Qualche giorno fa ti ho parlato del pre Blend 2021 in Alpago, al Ristorante Dolada di Riccardo De Prà: una serata magica grazie a una cucina superlativa e alle simmetrie enoiche scelte con cura da Umberto Cosmo di Bellenda tra le cantine che distribuisce. Oggi invece ti racconterò perchè per me Blend è un evento speciale, a partire dal fatto che lo trovo “a misura d’uomo” e in particolare a misura di operatore del settore. A Blend non si cerca la quantità, ma il piacere. Il piacere della scoperta, della sinergia e della ricerca. Il risultato è un banco d’assaggio curatissimo dove è possibile assaggiare non solo Prosecco DOCG, ma tutti i vini distribuiti da Bellenda, assaporarli e capirli. Il tutto intervallato da cose strepitose che escono dalla cucina!
Blend 2021 si è aperto con il Convegno “Dov’è il vino?” un titolo che ha destato in me qualche preoccupazione (magari hanno assaltato Bellenda la notte e rubato tutte le bottiglie!). Per fortuna il mio adorato Antonio Paolini (giornalista enogastronomico), anche quest’anno eccellente moderatore, ci ha immediatamente rassicurato dicendo che il vino era fuori in terrazza e non c’era da preoccuparsi in quanto il titolo riguardava i recipienti vinari. L’oggetto del convegno è infatti il rapporto tra contenente e contenuto, un’idea davvero interessante. Il fenomeno vaso vinario usato per la fermentazione è stato discusso da Elisabetta Foradori (produttrice dell’azienda agricola Foradori di Mezzolombardo -TN), Giuliano Boni (tecnico vitivinicolo e titolare della società di consulenza Vinidea), Slawka Scarso (docente di marketing del vino alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) e Pietro Pellegrini (Presidente dell’azienda di distribuzione Pellegrini S.p.A.).
Mi è piaciuto molto il parallelo di Antonio Paolini, il considerare il vino come il frutto del concepimento tra uva e lievito e il vaso vinario come l’utero che lo ospita fin tanto che non è pronto di affacciarsi al mondo. E mi è piaciuto molto sentire lo stesso argomento da prospettive completamente diverse. Lato mio non ho pregiudizi di sorta: a me interessa cosa c’è dentro al bicchiere e quando un vino è fatto bene e mi piace io sono felice. Lo stesso vale per l’agricoltura convenzionale, biologica, biodinamica… io guardo il risultato e della “poesia” mi interessa davvero il giusto.
Ora ti voglio presentare le aziende distribuite da Bellenda e mostrarti nelle foto i vini che mi sono piaciuti di più!
Non solo Prosecco DOCG: Ilocki Podrumi, Croazia
I vini di cui mi ero innamorata a Blend 2019 sono stati confermati anche in questa edizione! Ilocki Podrumi è la cantina croata costruita intorno al 1450 sotto il castello di Ilock da Nicola il Grande, signore delle terre di Slavonia. Le prime viti di traminer furono piantate dai principi Odescalchi nel 1710 su una collina denominata Principovac intorno alla residenza di famiglia. Questa zona vitivinicola è cosiderata il Grand Cru della Slavonia per il traminac (roter traminer) e il grasevina (riesling italico).
Di tutte le etichette le mie preferite sono il Graševina Velika berba (etichetta nera) e il Traminac Principovac. Bouquet eccezionale al naso e semidolce al palato, ha una particolare affinità con le ostriche e le carni di anatra o piccione. Una curiosità? Questo Traminac Principovac annata 1947 fu servito per l’incoronazione della regina Elisabetta II nel 1953.
Uno spettacolo anche la magnum di Chardonnay 2018 in cui il vitigno è passato in secondo piano – pur rimanendo sé stesso – in funzione del terroir, tanto caratterizzante per i vini di Ilocki Podrumi.
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Non solo Prosecco DOCG: Champagne Roger Coulon, Francia
Un’eccellenza nel cuore di champagne che qui ha presentato una nuova chicca: Les Hauts Partas 2014 – Chouilly Grand Cru Blanc de Blancs. Prende il nome proprio dalla particella di chardonnay del villaggio di Chouilly in Cote des Blancs. Le viti di proprietà hanno un’età da 30 a 45 anni, una densità di impianto di 8.500 ceppi per ettaro e affondano le loro radici nel gesso. Il vino viene affinato per 10 mesi in piccole botti di rovere e, dopo una presa di spuma delicata, trascorre 7 anni in bottiglia prima della sboccatura e del successivo dosaggio con solo 1 g/l di zucchero.
