Era il 25 marzo 2015, da 4 giorni ero Sommelier AIS e da 15 giorni era nato Perlage Suite… che dà quaderno degli appunti online con un altro indirizzo web aveva cominciato ad avere la parvenza di un vero wine blog! Se mi avessero detto che a distanza di 4 anni sarei stata una wine blogger di professione credo mi sarei messa a ridere, e quello stesso giorno ho varcato la soglia del Vinitaly per la prima volta in compagnia dei miei amici Federico, Andrea e Laura. In quello stesso giorno pubblicai questo articolo “Tutti i colori del Franciacorta con La Montina” e promisi di andarli a trovare in azienda… un bel viaggetto dalla mia comfort zone di Ravenna Centro. A dire il vero quel giorno non avrei nemmeno mai pensato di andarci a vivere in Franciacorta a distanza di appena 4 mesi.

Caratteristica assodata di me è la mia assoluta e irrequieta imprevedibilità: oggi sono qui, domani chissà… ho sempre vissuto col terrore di creare legami con i luoghi e soprattutto con le persone. Ho sempre visto nel legame una catena, un’impossibilità di rincorrere quella stessa libertà che oggi, in un qualche modo, vivo come un limite. “Si cambia!”, direbbe mia madre. Eppure in questi 4 anni sono cambiate un’oceano di cose, case, persone. E ho realizzato quel sogno di bambina di vivere sul lago, anzi oramai “in mezzo al lago” in un luogo dove, per la prima volta in 34 anni, desidero mettere radici.

La Montina per me è un po’ il luogo dove è iniziato un po’ tutto, a partire dalla mia grande storia d’amore con il Lago d’Iseo e la Franciacorta. Con i suoi limiti, i suoi paesaggi e la sua immutata Bellezza. Per questo quando ho ricevuto l’invito della famiglia Bozza di andare a Villa Baiana il 12 ottobre per questa degustazione ho immediatamente annullato l’evento che avevo a Milano per essere qui. La Montina per è e sarà sempre un luogo speciale dove vivere, nonostante il tempo e il vino che passa, l’emozione della prima volta.

La prima volta che ho visitato La Montina ho pensato che in Franciacorta non poteva esistere una cantina più bella. Oggi, che ho la presunzione di dire che ho visitato almeno l’80% delle cantine della Franciacorta, non posso far altro che pensare di avere ragione. L’atmosfera che ho respirato sabato, a partire dallo stesso giardino, è stata dolce e romantica. Adoro queste lucine che adornano il verde dinanzi a Villa Baiana, è davvero un luogo perfetto dove sposarsi. In effetti, l’unica volta che ci sono andata parecchio vicino 3 anni fa, ho pensato anche io di farlo qui… peccato essere poi scappata a gambe levate (tanto per cambiare!).

Il tema della serata era “Franciacorta e affinamento sui lieviti, palati a confronto“. La degustazione è stata condotta da uno straordinario predicatore di pecorelle assetate, Nicola Bonera. Le pecorelle invece erano giornalisti, influencer, blogger, clienti e operatori di settore. Devo dire che i palati sono stati messi sul serio a confronto ed è stato bello vivere la stessa esperienza con un gusto diverso.

Vendemmia 2004

L’annata 2004 è stata caratterizzata da temperature mai molto elevate di giorno e piuttosto basse di notte, con ottime escursioni termiche. Durante la stagione vegetativa non ci sono state né grandi sorprese né difficoltà particolari e la vendemmia è stata regolare anche sul piano quantitativo dopo due stagioni scarse. L’andamento climatico ha consentito di valorizzare le raccolte delle varie particelle e creare basi con peculiarità molto spiccate a seconda delle diverse zone di provenienza, tutte comunque concordi sul presentare un’ottima finezza e una grande acidità. Questo ha consentito di creare cuvée di grande freschezza e complessità aromatica, potenzialmente molto longeve e con grande personalità. Valutazione vendemmia 4.

