Reportage di un amore perché non ero mai stata in Champagne, pur adorandolo. Ammetto che non berrei altro, a tutte le ore del giorno. Champagne, champagne e ancora champagne: lo champagne è capace di trasformare un momento qualunque in un’occasione speciale! Poi sai che sono per la valorizzazione delle chicche tra gli spumanti italiani, ma questa è un’altra storia… 😋 Quando Valentina Brivio dell’agenzia Guardans Cambò di Milano mi ha invitato a passare due giorni in Champagne, a Reims in un viaggio organizzato per scoprire la storica azienda Laurent-Perrier sono stata davvero felice di questa bellissima opportunità! Lo ammetto, pur essendo un’accanita degustatrice di Champagne non ero mai stata in questa parte di Francia… anche se qualcosa bolle in pentola!! 🤩🤫 In questo viaggio poi ho avuto la fortuna di compagni d’avventura simpaticissimi e molto preparati:
- Bruno Petronilli, Giornalista e Direttore Responsabile di James Magazine (che non vedo l’ora di andare a trovare in Umbria);
- Nicola di Molfetta, Giornalista Editor in Chief di LC Publishing Group, tra cui Food Community;
- Leila Salimbeni, Autore di Passione Gourmet;
- Anna Prandoni, Giornalista e Direttore Responsabile di Panino Italiano, Direttore Grande Cucina di Italian Gourmet;
- Paolo Pittaluga, Giornalista di Avvenire;
- Mariella Tanzarella, Giornalista di la Repubblica nell’area Spettacoli da oltre 30 anni con anche una sua rubrica di enogastronomia;
E naturalmente Valentina Brivio e la sua boss Isabel Guardans che da oltre 20 anni si occupa delle pubbliche relazioni di aziende importantissime sia in Italia sia all’estero! Preziosa la presenza anche di Silvia Cremonini, Responsabile Trade Marketing di Laurent-Perrier nella sua nuova filiale di Bologna. E infine grazie a Nicole Snozzi, Ambassadeur de la Marque di Laurent-Perrier per averci accompagnato in questo viaggio raccontandoci il mondo che lei stessa rappresenta.
Finite le presentazioni direi che possiamo immergerci in questo straordinario reportage fotografico di Reims e soprattutto dell’azienda Laurent-Perrier! 🤩
Atterrati all’aeroporto di Paris-Charles de Gaulle siamo partiti subito a fare le cose in grande: sul grosso pulmann incredibilmente guidato da una bella autista (non so te ma io di autiste di pullman non ne avevo mai viste…) ci aspettava una Silvia Cremonini organizzatissima con lo Champagne Laurent-Perrier in fresco e dei fingerfood semplicemente deliziosi! Reims dista poco più di un’ora dall’aeroporto, ma fatto così il viaggio è davvero piacevole!
Se non l’hai ancora visto sopra ti ho condiso il video tratto dalla storia che ho fatto su Instagram… peccato solo la giornata parecchio uggiosa! 🤭 Comunque le foto sono venute belle e a Reims c’erano delle fioriture davvero spettacolari! Reims, insieme a Épernay, è il cuore pulsante dello Champagne, una città di circa 185.000 abitanti nella regione del Grand Est. Abbiamo soggiornato all’Hotel Continental, delizioso sia nelle stanze sia negli spazi comuni, a due passi dalla stazione e nel pieno centro di Reims. Ah e poi mi sono innamorata della doccia della mia stanza, credo di esserci stata almeno un’ora… aggettivi come “gigante” e “divina” è sminuirla!
Dopo un’oretta di riposo -leggi lavaggio, trucco e parrucco- abbiamo fatto una bella passeggiata! La Cattedrale di Reims merita di essere vista anche solo per le splendide vetrate blu della cappella assiale dipinte a metà degli anni ’70 dal celebre pittore russo Marc Chagall.
“Se ogni vita corre inevitabilmente verso la fine, dobbiamo, durante la nostra, colorarla di amore e di speranza”. Marc Chagall
Da appassionata di Storia dell’Architettura, sono stata davvero felice di visitare una delle più belle manifestazioni dello stile Gotico: la Cattedrale Notre-Dame di Reims. Sorge sui resti delle terme gallo-romane Durocortorum (il nome romano della città di Reims) ed è rimasta incompiuta rispetto il progetto originale. Fu consacrata nel 401 dal vescovo San Nicasio, e a partire dal 987, con l’inizio della dinastia dei Capetingi dal Conte di Parigi Ugo Capeto, furono incoronati tutti i re di Francia fino al 1825 con l’ultima incoronazione di Carlo X, l’ultimo re di Francia.
