Oggi pomeriggio su ClubHouse farò una breve lezione sul pinot nero dove ti parlerò di questo straordinario e antico vitigno internazionale. Sono felice di essermi impegnata in questo piccolo programma in diretta ogni giorno perchè in base a cosa stappo la sera prima posso approfondire un vitigno diverso e questo per me è un utilissimo esercizio di ripasso. Ogni sommelier non dovrebbe mai dimenticare che non si finisce mai di imparare! Così dato che ieri sera ho stappato il “Casanova” Collio Pinot Nero 2018 di Castello di Spessa eccomi oggi più sedotta che mai a raccontarti qualcosa del vitigno a bacca rossa che più amo.

castello di spessa pinot nero collio

Introduzione

Il pinot nero è un’uva difficile da coltivare e vinificare perchè richiede sia ottime condizioni pedoclimatiche sia una grande precisione in vigna e in cantina. Oltretutto è un’uva geneticamente instabile, ovvero può mutare troppo facilmente dando origine ad altre varietà. Basta pensare al pinot bianco, al pinot grigio e al pinot meunier ormai considerate delle varietà a sé stanti… e al migliaio di cloni esistenti di pinot nero.

Sinonimi

Il pinot nero è un vitigno internazionale che quindi è pronunciato in vari modi a seconda della lingua. Ad esempio in Francia si chiama pinot noir. Se però vogliamo analizzare gli altri modi in cui è chiamato ovvero i suoi sinonimi, nei paesi di lingua tedesca e in Alto Adige (tanto per cambiare) si chiama blauburgunder. Vi può capitare di trovarlo con il nome di Borgogna nero, e questo è molto significativo per sottolineare quanto un terroir è diventato importante nell’immagine di un vitigno e viceversa.

Il vitigno

Ora analizziamo brevemente la pianta del pinot nero, sempre con la fantasia di imparare a riconoscerla a colpo d’occhio nel vigneto. La foglia ha una grandezza media ed è tondeggiante e trilobata. Il suo seno peziolare, ovvero quello che la collega con il resto della pianta, ha una forma pronunciata che ricorda un mix tra le lettere  V e U. La pagina superiore è di colore verde scuro opaco e è bollosa. La pagina inferiore è di colore verde chiaro e aracnoidea. In autunno le foglie diventano di un bel colore rosso acceso.

Il grappolo a maturità industriale ha una forma che ricorda un po’ una pigna ed è piuttosto piccolo e corto, con una lunghezza sempre inferiore a 15 cm. Ha una forma cilindrica compatta e spesso è alato. L’acino ha grandezza media e una forma che tende all’ovale. La buccia è spessa, consistente, di colore blu-nero ed è molto pruinosa. Ogni acino ha 2-3 vinaccioli piriformi (ovvero con una forma che somiglia alla pera) molto piccoli.

Pinot nero caratteristiche

La pianta del pinot nero ha un germogliamento e una fioritura nella media, mentre l’invaiatura è un po’ precoce. La vigoria è buona e la produzione è discreta, ma bisogna stare attenti perchè è abbastanza sensibile al marciume.

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Dove viene coltivato in Italia e nel mondo?

In Italia viene coltivato praticamente ovunque ad eccezione della Calabria e della Liguria, anche se con risultati molto differenti.

La Borgogna è la terra del pinot nero e qui viene coltivato da oltre 2000 anni come ci raccontano alcune testimonianze ritrovate. La Côte d’Or in particolare ci regala i vini più eleganti ed emozionanti, dei capolavori assoluti.

Che tipologie di vini si producono?

Il pinot nero è particolarmente idoneo alla spumantizzazione in bianco o in rosso e alla vinificazione in rosso. In particolare nella vinificazione in rosso il pinot nero viene lavorato in purezza e difficilmente si troverà assemblato ad altre uve.

L’utilizzo del legno, soprattutto di una botte grande o di una barrique di secondo passaggio che non eccede nella cessione di note tostate, è molto consigliato per migliorare l’equilibrio del vino, grazie anche ai tannini ceduti proprio dalla botte.

La longevità è molto variabile e diciamo che è proporzionata alla qualità. Si va da un paio d’anni per i pinot nero mediocri fino ai 10 anni per quelli eccellenti. Se abbiamo la fortuna di avere tra le mani un cru della Borgogna possiamo emozionarci anche 20 anni dopo.

