In questo articolo non ti parlerò di vino. Tutte le degustazioni che ho fatto durante il Valtidone Wine Fest le riserverò ad un prossimo articolo, dove sarò felice di condividerti i miei appunti e segnalarti i vini Malvasia (e non) che mi sono piaciuti di più. No, in questo articolo ho deciso di raccontarti l’esperienza che ho vissuto nella sua bellezza, con l’aspettativa di farti innamorare di questa splendida valle dove io ho lasciato un piccolo pezzettino di cuore.

Valtidone Wine Fest: Sabato 7 settembre 2019

Vini:34 | Tortelli: 170.000 | Pisarei: impossibile contarli | Coppa piacentina: a badilate | Sigari: 2 | Kg: 1.000.000 (col resto di 2) 

Un saggio ricordo che ha detto: chi ben comincia… ed è stato proprio così! Quando mi ricapita di fermarmi nel peggior Autogrill di Caracas, ehm no, della A21 e trovare un’unica brioche al pistacchio che oltretutto esplode di crema al pistacchio? Gioia pura, soprattutto per una persona che da 15 giorni esatti non tocca un carboidrato da farinacei in nessuna forma. Ho intuito in quest’istante che sarebbe stata una giornata a dir poco grandiosa. 😁🤤

Un altro saggio invece disse che “chi trova un amico trova un tesoro“… quindi è il momento di presentarti il mio nuovo bellissimo amico! Come sono arrivata nell’Agriturismo Podere Casale mi è saltato in macchina e non voleva più uscire! Cucciolo, io adoro gli animali… e schifo profondamente chi fa il prepotente con loro! Dopo che ho conosciuto Nicolas Rigamonti, titolare della struttura, mi ha seguita perfino in camera: non mi mollava più! Il mio unico gatto, che ho davvero adorato da bambina, era rosso e identico a questo. Si chiamava Pu (diminutivo/vezzeggiativo di Puzzone, perché marcava qualsiasi cosa).

Sono arrivata alle 12:30 e nonostante la super brioche mi sarei mangiata anche la sedia che avevo in camera. Il mio corpo è profondamente furbo (o ignorante, a seconda se lo chiedi a me o alla mia bilancia) ed è entrato subito in modalità “emiliana”. Sia benedetto Nicolas, anche se sono atea! Ma lo vedi questo piatto di tagliatelle ai funghi? Semplicemente squisito! Un sughetto cremosissimo e super saporito! Il suo gutturnio frizzante Podere Casale vendemmia 2017 si è sposato alla perfezione, peccato solo che ce lo hanno servito ad un paio di gradi di troppo.

Il motivo per andare all’Antica Trattoria del Tempio di Vicobarone tuttavia non sono né le tagliatelle né gli antipasti… ma lo squisito zabaione con i cantucci che mi ha tanto ricordato i pomeriggi con la mia adorata nonna Diomira. Quanta serenità nell’osservarla mentre mi preparava al volo lo zabaione prima di andare a giocare a tennis! Da bambini abbiamo la presunzione di sapere tutto e desideriamo crescere più di ogni altra cosa, poi cresciamo e ricordiamo con nostalgia quelle stagioni che non ritornano mai. In un attimo hai più di 30 anni e il terrore di finire divorata da un pastore alsaziano senza che nessuno se ne accorga (confido che il pastore, quando scende dall’Alsazia per banchettare, porti con sé almeno una bottiglia di Gewürztraminer da bagnarmi le labbra in punto di morte). Nicolas è un uomo piacevolissimo e sono felice di aver avuto la possibilità di conoscerlo pranzando insieme! Mi ha dato speranza che forse alla fine il famoso pastore non scenderà per divorarmi, ma per offrirmi la sua bottiglia migliore! [Quanto adoro i vini alsaziani…😍]