Insomma un gran bel pomeriggio a spasso per questa città elegante che profuma di bellezza e pulizia. Pomeriggio terminato nel mio “paese dei balocchi”: un delizioso negozietto proprio dinanzi all’hotel dove vendevano solo sigari, rum e cioccolata… per la gioia del mio fidanzato ho trovato un sigaro del Nicaragua Vintage 1997 davvero delizioso!
Si è fatta l’ora dell’aperitivo ed eccoci di nuovo nel bar dell’Hotel Continental dove ci hanno servito uno champagne Laurent-Perrier 2002 che mi ha letteralmente conquistata! Peccato l’abbinamento dell’aperitivo non azzeccato come quello della bravissima Silvia: una ciotola con all’interno un qualcosa che ricorda la salsa greca di yogurt e cetrioli, ma ancora più acida, e del pane “bruciacchiato”: signori, ecco come vi ammazziamo un vino come si deve… 🤭 diciamo pure che l’abbinamento cibo-vino non è il forte dei baristi dell’hotel! 🤧
Champagne Laurent-Perrier Brut, bottiglia Magnum, Vintage 2002
55% chardonnay, 45% pinot noir | 12% vol | sboccato il quarto trimestre del 2011
Si presenta di un bel colore giallo paglierino intenso e brillante con un perlage fine e numeroso. Al naso sento note mature e piacevolmente ossidate, tra cui riconosco la crosta di pane molto tostata, il burro fuso, il rum al miele, il cioccolato fondente, il pepe bianco, i biscotti canestrelli e il salgemma. Il finale è leggermente tufaceo. In bocca è croccante, cremoso e ancora piuttosto fresco. Lodevoli la struttura e la grande eleganza. Lungo finale di nocciole tostate.
Il problema di quando parti con una bottiglia di questo livello è che tornare indietro è dura… molto dura! Così a cena abbiamo continuato sulla stessa strada, peccato solo non aver provato anche il demi-sec, sul quale è partito un comizio che “le elezioni scansati proprio!” Siamo stati nel ristorante “Au Petit Comptoir”, in centro a Reims dove ci è stato servito un menu, a scelta tra carne e pesce, che non mi ha entusiasmato… per fortuna ci siamo rifatti con il pranzo sublime del giorno dopo! 😍 Il foie gras -che adoro- non era niente di speciale, e il pollo insomma… discreti invece i formaggi e il tortino al cioccolato. Poi certo hanno una formula di menu molto conveniente, ma non mi sento di consigliarlo!
Champagne Laurent-Perrier Brut, bottiglia standard, Vintage 2006
55% chardonnay, 45% pinot noir | 12% vol | sboccato il quarto trimestre del 2011
Si presenta di un bel colore giallo paglierino brillante con delicati riflessi oro e un perlage molto fine e molto numeroso. Il naso è particolarmente elegante e fine, con note di burro, marmellata di limone, cioccolato bianco, pan brioche e pera candita. In bocca entra croccante, freschissimo, con una grande spalla acida e una grande struttura. Lungo finale agrumato.
Nel complesso l’ho visto molto più indietro della 2002. Certo 4 anni sono 4 anni, ma mi ha dato l’impressione di avere una vita davvero lunga davanti. Probabilmente il 2002 ora è al suo apice e vicino a cominciare la sua fase calante. Sono convinta che questo 2006 tra 4 anni non sarà ancora all’apice, specie poi se consideriamo che parliamo di una bottiglia magnum nel 2002 e di una bottiglia standard nel 2006! Ho avuto anche la sensazione che l’annata 2002 sia stata ben più calda e mite della 2006, ma in realtà non lo so quindi se lo sai e me lo scrivi in un commento ti ringrazio!
Comunque abbiamo passato una piacevole serata, terminata con un eccellente riposo in hotel che ci voleva proprio! La mattina ho fatto una deliziosa colazione a buffet allestita in vari punti del bar ed era tutto delizioso! Ho mangiato burro leggermente salato e salmone affumicato con un pane ai semi pazzesco!
Champagne Laurent-Perrier: la visita in azienda
La nostra autista ci ha portato all’azienda a Tours-sur-Marne, in un tragitto che ci ha fatto scoprire, seppur di passaggio, scorci davvero meravigliosi. La cantina è davvero bellissima, soprattutto al suo interno! Direi che se vai in Champagne merita assolutamente una visita, anche solo per ammirarne l’assoluta magia.