Il risultato è uno champagne favoloso, elegante ed equilibrato, minerale e citrino al naso, burroso e salmastro in bocca.
Non solo Prosecco DOCG: Domaine des Carlines, Francia
Nel 2015 Patrick e Sophie Ligeron hanno creato Domaine des Carlines (11 ettari) nel piccolo villaggio di Menétru-le-Vignoble parte della denominazione Château-Chalon, Grand Cru dei Vin Jaune (Jura).
Voile de Chardonnay Côtes du Jura 2018 è un blend di chardonnay provenienti da diverse parcelle caratterizzate da terreni di marna grigia e diversa esposizione nella zona di Château-Chalon. Ogni parcella viene prima vinificata separatamente con fermentazione e affinamento in botti di rovere per 12 mesi con rabbocco. Dopo l’assemblaggio il vino ottenuto viene affinato per almeno 24 mesi in botte di legno sotto il velo che si sviluppa naturalmente sulla sommità del vino. Il risultato è un vino delizioso, burroso, con note di pera matura, strudel di mele e cannella e nocciole. Strutturato, morbido e con buona lunghezza, si presta particolarmente abbinato a formaggi di latte vaccino crudo a pasta molle come l’Aisy Cendré.
La Vouivre – Côtes du Jura 2018 è un blend di chardonnay (65%), savagnin (30%) e chardonnay sous voile (5%). Vino freschissimo, verticale e minerale, con profumi intensi di cannella, semi di aneto e pera candita. Durante un aperitivo di qualità un calice tira l’altro, ma è perfetto anche con i risotti. Divino col risotto di fagiano di cui ti parlerò tra poco.
Non solo Prosecco DOCG: Bodegas Menade, Spagna
Nella regione spagnola Castilla y León i tre fratelli Sanz hanno dato vita a una cantina straordinaria che produce tre vini pazzeschi: Adorado, Sobrenatural e La Misión.
La Misión 2018 Ha bisogno di ancora un po’ in bottiglia, ma è già meraviglioso. L’ho trovato più verticale della La Misión 2017 (degustata alla cena Pre Blend al Ristorante Dolada di Alpago) che mi è piaciuta ancora di più.
Sobrenatural 2016 è un vino particolare elaborato da uve verdeja che fa un invecchiamento ossidativo di 30 mesi in tini e botti di rovere usate. Me ne ero innamorata al Blend 2019 e l’amore è continuato anche in questa edizione. Si presenta di un bellissimo giallo oro brillante con sfumature oro antico, consistente. Al naso è ampio, con quelle note ossidate che io adoro, sentori di pasticceria, frutta candita e una grandissima mineralità. In bocca è avvolgente, equilibrato, elegante e con un piacevole alternarsi di note dolci e sapide. Per me si beve da solo, da abbinare esclusivamente alla vasca da bagno.
Adorado 1967 è un vino metodo solera elaborato da uve verdejo e palomino. Si presenta colore ambra intenso brillante, consistente. Al naso è ampio, intenso, etereo, incredibile e presenta tutte le sfumature della frutta secca e poi paraffina, funghi porcini essiccati, mandarini interi canditi di Apt (sono diversi, provare per credere!), zucchero di canna, tabacco fermentato, vaniglia. In bocca è equilibrato, morbidissimo, strutturato e lunghissimo. Da abbinare a un sigaro del Nicaragua Vintage, magari a un 1997.
Non solo Prosecco DOCG: Costers del Siò, Spagna
In una tenuta storica che ormai è diventata una vera riserva naturale si producono vini fantastici e un olio extravergine di oliva potente e gustoso (avrei voluto un kg di pane di Altamura per fare la scarpetta su tutto il piatto).