Campione A:

Franciacorta Brut Millesimato con tiraggio a marzo 2005 e sboccatura a febbraio 2008 [4]

Colore giallo dorato intenso con riflessi oro antico. Naso interessante dove spiccano il mandarino candito, il cioccolato bianco, il pan brioche, la crema pasticciera e un finale di ostrica. Pur essendo piuttosto asciutto, è meglio in bocca, dove convincono la salinità e la struttura quasi fibrosa.

Campione B:

Franciacorta Brut Millesimato con tiraggio a marzo 2006 e sboccatura a giugno 2018 [6]

Colore giallo dorato brillante con un perlage che forma una spuma abbondante e una corona persistente. Naso elegante, intenso, brillante e molto caratterizzato dai lieviti, con sentori piuttosto legnosi. In bocca è croccante, fresco e lungo. Non mi ha convinta molto.

Vendemmia 2005

L’annata 2005 è stata caratterizzata da un decorso altalenante almeno fino alla fioritura, per poi regolarizzarsi fino ad agosto con tempo secco, soleggiato e con buone escursioni termiche diurne. La concentrazione zuccherina è stata piuttosto elevata e l’acidità non ha perso troppo, garantendo valori di PH particolarmente contenuti. Il profilo aromatico delle basi si è rivelato molto promettente per eleganza e potenzialità d’invecchiamento. Valutazione vendemmia 5.

Campione C: 24 mesi sui lieviti, 11 anni e mezzo dalla sboccatura

Franciacorta Satén Brut Millesimato con tiraggio a febbraio 2006 e sboccatura a febbraio 2008 [2]

Colore giallo oro particolarmente brillante con un perlage fine, numeroso e persistente. Naso intenso, elegante e complesso in cui riconosco note di burro, balsamico, erbe aromatiche che sfumano in un finale citrino. Incredibile la freschezza che si avverte in bocca, se non fosse per il grande equilibrio parrebbe sboccato “l’altro ieri” e non certo 11 anni fa! Piacevolissimo e con un finale piuttosto lungo.

Campione D: 148 mesi sui lieviti, 1 anno e mezzo dalla sboccatura

Franciacorta Satén Brut Millesimato con tiraggio a febbraio 2006 e sboccatura a febbraio 2018 [7]

Giallo paglierino carico e brillante con un perlage che forma una corona persistente. Il naso è più delicato del precedente, ma si avvertano nitide le caratteristiche note mature di uno vino che ha trascorso ben 148 mesi sui lieviti. Sentori di limone, cedro candito e nocciola si susseguono in un sottofondo floreale. In bocca è molto coerente, ancora giovanissimo, con intensi sentori di limone e una bollicina fin troppo carica e croccante. Finale lunghissimo e grandi prospettive.

Vendemmia 2006

L’annata è stata caratterizzata da un decorso primaverile regolare che è sfociato in un inizio estate particolarmente asciutto, con un andamento simile a quello della 2003. Dai primi di agosto alcuni eventi piovosi hanno ripristinato il bilancio idrico e la maturazione è cominciata nelle migliori condizioni. Da ferragosto il tempo è stato sempre bello e stabile, con escursioni diurne anche di 10 gradi che hanno contribuito sia allo sviluppo degli aromi, sia al mantenimento della freschezza. Le basi presentano profumi fini, ottimi valori di PH e di acidità, buona complessità aromatica e un’ottimale gradazione alcolica.

Campione E: 43 mesi sui lieviti, 9 dalla anni sboccatura

Franciacorta Brut Millesimato con tiraggio a marzo 2007 e sboccatura a ottobre 2010 [3]

Giallo paglierino brillante con riflessi dorati. Il perlage forma una spuma abbondante e persistente. Al naso è particolarmente elegante, anche se mi ha convinto di più appena versato. Mi ha dato l’idea di essersi ossidato particolarmente velocemente all’aria. Mantiene profumi di cioccolato al latte, miele, salgemma, pepe di Giamaica, coriandolo e lievito. In bocca è croccante, fresco, strutturato e intenso. Finale lunghissimo.