Pinot nero: caratteristiche del vino prodotto

Parlare di caratteristiche del vino prodotto è impossibile date le differenti vinificazioni. Quindi direi di distinguere in due categorie: il pinot nero vinificato come spumante metodo classico e il pinot nero vinificato in rosso.

Il pinot nero elaborato come spumante metodo classico, che sia un blanc de noir o un rosé, è tendenzialmente uno spumante molto strutturato con profumi fruttati e speziati e un’ottima persistenza in bocca. Inoltre, avendo una grande capacità di invecchiamento, può far sì che gli spumanti affinino sui lieviti anche per diversi anni assumendo note sempre più complesse.

Il pinot nero vinificato in rosso varia tantissimo da zona a zona, ma diciamo che possiamo incanalarlo in due macro categorie: il pinot nero adatto ad essere bevuto giovane e quello elaborato per lunghi affinamenti. I primi sono freschi, fondamentalmente leggeri. I secondi sono complessi, strutturati e quasi potenti, senza dimenticare che il pinot nero non è certo un taglio bordolese, ma rimane sempre un vino più leggero, fine ed elegante.

Pinot nero: come si abbina?

Come sempre non sono d’accordo per fare di tutta l’erba un fascio perchè le differenze di terroir e lavorazione possono dare vini molto diversi tra loro… per non parlare dell’abissale differenza tra la spumantizzazione metodo classico e la vinificazione in rosso. In generale tuttavia posso dire che il pinot nero è un vitigno molto versatile in quanto ad abbinamenti proprio grazie alla sua finezza e “ruvida” eleganza, caratteristiche proprie di qualsiasi tipologia di vino prodotte. Mi piace accostarlo ai pesci grassi alla brace come l’anguilla, a carni grasse come l’oca o saporite come l’agnello o la pecora, a conserve sott’olio fatte in casa come quelle di agone e a formaggi erborinati delicati come il blu di capra.

Pinot nero/9: qualche vino famoso…

La Borgogna è la terra del pinot nero perchè qui riesce a raggiungere risultati espressivi incredibili. Per la mia esperienza i pinot nero di questa zona oscillano tra un approccio più morbido e uno più spigoloso, anche se sono accumunati dall’uso sapiente della barrique che regala note speziate e tostate.

Il nord-est Italia è un’altra zona molto vocata, in particolare l’Alto Adige ci regala dei vini da uve pinot nero elegantissimi, se ragioniamo di vinificazione in rosso. Non dobbiamo dimenticare tuttavia che la sua zona d’eccellenza è l’Oltrepò Pavese, dove viene utilizzato per la spumantizzazione metodo classico. In Italia viene coltivato con validi risultati anche in Lombardia dove è particolarmente apprezzato vinificato in bianco come base spumante per la produzione del famoso Franciacorta DOCG.

Pinot nero/10: Qualche buon pinot nero che ho bevuto di recente…

Oggi ho pensato di parlarti del pinot nero proprio perchè ieri sera ne ho degustato uno a dir poco meraviglioso. Anno scorso ho passato un San Valentino incredibile a Castello di Spessa e ho degustato vari vini dell’azienda, tra cui il Casanova che è il loro Pinot Nero del Collio. Me ne ero già innamorata allora, ma devo dirti che ieri sera ho trovato l’annata 2018 pazzesca. Ecco quindi i miei appunti di degustazione. Si presenta di un bel colore rosso rubino trasparente e roteandolo nel bicchiere mi ha mostrato una certa consistenza. Al naso è affascinante ed elegantissimo e ha tutte quelle note speziate che mi emozionano nel pinot nero. Riconosco pepe nero, pepe rosa, solvente, cioccolato criollo, rabarbaro e noce.. In bocca è coerente, fresco, sapido, con un bel tannino e una persistenza dalle sfumature tostate.

tavernetta al castello di spessa ristorante

In questa foto un abbinamento che ho ancora in testa come fosse ieri: i ravioli di baccalà mantecato su aria di capperi e il Casanova nel ristorante Tavernetta al Castello (di cui ho parlato QUI).

Non vedo l’ora di tornare a Castello di Spessa (QUI il reportage di uno dei week più belli della mia vita)… grazie infinite per avermi ispirato questo approfondimento su questo vitigno straordinario.

Cheers 🍷

Chiara

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