Questo corridoio di botti di cemento, che culmina in una sala degustazioni “per le personalità di spicco” e/o le grandi occasioni, è straordinaria. Ad ogni vasca è assegnata un Grand Cru o un Premier Cru di Champagne: camminando puoi leggere Ambonnay, Le Mesnil-sur-Oger o Tours-sur-Marne…
Le sale sono così pulite che ti chiedi quasi se qualcuno lì ci lavora o se è solo un museo… davvero complimenti!
La magia però arriva quando si raggiungono i caveau dove le bottiglie affinano sui lieviti… c’è da perdersi per queste gallerie custodi di tesori e illuminate in modo così sapiente! Ho scattato non so quante foto… e non me ne sarei più andata (anche perché qualcosa da sboccare lo trovavo…)! 🤫😁
Appena percettibile, è un fremito, un sopracciglio vibrante, lo sguardo che s’illumina, il cuore che sembra segnare il primo passo, mancare un battito, per poi tornare ancor più ad entusiasmarsi. Un uomo immerge il naso in un bicchiere. Fa ben più di questo. Uno schermo saturo di parole, di sensazioni, si apre in un angolo della sua memoria, uno spirito invisibile dispiega le note nella sua mente. L’uomo accenna un gesto, dà il “la” come un direttore d’orchestra. La sua orchestra, i suoi primi violini, i suo i legni, i suoi ottoni, le sue percussioni… sono vini, centinaia di vini, tutti nati da qualche parte, in uno di quei territori che conosce come le sue tasche. L’uomo li ascolta, uno dopo l’altro, percepisce ciò che vogliono dirgli, poi li mette in riga, armonizza questa cacofonia per comporre il suo gran tutto, una sinfonia, un assemblaggio.
Il talento della Champagne è proprio questo permanente miracolo: trascendere un suolo povero e un clima difficile grazie alla più pura delle effervescenze. Dalle profondità delle cantine champenoises, cattedrali nascoste sotto il gesso, uomini-ombra elevano i vini per far loro prendere il volo: le bollicine salgono alla superficie della terra per poi sprizzare verso il cielo, portatrici di infiniti messaggi: quelli dei vitigni, delle annate, delle varietà di suolo. In questa pratica Michel Fauconnet, chef de cave di Laurent-Perrier, eccelle. Al suo fianco abbiamo esplorato il tempo, fino alla genesi di Grand Siècle. Alla fune della giornata, il mistero dell’assemblaggio rimane impenetrabile. Il genio champenois è anche questo.
Orianne Nouailhac
Entrati nella bella sala degustazione ero piuttosto curiosa di assaggiare i vini, anche perché le premesse c’erano eccome! Ho molto apprezzato anche la scelta dei 4 vini da assaggiare, anche se avrei osato l’altro Champagne Rosé prodotto dalla Maison perché questo “base” ce lo avevano già fatto degustare la sera prima e ce ne hanno anche omaggiata una bottiglia!
Pazzesco anche il fingerfood con la barbabietola scottata ripiena di foie gras!
E naturalmente come si evince dalla foto la mia immancabile Moleskine Wine Journal, mia fedelissima compagna di avventure in ogni degustazione. Curiosamente ne avevo finita un’altra e ho tentato di comprarla in stazione a Milano, se non erro mi hanno chiesto 29€. L’ho comprata su Amazon a 19€ spedizione gratuita… incredibile! (Eccoti il link per l’acquisto!)
Champagne Laurent-Perrier “Ultra Brut” [etichetta blu]
Primo vino di champagne senza dosaggio, è elaborato esclusivamente a partire da un’annata selezionata per il suo equilibrio perfetto tra una bella maturità e una bassa acidità. La maison ci tiene a sottolineare che è il frutto di un assemblaggio specifico, e non è semplicemente “un brut non dosato” come si usa spesso anche in Italia.
55% chardonnay, 45% pinot noir proveniente da 15 diversi Cru che variano in funzione delle caratteristiche dell’annata. L’invecchiamento ideale è di almeno 6 anni.
