è stato il miglior acquisto della mia vita… e Amazon come sempre è stato superlativo!) e mi metto a scrivere qualche considerazione per l’aperitivo di lavoro intanto che aspetto Carla, che arriva di lì a pochi minuti. L’avevo già vista su skype, ma dal vivo è ancora più bella e piacevole. Tra una parola e l’altra scatta il primo aperitivo, ed ecco che provo questo famoso Gin Rosa. Le premesse c’erano tutte: essendo un distillato di bacche di ginepro, rabarbaro, genziana e di altre 30 erbe, non può non piacermi (in particolare adoro il rabarbaro!). Il colore poi è bellissimo… ma possibile che ogni volta che un farmacista si mette a creare una bevanda ne fa un vero successo? Ti ricordo solo il vino mariani che tutti noi ora conosciamo come Coca Cola… (se ti va ho scritto proprio un articolo sull’importanza dell’utilizzo di testimonial nella comunicazione del vino che si ispira alla celebre bevanda e puoi leggere QUI).

gin rosa milano

L’aperitivo in accompagnamento è tutto molto buono: dalla pizza agli stuzzichini, tutto è gustoso e con materie prime di ottima qualità. E ci piace così tanto che io e Carla decidiamo di fermarci a pranzo… ma non prima di aver visitato l’enoteca del Gin Rosa in compagnia di Nicoletta Tarquinio, la proprietaria del locale insieme a suo marito Francesco de Luca. Nicoletta è una perfetta padrona di casa: la prima cosa che leggo nei suoi occhi è l’amore per il suo lavoro e la passione e totale dedizione che mette in ogni cosa che fa. In questo, sicuramente mi somiglia molto. Del resto basta guardare gli spazi del Gin Rosa per leggere i suoi occhi: nulla è lasciato al caso e la cura per i dettagli è maniacale. L’ambiente è bellissimo, non riuscirei a trovare una nota stonata nemmeno se volessi… e io sono una che di note stonate ne trova facilmente!

gin rosa milano

Passeggiamo per il locale, sedotte dal suo fascino vintage e contemporaneo allo stesso tempo. Troviamo bellissime le colonne dorate, lo stile liberty chic e siamo felici che l’inizio di una proficua collaborazione lavorativa nasca proprio tra queste mura. Carla mi ha detto una frase che mi ha fatto capire quanto siamo “giuste” l’una per l’altra: per produrre Bellezza serve Bellezza. E io non posso essere più d’accordo di così! Per questo ho sempre curato maniacalmente l’ambiente dove lavoro, circondandomi di orchidee, la mia più grande passione dopo il vino e il Design (se volete farmi un regalo, un Riva1920 lo gradisco sempre volentieri… 😀 ), affacciandomi sullo splendido Lago d’Iseo e collezionando libri d’Arte, Musica e Architettura. Del resto, ci sono 10 minuti spesi meglio quando si fa una pausa dal lavoro che contemplare la natura ascoltando Bach e sorseggiando un ottimo vino spumante italiano?

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Dentro al Gin Rosa c’è anche un caveau per gli Champagne! Che meraviglia… potrei morire lì dentro! Nicoletta ci dice che a lei lo Champagne in realtà non piace, e ha assaggiato di tutto con la complicità di noti sommelier che hanno visitato il Gin Rosa! Ah, quanto vorrei raccogliere la sfida… ho giusto un paio di nomi in mente… 🙂 (Ma questi te li dico la prossima volta!) Bellissima l’idea di tenere le bottiglie nella pupitra… anzi, sai che quasi quasi ve la copio? Se non fosse che tra poco aprirò le candidature alle aziende produttrici di arredi per Cantine vinicole/enoteche/ristoranti per diventare partner di Perlage Suite e arredare la sua cantina sotterranea… (ma anche questo te lo racconto la prossima volta!) 🙂