Campione F: 136 mesi sui lieviti, 1 anno e 4 mesi dalla sboccatura

Franciacorta Brut Millesimato con tiraggio a marzo 2007 e sboccatura a giugno 2018 [5]

Giallo paglierino brillante con riflessi dorati. Il perlage è fine e forma una spuma particolarmente abbondante. Il naso è elegante e citrino, con un sentore di limone molto forte e un finale di burro crudo piacevole. In bocca dimostra una grande coerenza soprattutto nella freschezza e nei sentori agrumati. Ha una struttura importante e un finale lungo, ma è ancora giovanissimo.

Campione G: 20 mesi sui lieviti, 11 anni dalla sboccatura

Franciacorta Satén Brut Millesimato con tiraggio a febbraio 2007 e sboccatura a ottobre 2008 [1]

Giallo paglierino brillante con riflessi dorati. Perlage fine e numeroso che forma una spuma abbondante e una corona persistente. Al naso è complesso ed elegantissimo, molto floreale. Riconosco nitide note di fiori di tiglio, tarassaco, miele, mela verde e noci brasiliane. In bocca ha una bolla croccante, con una spalla acida incredibile in rapporto all’età della sboccatura.

Campione H: 137 mesi sui lieviti, 1 anno e 4 mesi dalla sboccatura

Franciacorta Satén Brut Millesimato con tiraggio a febbraio 2007 e sboccatura a giugno 2018 [8]

Giallo paglierino brillante. Perlage fine che forma spuma abbondante e persistente. Al naso è acidulo e intenso, non particolarmente aperto. Sono molto forte i sentori di lievito. In bocca è croccante, intenso e coerente.

  1. Franciacorta Satén Brut Millesimato 2006 con tiraggio a febbraio 2007 e sboccatura a ottobre 2008 [Campione G]
  2. Franciacorta Satén Brut Millesimato 2005 con tiraggio a febbraio 2006 e sboccatura a febbraio 2008 [Campione C]
  3. Franciacorta Brut Millesimato 2006 con tiraggio a marzo 2007 e sboccatura a ottobre 2010 [Campione E]
  4. Franciacorta Satén Brut Millesimato 2004 con tiraggio a marzo 2005 e sboccatura a febbraio 2008 [Campione A]
  5. Franciacorta Satén Brut Millesimato 2005 con tiraggio a febbraio 2006 e sboccatura a febbraio 2018 [Campione D]
  6. Franciacorta Brut Millesimato 2004 con tiraggio a marzo 2005 e sboccatura a giugno 2018 [Campione B]
  7. Franciacorta Satén Brut Millesimato con tiraggio a febbraio 2007 e sboccatura a febbraio 2018 [Campione F]
  8. Franciacorta Satén Brut Millesimato 2006 con tiraggio a febbraio 2007 e sboccatura a giugno 2018 [Campione H]

Visto che il tema della serata è “Franciacorta, palati a confronto”, dalla mia personale classifica emerge che il mio palato ha apprezzato particolarmente l’annata 2006 e è piuttosto neutro tra la formula Brut o Satén Brut. Quello che invece è davvero interessante è che le prime 4 posizioni sono tutte occupate dalle sboccature più vecchie e che a parità di vendemmia prediligo una permanenza sui lieviti più breve e un periodo di affinamento in bottiglia più lungo

Dopo la visita in cantina, dove abbiamo potuto ammirare anche una mostra d’arte africana piuttosto bella (mi ha colpito particolarmente il quadro con gli strumenti musicali), siamo passati alla cena. Per l’occasione, invece di avvalersi degli Chef de La Montina, ci hanno voluto far scoprire il talento di un giovanissimo Chef di Lovere: David Fiordigiglio. Lo definirei un “bambino prodigio” sia per come cucina, sia per come espone i suoi piatti a un pubblico di giornalisti che è pur sempre emozionante anche per uno più scafato. Ha appena 22 anni, è assolutamente incredibile. 😍

Super le capesante in Ceviche con frutta, lime e coriandolo… da provare anche nella variante con la menta al posto di quest’ultimo che, avendo un sapore particolare, a qualcuno magari non piace!

