Ho un ricordo ben nitido in me di quando ero una bambina. “Voglio scrivere sul lago“, dissi. Avevo circa 8 anni ed ero seduta sul bidet mentre mio papà era seduto sul water. Lo so, detto così è un po’ strano. 😅 Eppure era una cosa che facevamo sempre per confidarci i nostri segretucci di nascosto dalla mamma. Allora non sapevo ancora di cosa avrei scritto e nemmeno di che lago parlavo. A 30 anni ho fatto questo grande passo e mi sono trasferita in quel di Lovere, sul Lago d’Iseo. Avevo scelto il Lago d’Iseo per la sua vicinanza alla Franciacorta e per avere la possibilità di costruirmi un piano B, nel caso non fossi riuscita a vivere facendo la wine blogger, sogno che invece sono riuscita a realizzare. Ora non sono ancora la Chiara Ferragni del vino, ma come dico sempre a mio marito e al mio adorato amico Marco, conto di arrivare anche lì. In questo articolo voglio parlarti di 3 delizie gastronomiche della mia Monte Isola, l’isola lacustre più grande dell’Europa Meridionale e Centrale. Chissà che non ti faccio venire l’acquolina in bocca al punto di farti venire voglia di visitarla una volta che il lockdown sarà finito. Nel 2019 è stata anche eletta terza migliore località turistica europea ed ha sorpassato Amsterdam, Firenze e Atene. Ma prima voglio condividere con te un estratto del mio nuovo romanzo “Lo spumante di Leonardo” ambientato tra Monte Isola e Parigi, una cartolina del mio amore per il lago.
Io e il lago
“Ogni volta che mi allontanavo dal lago per più di un giorno provavo una strana irrequietudine. Qui vivevo come sospesa. Ero nata in una città di mare. Le persone generalmente preferiscono il mare, ma non io.
Il lago per me era una forma di meditazione. Il lago era capace di cambiare colore più volte nella stessa giornata. A volte scendeva una nebbia tale da non vedere la sponda di fronte. A volte era solo una foschia in cui era impossibile definire i contorni delle cose. Non mi sentivo mai del tutto abbandonata. Le montagne erano sempre lì e si specchiavano discrete nelle sue acque.
Adoravo le ore del tramonto, quando le luci dei paesi che mi circondavano si accendevano e brillavano come pietre preziose. Era come vedere il mondo attraverso due lenti rosa. In quei momenti sapevo che tutto, in un modo o nell’altro, si sarebbe aggiustato. Era un contatto intimo con la parte più profonda del mio essere che non potevo ignorare.
Quando ero al mare mi sembrava di essere invisibile, al lago non mi era mai capitato. Indossavo la gente di lago come un abito su misura del miglior sarto. La trovavo più pacata e riflessiva, forse con meno grilli per la testa. In realtà mi rendevo conto che questa era solo una mia sottile presunzione.”
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Chiara Bassi “Lo spumante di Leonardo“(puoi comprarlo su Amazon QUI)
Ti ho condiviso questo stralcio per farti sentire quello che provo ogni volta che vedo il Lago. Io non sono nata a Monte Isola, ma sono arrivata qui dopo esserci stata durante l’installazione The Floating Piers di Christo. E io che ho sempre rifuggito la stabilità, io che ho sempre considerato i legami come catene che ci imprigionano, ho trovato il luogo che mi ha fatto desiderare di mettere radici. Per questo, quando ho conosciuto mio marito Francesco, vederlo così innamorato di questo luogo e di questo stile di vita mi ha convinto ancora di più che era lui che stavo aspettando per rivoluzionare il mio modo di esistere. Così, l’8 settembre scorso, ci siamo sposati proprio qui a Monte Isola nella splendida cornice di Castello Oldofredi.
Noi abbiamo scelto Monte Isola per costruire il nostro futuro insieme.
Ecco il video del nostro matrimonio, con la canzone che Francesco ha scritto e cantato per chiedermi di sposarlo – in pieno lockdown – dopo appena 5 mesi dal nostro primo incontro.