Si presenta di un colore giallo paglierino intenso e brillante. Il perlage, molto numeroso e abbastanza fine, forma una spuma evanescente. Al naso è delicato, elegante e abbastanza complesso. Riconosco note di burro, cedro, fiori d’acacia, miele di primavera e pesca bianca. Al palato entra cremoso e dotato di una grande spalla acida, con una bollicina che pizzica. Complessivamente è spostato sulle durezze. Abbastanza lungo. Sgrassa alla perfezione la mortadella, ma si presta per essere abbinato ai prodotti del mare: dai pesci grassi come il salmone ai crostacei, per la loro spiccata tendenza dolce.
Champagne Laurent-Perrier “La Cuvée” [etichetta bianca bordata di una cornice color oro]
Oltre il 50% chardonnay, oltre il 30% pinot noir, la % di pinot meunier varia tra il 10% e il 20% | tra il 20% e il 30% di vini di riserva per assicurare la coerenza stilistica | le uve provengono da oltre 100 cru che variano in funzione delle caratteristiche dell’annata.
Si presenta di un colore giallo paglierino intenso e brillante con un perlage numeroso e abbastanza fine che forma una spuma evanescente. Al naso è delicato, elegante e non particolarmente complesso. Riconosco vividi sentori di crosta di pane, arancia rossa, limone e fiori di ibisco. Al palato entra cremoso, si sente molto il dosaggio (secondo me è un brut “ben dosato”), ma non è affatto fastidioso! Molto elegante e coerente, è una perfetta danza tra equilibrio gustativo e un’ottima bevibilità.
Champagne Laurent-Perrier “Grand Siècle” [etichetta nera]
55% di chardonnay proveniente dai Grand Cru di Avize, Cramant e Le Mesnil-sur-Oger, 45% pinot noir proveniente dai Grand Cru di Ambonnay, Bouzy e Mailly. | Invecchia almeno 7-8 anni in bottiglia | Assemblaggio di 3 annate eccezionali scelte in modo da essere complementari: una per la sua struttura, una per la sua finezza e una per la sua freschezza.
Si presenta di un bel giallo dorato brillante con un perlage molto numeroso, abbastanza fine e persistente. Al naso è complesso, intenso, fine ed elegante. Riconosco note di caffè, amarena, yogurt greco, cacao amaro, pepe di Seichuan. In bocca entra cremoso, coerente, fine e avvolgente. Lungo finale e grande potenziale di affinamento in bottiglia.
Champagne Laurent-Perrier “Cuvée Rosé” [etichetta rosa]
100% pinot noir provenienti da cru collocati a Sud e a Nord delle Montagne de Reims, tra cui la celebre Côte de Bouzy, in particolare i cru di Ambonnay, Bouzy, Louvois e Tours-sur-Marne | Invecchia almeno 5 anni in bottiglia.
Si presenta di un bel rosa cerasuolo intenso e brillante con un perlage abbastanza fine e molto numeroso. Al naso è molto piacevole, abbastanza complesso, delicato, fine ed elegante. Fiori bianchi, fragole di bosco, ciliegie e ribes La caratteristica che più stupisce di questo vino è la bevibilità eccezionale, un calice tira davvero l’altro! Si sente bene il dosaggio, ma è comunque elegante e fresco. Finale abbastanza lungo, da aperitivo.
Abbiamo pranzato in una bella sala finemente arredata, che si apriva su un giardino in cui ho goduto dello splendido ed eccezionale sole.
Champagne Laurent-Perrier “Brut Millésime” 2007
5o% chardonnay provenienti dalla Cote des Blancs: Choully, Cramant, Oger, Le Mesnil-sur-Oger, 50% pinot noir provenienti da Cru della Montagne de Reims: Verzy, Verzenay, Mailly, Louvois, Bouzy
L’annata 2007 è iniziata con un inverno eccezionalmente mite a cui è seguita una primavera che sembrava estate. Questo ha portato a una vendemmia precoce alla fine di agosto che ha regalato uve di grande qualità e di una eccezionale maturità. Si presenta color giallo oro intenso e brillante, perlage finissimo e molto numeroso. Il naso, verticale e agrumato, sfuma in una nota quasi salmastra. Al palato è coerente, si intrecciano sapori di frutta a pasta bianca. Grande struttura e finale lungo.
Nougat de foie gras de canard de la ferme des Saturnins aux fruits secs et confit d’oignons rouges. | Mattonella di foie gras di anatra dell’azienda Saturnins con frutta secca e confettura di cipolle rosse – In abbinamento Laurent-Perrier Brut Millésime 2007 😍 – 💪 abbinamento cibo-vino superlativo!