Il mio rapporto erotico con la coppa piacentina è nato durante la seconda tappa di questi due giorni: la cantina sociale Vicobarone. Vicobarone è una di quelle cantine che io chiamo affettuosamente “cantinoni” e, nonostante viviamo in un’epoca dove il vino cooperativo è spesso bistrattato, continuo a sostenere, anche fuori dal coro, che in alcuni casi è un bene che ci sia. Sono profondamente convinta che nel mondo c’è posto per tutti, a partire dal vino quotidiano. Non me ne vogliano gli enofighetti… 😁

Vicobarone nasce nel 1960 a Ziano Piacentino e conta attualmente circa 200 soci viticoltori tra i Colli Piacentini e l’Oltrepò Pavese. Confesso candidamente che avevo assaggiato un solo vino dell’azienda e non mi era piaciuto: la pluripremiata Malvasia frizzante. L’ho riassaggiata e l’ho trovata ancora una volta “seduta”. Ma il delizioso vice presidente di Vicobarone mi ha invitato a riassaggiarla ancora nel suo momento migliore con la nuova annata, e confido che mi farà ricredere. Quando però dal cilindro mi ha tirato fuori la Theta, la Malvasia ferma, ha superato ogni mia aspettativa: quanta mineralità e piacevolezza! Un calice ha davvero tirato l’altro… bravissimi!😍 Il vino però che mi ha stupito è stato l’Ortrugo, che reputo (non me ne vogliate) il fratellino un po’ sfigato della Malvasia. Beh, l’Ortrugo di Vicobarone mi è piaciuto molto e lo reputo una validissima alternativa per l’aperitivo al più famoso Prosecco.

Dopo la visita alla cantina Vicobarone, e finita la gustosa degustazione con merenda, ci aspettavano i quad di LTS Racing Team per farci fare un giro nei vigneti dei soci conferitori a tutta velocità! La scena: mi “assegnano” il quad del boss, supersportivo e senza nemmeno un microsportello da cui entrare… cioè hai presente i leggins? Impossibile, entrarci è assolutamente una cosa da uomo (o da donna con pantaloni che le vanno meno stretti!😭😝) Per fortuna Matteo ha unito l’utile (per me) e il dilettevole (per lui) e ci siamo invertiti il quad! Ed eccomi col mio “autista” davanti a San Lupo!

Il mio autista è stato brillante in due affermazioni pre-partenza di quelle che lasciano il segno: “questo non è il quad del boss dove se ti cappotti non ti fai niente, qui ti ammazzi” (che bello!) e “il boss è un super pilota, io faccio il meccanico e l’ho portato 3 volte! (rincuorante… soprattutto dopo la prima frase!). Invece è stato bravissimo pure lui e mi sono divertita un sacco, è un’esperienza assolutamente da ripetere! C’è da dire che io sono una donna un po’ anomala perché poche cose mi divertono come correre in macchina, possibilmente arrampicandomi sui passi di montagna…

Che le colline della Valtidone sono bellissime e sembrano disegnate da un grande pittore già lo sapevo… ci hanno portato proprio davanti ad una strada che adoro che si arrampica dritta su una collina tagliandola letteralmente in due, stupenda! Tutto è ordinato come in un quadro di Manet e la luce illumina i vigneti tingendoli di un verde intenso. Croce e delizia di questa terra il suo essere storicamente vocata ad un vino che non ha saputo farsi amare a sufficienza dai potenti dell’epoca, ma per questo è rimasto fedele a sé stesso e non ha subito grandi stravolgimenti.

Ero appena tornata all’Agriturismo Podere Casale a fumarmi un bel sigaro quando mi scrive Elisa invitandomi in agriturismo da lei a fare una vasca idromassaggio! E chi le dice di no? Certo, anche a Podere Casale avevo la piscina, ma c’era quel piccolissimo dettaglio insignificante dell’assenza del costume nella mia valigia… assenza giustificata dall’app Meteo che aveva previsto nuvole nere e 11 gradi per tutto il week (li mortacci sua!)! Invece è stato -quasi sempre- caldo e domenica mi sono dovuta perfino cambiare maglia perché stavo cuocendo! Comunque la vasca idromassaggio in questione era in una zona dell’agriturismo Civardi Racemus dove c’eravamo solo noi! A parte tutti gli stranieri che ci hanno fatto enormi saluti e gesti di approvazione vari dall’enorme finestra posta proprio di fronte alla vasca è stato “sfangabile” farla con i completini intimi più casti che avevamo (ed è tutto un dire…) 😁 Peccato solo che la temperatura dell’acqua rasentava la stessa che trovi in Alaska ed è cresciuta di appena 3,5 gradi in un’ora… ma fa bene alla circolazione, dicono!