Per questo sono felice di comunicarti che giovedì scorso 29 ottobre 2020 si è riunito, ovviamente in teleconferenza, il consiglio della Pro Loco di Monte Isola. Nell’ordine del giorno c’è stato anche il rinnovo delle cariche sociali del consiglio di amministrazione, ora così composto:
- Moretti Sergio – Presidente
- Bassi Chiara – Vicepresidente
- Saldi Francesco – Segretario
- Turla Sandra – Revisore dei Conti
- Figini Italo
- Mazzucchelli Giordano
- Novali Massimiliano
- Turla Bruno
- Ziliani Adelaide
Ora, curiosamente, appena pochi giorni prima avevo deciso di sfruttare l’imminente lockdown della Lombardia e l’assenza di eventi e fiere enogastronomiche fino ad almeno marzo 2021 per rimettermi a studiare… così mi sono iscritta al corso di laurea triennale della Facoltà di Economia che si chiama Gastronomia, Ospitalità e Territori con indirizzo Enologico. Direi che la mia carica di Vicepresidente della Pro Loco di Monte Isola capita proprio proprio “a fagiolo” come si usa dire!
Pro Loco letteralmente in latino significa “a favore del luogo” e sono associazioni locali apolitiche e senza scopo di lucro nate per promuovere il territorio. Difendere il patrimonio culturale, ambientale e storico del paese e promuoverne la conoscenza diventano così gli scopi principali dei soci che, in questo modo, innescano un meccanismo di potenziamento delle attività legate al turismo. Il “lavoro” effettuato a favore del luogo ha quindi un doppio benefico effetto, perché le iniziative per migliorare la città e la vita dei cittadini sono anche quelle che creano le basi indispensabili per un turismo di qualità. Questo “lavoro” riguarda lo sviluppo delle attività turistiche, in particolare per quel che concerne i prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, le tradizioni popolari, la tutela e la salvaguardia dei patrimoni storico-artistici, architettonici, culturali e ambientali.
Da brava vicepresidente mi metto subito all’opera parlandoti delle tre delizie gastronomiche che ti avevo promesso.
1. Sardina essicata, un gustosissimo Presidio Slow Food
L’agone, un delizioso pesce lacustre la cui forma ricorda quella della sardina, è il protagonista di una tradizione del Lago d’Iseo e di Monte Isola in particolare, tanto da dare origine perfino ai cognomi Archetti, Archini… dal dialetto locale archèc con cui venivano chiamati i legni di frassino piegati ad arco in cui si faceva essicare il pesce.
La tecnica è stata tramandata nei secoli e pare risalire all’anno 1000 quando i pescatori di Monte Isola dovevano consegnare annualmente una precisa quantità di pesce essicato al Monastero di Santa Giulia di Brescia. Questo incarico contribuì allo sviluppo dell’artigianato legato alla produzione di reti da pesca e di barche di legno, i tradizionali naét molto simili alle gondole veneziane.
La pesca degli agoni si pratica tutto l’anno, ma raggiunge il culmine nel tardo autunno e in inverno. I pochi pescatori rimasti escono al tramonto e posizionano le sardenere – reti di profondità – in mezzo al lago – minimo 200 metri dalla riva – ancorandole alle boe. All’alba ritornano e le issano, poi eviscerano immediatamente gli agoni con un’incisione nella pancia o sotto la testa. A questo punto il pesce viene lavato in acqua corrente e lasciato riposare per almeno 2 giorni sotto sale prima di essere posto a essiccare al sole per circa 1 mese, sempre in inverno per evitare gli insetti. Una a una le sardine si infilano in fili tesi tradizionalmente legati alle estremità degli archét appunto che una volta erano presenti addirittura nelle stesse barche dei pescatori. Oggi il sistema di essiccazione si è perfezionato e avviene in strutture più grandi poste su terrazzi ombreggiati. Gli agoni sono inchiodati per la testa ai gancetti presenti sulle piccole assi di legno – disposte in file parallele – dei telai. A questo punto avviene la torchiatura: vengono disposti in cerchio in un contenitore di legno o di acciaio inox e pressati in modo soffice per far uscire il grasso che viene eliminato immediatamente. Gli agoni vengono ricoperti di olio di oliva. Questo metodo di conservazione permette alla sardina di Monte Isola di durare diversi mesi, anzi più riposa più diventa buona! Se si cambia l’olio ogni circa 6 mesi possono durare anche fino a due anni.