gin rosa

Ed ecco Nicoletta e Carla, in un altro ambiente del Gin Rosa riservato alla vendita di deliziose confezioni e bottiglie! Oltretutto entrambe hanno origini abruzzesi… una terra che ammetto di conoscere solo di riflesso, per aver avuto una mia storica compagna di università e poi dirimpettaia de L’Aquila, ma che spero di avere ora l’occasione di visitare presto, anche solo per andare a visitare questa cantina vini con cui sono certa passerò un anno di grande intesa e sinergia lavorativa (e spero tanti anni a venire <3 ). Insomma, in un locale che vanta una storia femminile (una dei racconti attribuisce il Gin Rosa ad Annunciata Bourné di Oleggio che nella seconda metà dell’800 acquistò l’allora bottiglieria chic per contrastare Campari coniando il suo aperitivo) , è ancora una volta teatro di una collaborazione femminile.

Io poi sono convinta da sempre che le donne capaci di lavorare con le donne hanno davvero un grandissimo potenziale perché sono in grado di sprigionare un’energia e una visione d’insieme davvero uniche. Ovviamente parlo di grandi menti, con idee e visione aperta, ma soprattutto parlo di donne con una solida autostima che non hanno bisogno di umiliare e giudicare le altre donne per sentirsi migliori. Ecco, per questo genere di donne invece non c’è speranza. Il mio fidanzato giusto l’altra sera argomentava con mio papà sul perché io sono “uomo” su molti aspetti… in realtà io credo di essere una donna donna, che però è molto diversa dalla donna quaquaraquà che dice lui… che non è affatto donna, ma semplicemente minorata mentale… 😀

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Per pranzo sono stata tentata da diverse proposte con un ottimo aspetto, ma ho poi deciso per il farro con tonno e fagiolini che ho trovato davvero delizioso. In abbinamento un calice di Prima Cuvée di Monte Rossa, lo spumante DOCG brut base della celebre cantina della Franciacorta che ormai ne è diventato il biglietto da visita per diffusione e gusto. L’unico consiglio che mi sento di dare è abbassare di un paio di gradi la temperatura di servizio in estate… tanto li recupera nel tempo che arriva al tavolo! A parte questo è stato tutto perfetto!

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Ero pienissima, complice l’abbondante aperitivo e il buon piatto di farro, ma una bravissima cameriera ha saputo tentarmi dicendo la parola magica: pistacchio e associandola anche al concetto di piccolo… ed è così che non ho resistito a questa deliziosa mousse pistacchiosa! Ah perdonatemi la foto: era così invitante agli occhi che non sono arrivata a farne una integra… ma io ammetto serenamente di avere un problema con il pistacchio, lo mangerei H24 e non mi stancherei mai… da quando sono bambina! Cioè vi immaginate la mocciosetta in gelateria che insieme agli altri bambini che mangiano il gelato cioccolato e fragola con più o meno panna chiede il cono “pistacchio e caramello”? Ero io.

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Il Gin Rosa ha visto susseguirsi negli ultimi 200 anni una molteplicità di gestioni, e un susseguirsi di luci e ombre, fino all’arrivo della splendida famiglia De Luca nel 2000, che lo ha riportato agli antichi fasti, grazie anche all’esperienza quarantennale nel settore ristorativo milanese.

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A presto e grazie per aver suggellato un bellissimo inizio di una stimolante collaborazione lavorativa. A proposito, cosa stiamo combinando io e Carla? E di quale cantina vinicola si tratta? Per avere una risposta dovrai pazientare ancora un po’, ti anticipo solo che è una bellissima storia di famiglia, tradizioni e passioni che si snoderà in una location unica e suggestiva, grazie anche ad una donna con capacità imprenditoriali e manageriali fuori dal comune.

Chiara

P.S. Come sempre per le foto ringrazio Universo Foto per la meravigliosa Sony RX100 M4 che adoro… e che sto piano piano imparando ad usare con grande soddisfazione personale <3

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