La sera ci è venuto a prendere Emanuel Piacentini per portarci alla cena con i produttori all’agriturismo La Barlocca di Seminò, sempre nei pressi di Ziano Piacentino. Mai decisione di non guidare fu più saggia, dato la batteria di vini infinita che ci avevano preparato da degustare! Ho tirato fuori il mio MacBook e via a scrivere! La Barlocca è un posto incantevole e qui ci ho mangiato non solo una giardiniera da sogno, ma i migliori tortelli piacentini di questi due giorni! Che buoni… gustoso il ripieno, la pasta giusta sia come spessore sia come quantità e anche il condimento con burro e salvia era ben dosato! Non so quanti ne avrei mangiati… da fare il quadris guardando con gli occhi da cucciolo affamato la cameriera mi ha fermato solo la consapevolezza che ho perso 5 kg negli ultimi 21 giorni e non volevo rovinare tutto! 🤤

Della degustazione ti anticipo che, su 28 vini, a parte un paio assolutamente sottotono, ho trovato una qualità media al di sopra delle aspettative! Non voglio essere scontata, ma i vini che ho trovato più riusciti sono stati i passiti, in particolare il Boccadoro di Davide Valla e il Passito del Dottore di Formaggini & Peveri, seguiti dagli spumanti metodo classico di Fratelli Piacentini e Lusenti. Altro genere, mi sono piaciuti particolarmente anche il Gotturnio Superiore “Le staffe” di La Ferraia e la Bonarda frizzante di Paolo Badechini. Ci tengo che consideri questi nomi come veri e propri “rumors” perché non ho intenzione di rivelarti le mie degustazioni fino al prossimo articolo! 🤐

Valtidone Wine Fest: Domenica 8 settembre 2019

Vini:16 | Tortelli: una fiamminga intera | Pisarei: impossibile contarli | Salame piacentino: una fetta tira l’altra | Sigari: 1 | Kg: 300?

Mi sono svegliata domenica alle 7 di mattina perchè sentivo l’assenza del cuscino… e in effetti era sopra l’armadio e io nemmeno ci arrivavo a quell’altezza! Ho vagato nella stanza senza lenti modello talpa centenaria e sono più o meno salita sulla sedia per tirarlo giù… poi mi sono rimessa a dormire, col dubbio di chi o cosa ha fatto volare il mio cuscino fin lassù!

Dopo essermi fatta una doccia veloce ho aspettato che Matteo finisse di fare colazione per farmi accompagnare a prendere la macchina che era ancora al Racemus dal giorno prima e nel mentre ho bevuto almeno due tazze di caffè! Ho fatto un giro dell’agriturismo con Nicolas e ho potuto apprezzare il bellissimo panorama che si scorge dalla piscina, anche se il sole era parecchio timido… ma noi eravamo belli lo stesso!