Per la mia esperienza dopo qualche mese che sono lì sono deliziose anche crude, ma tradizionalmente si mangiano scottate sulla brace o in padella con un filo d’olio extravergine, aglio e prezzemolo. Io ne mangio delle quintalate e quelle di Maciste sono la fine del mondo… ma anche quelle di Soardi che mi ha portato Maurizio erano davvero super!
2. Salame di Monte Isola
Per me il nostro salame è il più buono del mondo, soprattutto quello della Macelleria Mazzucchelli a Siviano. E guarda che io sono nata in Emilia-Romagna, dove c’è una certa vocazione per i salumi. La carne viene tagliata rigorosamente a coltello invece di essere macinata ed è questo che in assoluto gli dà una marcia in più. Non c’è grasso aggiunto e si usano solo parti nobili di maiali nati, cresciuti e macellati in Italia, spesso alimentati per lo più a castagne e granoturco. Coppa, coscia, filetto e lonza dopo essere accuratamente tagliate vengono aromatizzate con aglio schiacciato, spezie e fatte riposare nel vino. A questo punto la carne viene insaccata nel budello – legato e punto per evitare bolle d’aria – e appesa in una cantina con i muri di pietra e il soffitto non intonacato, un fuoco sempre acceso con legni di ulivo e ginepro e il camino chiuso per permettere una leggera affumicatura naturale e mantenere una temperatura tiepida durante la notte. La stagionatura avviene sempre in queste cantine per almeno 30 giorni ed è qui che si arricchisce del suo inimitabile profumo. Se il salame non viene consumato velocemente si copre di grasso di maiale e lo si ripone in anfore di terracotta in modo da preservare la sua caratteristica morbidezza e al contempo consentire la traspirazione grazie alla capacità di assorbire e mantenere l’umidità di questo materiale. Alla Festa del Salame di Cure ne ho assaggiati davvero tantissimi buoni, quindi non perderti la prossima edizione!
3. L’Olio di Monte Isola
La prima volta che arrivi a Monte Isola rimani estasiato di fronte a questa imponente montagna verde in mezzo al lago. Quando attracchi ti rendi conto che ci sono piante di ulivo davvero ovunque. In effetti il microclima particolarmente favorevole consente di elaborare un olio di grande pregio, delicato ed elegante, adatto a valorizzare le tradizionali preparazioni a base di pesce di lago, ma anche i crostacei, le verdure e le carni bianche. I miei preferiti per ora sono il Népos del mio vicino di casa Maurizio Ribola e l’olio Doss di Roberto Turla, ma me ne mancano altri da assaggiare! Qui però non mi permetto di raccontarti nulla… lascio fare a uno dei miei più cari amici che ha un bellissimo podcast sull’olio extravergine di oliva, Marco Antonucci.
La Pro Loco di Monte Isola da anni valorizza tutte queste splendide eccellenze con feste, competizioni e manifestazioni. Purtroppo nel 2020 causa Coronavirus è saltato tutto, ma non vedo l’ora di apportare il mio contributo alle prossime edizioni! La mia piccola rassegna sui 3 tesori gastronomici di Monte Isola è finita… torno a “godermi” il lockdown studiando Storia dell’Enogastronomia! Non vedo l’ora di condividere con voi tutte le bellissime cose che sto imparando… 🤩
Ah, ti racconto un’ultima chicca che denota l’amore che io e Francesco abbiamo per Monte Isola! Per il nostro matrimonio ho disegnato e fatto realizzare questo Cake Topper che è una piccola scultura che ammiro ogni giorno sulla mia scrivania. Io e Francesco siamo seduti sulla montagna verde che rappresenta l’isola, con il lago e il cigno sulla base. Paco, il nostro volpino, sorveglia i nostri cibi preferiti: i cappelletti romagnoli, le ostriche, il sushi e la piadina romagnola con dentro il salame di Monte Isola. A lato le nostre passioni: il vino per me e la bici da corsa per lui. La rete di Monte Isola ci unisce, abbraccia, protegge. In questa foto i gioielli di una mia recente collaborazione: GrandTour Collection, leggi l’articolo QUI.
Cheers 🍷
Chiara
P.S. Continuo a spoilerarti il Franciacorta Satén de La Montina perchè me lo ha inviato la mia testimone di nozze Marina Tagliaferri, Studio Stampa Agorà – Visit Brescia e ho intenzione di aprire la bottiglia questa domenica che festeggiamo i nostri primi 2 mesi di matrimonio!