Mignon de cochon ibérique, farfalle à l’encre de seiche, sauce crémeuse au Savagnin | Maialino iberico, farfalle al nero di seppia e salsa cremosa al Savagnin (vitigno bianco) – In abbinamento Laurent-Perrier Grand Siècle 😍 💪buon abbinamento cibo-vino, deliziosa la salsa, perché le farfalle?
Fine Gelée aux fruits rouges, sablé et sorte thé fruiti rouges | Sorbetto ai frutti rossi, frutti rossi, su pasta frolla appoggiata in un tè ai frutti rossi servito a temperatura ambiente – In abbinamento Laurent-Perrier Cuvée Rosé 😍 💪abbinamento che mi ha sorpreso: essendo un dolce “non troppo dolce” ci è stato bene anche uno champagne rosé con poco dosaggio zuccherino. Grande assonanza di profumi che si esaltavano a vicenda.
A fine pranzo mi sono deliziata con questo dolcetto alle noci che definire divino è riduttivo… ottima la pasta frolla su cui poggiava una crema alle noci e una mezza noce sopra. Ho scelto di abbinarci il Laurent-Perrier Grand Siècle e anche questo abbinamento direi che è stato particolarmente riuscito! 😍 💪
Quando è uscito lo chef e il suo staff non potevo crederci: ma sono davvero giovanissimi!! Davvero complimenti, a parte le farfalle al nero di seppia che le ho trovate superflue nel piatto sia nel gusto sia nella consistenza, per il resto mi è piaciuto tutto. Nota di merito al Foie Gras, più buono di questo l’ho mangiato solo a Sauternes, in quella splendida serata in compagnia di Pierre Montégut, direttore tecnico di Château Suduiraut, un uomo che mi ha conquistata come pochi nel corso della mia vita. E che curiosamente ricordo che era affascinato da me che ero italiana perché era un divoratore di coppa piacentina! (Per farmelo capire mi diede proprio un coppino…🤭 ma poi ha stappato un Sauternes 1975 e l’ho perdonato immediatamente! Se ti va leggi l’articolo live QUI).
Eccellente anche il servizio al tavolo, cosa che mi capita di rado!
Alla fine di questo articolo mi piacerebbe aprire un’interessante discussione in merito a un modo di fare vino diametralmente opposto: il vino si fa in vigna o in cantina? In un decennio dove la tendenza, in particolare italiana, sembra suggerirci che il vino si fa in vigna e in cantina puoi solo rovinarlo, sfido a discuterne con uno chef de cave come Michel Fauconnet. Leggendo le loro riviste e ascoltando gli ambassador della Laurent-Perrier una cosa mi è chiara: l’orgoglio della mano dell’uomo nel creare il vino che più lo rispecchia. Nessun intervento mistico della natura, ma solo costruzione su costruzione partendo, certo, da uve eccellenti. La parola chiave di questa Maison quindi è “costruzione”. Io, per certi versi, la trovo anche giusta. Se da un lato è bellissimo aprire una bottiglia e assaporare l’andamento climatico dell’annata, ritengo questa filosofia più azzeccata per i vini con un prezzo meno impegnativo. Se voglio bere un grande champagne, che magari ho pure pagato, per me è giusto aspettarsi una costanza qualitativa tra la bottiglia che già conosco e quella nuova. Certo le annate con cui è stata costruita sono diverse, ma il loro assemblaggio mi deve dare un vino sullo stesso filo conduttore. O rischio di rimanerci molto, molto male! Tu cosa ne pensi? Ti è mai capitato di essere deluso da un diverso millesimo di champagne? Scrivimelo in un commento!
Cheers 🍷❤
Chiara
Se come me ami lo Champagne, che ne dici di leggere le mie degustazioni di:
- Champagne: Gardet, Brut Réserve Premier Cru
- Champagne: Victor and Charles, Le Blanc de Blanc Vintage 2009
- Champagne: Dom Pérignon 2008
- Champagne: Louis Roederer, “Cristal” 2008
- Champagne: Lanson, Golden Label Millesimato 2005
- Champagne: Bollinger, “R.D.” 2002
- Champagne: Salon, “Le Mesnil” 2002
- Champagne: Jacques Selosse, “Les Lieux Dits – Les Carelles” 2002
- Champagne: Billecart-Salmon, Le Clos Saint-Hilarie 1999
- Champagne: Dom Perignon, Œnothèque 1996
- Champagne: Krug, Collection 1990