Lodevole l’idea di adagiare il risotto preparato con un brodo di solo porro, un burro acidulato con la cipolla e naturalmente il Franciacorta La Montina su dei gamberi rossi crudi che si sono intiepiditi proprio con il calore del riso. Il gusto era molto buono, anche se lo avrei voluto leggermente di più all’onda. Va comunque studiato meglio l’impiattamento perchè adagiare 4 cucchiai di riso sul gambero crudo non è degno del sapore squisito, oltre che io preferisco i numeri dispari e arrotondare per eccesso, quindi la prossima volta facciamo 5 mucchietti che così non sentiamo solo se è cotto!  😆 Impiattare un risotto del genere non è facile, soprattutto per ottenere l’effetto “coperta” per il gambero… ma va studiato con cura ancora! Perfetta l’idea di utilizzare i fiori eduli, insomma occorre che David gioca con le forme per dare giustizia al gusto del suo risotto! Sfiziosissima la granita di cetriolo con la spuma alla menta… ne ho mangiate due porzioni ma avrei volentieri seccato pure la terza! E poi mica l’ho detto io che non c’è due senza tre! 

Questo è uno degli scatti che ho rubato alla cucina, dove ho trascorso un po’ di tempo. Mi piace tantissimo osservare gli chef che lavorano, è come che ballassero, nei casi di buona anche con grande armonia, una danza segreta di cui solo loro conoscono i passi. Questo è stato un piccolo intermezzo tra il risotto e il secondo (l’unico piatto che non ha spiccato perchè la texture della carne non era perfetta) che ho trovato assolutamente geniale. So che alla vista ti sembra una banale tartare di carne (purtroppo non battuta a coltello come si usa in Piemonte)… ma la sua forza è voler giocare con i gusti e le consistenze. In pratica è una tartare di crudo con sopra il grasso della stessa carne arrosto. Davvero interessante, da riprovare con una battuta di fassona al coltello che potrebbe essere condita con il grasso della carne cotto al posto dell’olio extra vergine di oliva (sento lo sguardo accigliato del mio adorato amico Marco Antonucci su di me in questo momento, lo so bene…).

Anche se mia madre mi ha traumatizzato con il finocchio e non c’è normalmente verso di farmelo mangiare, il piatto che ho più apprezzato è stato proprio il dolce creato in collaborazione con Valrhona. In pratica l’ho trovato uno splendido gioco di consistenze, temperature e gusti! Finocchio, cioccolato bianco e liquirizia si sposano in una maniera incredibile… davvero troppo buono!

L’adorabile presidente de La Montina Vittorio Bozza mi ha detto che il segreto della sua gioventù di mente e di corpo sta tutto nel bere e mangiare bene e nel fare spesso l’Amore. La penso esattamente come lui e spero di avere il privilegio di invecchiare con la stessa lucidità di spirito e dolcezza d’animo. ❤️

Grazie infinite a tutta la famiglia Bozza che ho avuto un gran piacere di riabbracciare, in particolare ad Alceo, a Giancarlo e a Michele, a cui vorrò sempre bene e che quando sorride è capace di fermare il mondo. Oppure ferma il mio, ma che io ho un debole per lui è cosa nota da almeno 4 anni!

 

Cheers 🥂

Chiara

PS è stato un enorme piacere anche la compagnia di Marina Tagliaferri dell’Ufficio Stampa Agorà, compagnia di cui spero di godere molto presto! 😍

E tu conosci i Franciacorta La Montina? Cosa ne pensi? Scrivimelo in un commento!

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