La prima tappa della giornata ci ha portato a Ziano Piacentino, che non avevo mai visto nonostante abbia frequentato la Valtidone piuttosto spesso nell’ultimo anno. L’ho trovato un paesino assolutamente delizioso, da cartolina! La sala della conferenza aveva una libreria archivio di una bellezza incredibile… me la sono immaginata a casa mia piena di libri a tema vino, arte e architettura, lo ammetto! Il convegno “Malvasia aromatica di Candia, una scelta geniale” è stato al di sopra di ogni aspettativa! Il primo relatore, Roberto Miravalle, ha fatto un bellissimo intervento su Leonardo tra arte, storia e scienza forense. La maggior parte erano cose che già sapevo, da grande appassionata d’arte (e di Leonardo Da Vinci) quale sono… ma è stato comunque molto piacevole! Il secondo intervento è stato a cura di Stefano Pizzamiglio de La Tosa e ci ha raccontato la Malvasia come vitigno e come vino con una consapevolezza e una cultura che mi ha davvero appassionata: lo avrei ascoltato ore! L’ultimo intervento è stato a cura di Giovannella Fugazza: vinificare come nel ‘500, la prima vendemmia del vigneto di Leonardo. Nonostante abbia ricevuto un paio di domande spinose sulla malvasia negli USA (che tra l’altro non c’entrava nulla… cioè si parla di piacentino… pensa se quando ero ospite in Champagne a un convegno sullo chardonnay mi mettevo a chiedere cosa si faceva con quel vitigno in Libano… ma ti pare?) ha risposto con grande puntualità!

A pranzo, tanto per cambiare, ho mangiato salame, coppa piacentina, tortelli, pisarei e arrosto. A parte l’arrosto che era un po’ asciutto il resto era tutto buono! Del resto c’era una signora che aveva appena festeggiato i 57 anni di matrimonio col marito… ma se lei cucina così mica mi stupisco che lui se la tiene stretta! 😝

A pranzo ho bevuto due vini che mi sono piaciuti molto: il primo è di Mossi 1558, SemiCroma, una malvasia di Candia aromatica rosa vinificata come spumante metodo charmat extra dry (ma il dosaggio mi è sembrato più da brut…). Ha beva facile ed elegante! Il secondo vino che mi è piaciuto molto è di La Ferraia e si chiama “Acino d’oro“, una malvasia ferma grassa e strutturata con profumi deliziosi di frutta secca, salvia fritta e fichi.

Altri due vini di Gaiaschi mi hanno entusiasmato, entrambi da malvasia, il primo secco – Sulana- e il secondo dolce -luna gialla- che mi è piaciuto ancora di più. Anche qui per la degustazione dovrai pazientare un pochino… tempo giusto che rientro da Porto! Tra esattamente 7 ore ho l’aereo e mi aspetta un meraviglioso tour portoghese… non vedo l’ora! Sono 7 anni che manco da questa città che ho amato al punto di desiderare viverci, davvero troppi!

La scoperta di questa giornata è stata la malvasia rosa di Candia aromatica, che non sapevo nemmeno esistesse! Marco Profumo a pranzo mi ha raccontato che attualmente sono solo in 3 a produrla. Questo vitigno è nato da una mutazione anomala delle gemme. Anomala perché normalmente si muta dalla bacca nera alla bacca bianca e difficilmente accade il contrario! Questo perché tutte le uve selvatiche sono nere e, evolvendosi, possono perdere il colore, come è accaduto ad esempio per il pinot grigio e il pinot bianco, originatisi entrambi dal pinot nero. Ci sono voluti 20 anni di lavoro per selezionare e arrivare a piantare il primo vigneto di malvasia rosa di Candia Aromatica. Il Rosamata è un vino rosato da uve stramature di un bellissimo color cerasuolo brillante, con un naso elegante in cui le note floreali e agrumate si intrecciano con grande equilibrio. In bocca è strutturato e persistente, mi piace l’idea di abbinarlo a piatti diversi, dal petto d’anatra scottato a un finissimo cioccolato criollo… ma è perfetto anche da solo!

Come hai intuito è stata un’esperienza meravigliosa… spero di averti incuriosito e conto che stai aspettando trepidante l’articolo con tutte le degustazioni. Per ora è tutto regolare: il cuscino è sul letto (anche se stanotte dormo sul divano), la bilancia mi ha sfanculata come al solito e il pastore alsaziano per ora è ancora nella sua cuccia. Con una “ciotola” di traminer ovviamente!😝

E tu conosci la Valtidone? Quali sono i tuoi vini preferiti di questa zona? Ti piace più la malvasia o l’ortrugo?

Cheers 🍷

Chiara

P.S. Grazie di cuore all’Associazione Sette Colli di Ziano per questa bellissima esperienza!

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