Il Finca Sios 2017 è un vino rosso da uve garnacha (75%) e syrah (25%) vinificato in lagares di pietra del 12esimo secolo che si trovano accanto ai vigneti. La fermentazione alcolica avviene con lieviti autoctoni in vasche scavate nella pietra naturale e situate all’aria aperta con follature manuali continue. Affina 12 mesi in tonneaux da 500 litri. Si presenta rosso rubino intenso, consistente. Al naso è molto intenso con note di prugna essicata, confettura di gelsi neri e liquirizia che sfumano in un finale balsamico. In bocca è fresco, morbido, equilibrato con un tannino ben amalgamato e una buona struttura. Lungo finale speziato. Vino perfetto da tutto pasto, dai salumi salumi al cinghiale in umido.
Che buono questo Crianza! Nello stile simile al precedente è un elegante connubio tra frutta matura e spezie con quella bevibilità eccezionale che fa finire la bottiglia senza accorgersene!
Non solo Prosecco DOCG: Domaine de la Croisée e Domaine Bernard Fleuriet & Fils, Francia
Adoro il sauvignon blanc e adoro la Loira… qui questo vitigno assume una caratterizzazione davvero unica grazie ai terreni ricchi di fossili e al clima continentale.
Il Sancerre Côte de la Marloup di Domaine Bernard Fleuriet & Fils è un vino che si presenta giallo paglierino brillante e consistente. Al naso è intenso e minerale con sfumature di agrumi ed erbe aromatiche. In bocca è elegante, equilibrato e lungo, ma vorrei riassaggiarlo tra qualche anno per sentirlo esprimere tutto il suo potenziale.
Il Pouilly-Fumé è sicuramente nel podio delle mie denominazioni più amate e questo Magma di Domaine de la Croisée promette molto bene. Ha bisogno di affinare in bottiglia ancora qualche anno per esprimere tutte le note affumicate che assume il sauvignon in queste zone. Oggi è più spostato sull’agrume, con note di anice stellato e confettura di pesca bianca. In bocca è appena burroso e freschissimo, strutturato e con un lungo finale amaricante.
Non solo Prosecco DOCG: Chateâu Puybarbe, Francia
I vini di Château Puybarbe sono il trionfo del legno in pieno stile bordolese, oserei dire come Médoc vuole. La Côtes de Bourg è una delle più storiche AOC di Bordeaux, chiamata anche “la petite Suisse girondine”. La denominazione si trova a 35 km nord-ovest di Bordeaux sulla riva destra dell’estuario della Gironda intorno al villaggio Bourg-sur-Gironde. Le vigne affondano le radici su terreni alluvionali ricchi di ghiaia, argille, calcare e limo quaternario.
Il Gaia de Château Puybarbe 2016 è molto buono con un rapporto qualità prezzo eccezionale. Si elabora con merlot (88%), cabernet sauvignon (8%) cabernet franc e malbec. Ha un naso intenso e “legnoso” con note di frutti rossi, caffè, cacao, pepe nero, chiodi di garofano e peperoni gialli alla griglia. In bocca è coerente, intenso, strutturato e lunghissimo. Vino pronto e godibile da subito con carne alla griglia e salumi, ma da provare anche con il tramezzino veneziano al baccalà.
Non solo Prosecco DOCG: Foradori, Italia
Come ho già detto a me di biologico, biodinamico e naturale non mi interessa ‘na cippa, io valuto quello che c’è nel bicchiere che, di fatto, è quello che mi bevo. Anche se ammetto che ho un debole per le pecore che vedi in giro tra i vigneti di Bellenda!
Il Granato di Elisabetta Foradori mi è piaciuto tantissimo. Teroldego delle Dolomiti IGT, viene elaborato da vigneti biodinamici nel cuore della Valle dell’Adige. Si presenta rosso rubino intenso e impenetrabile, consistente. Sia al naso sia al palato il frutto è dominante, anche se presenta un lungo e delicato retrogusto speziato.
Le vigne di Alice, Italia
Che piacere riassaggiare il vino del mio matrimonio! “. G” Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG Metodo Classico 2010 sboccatura 2012: in piena maturità, ma ancora denso di emozioni!
Ho trovato particolarmente intrigante anche il .G 2011 sboccatura 2015. Questo è il vino da dedicare a tutti quelli che ritengono il Prosecco DOCG un vino mediocre per farli rinsavire. Si presenta giallo paglierino intenso e brillante con sfumature dorate. Il perlage è finissimo, molto numeroso e persistente. Al naso è un tripudio di frutta secca, crostata alla frutta con crema pasticcera, erbe aromatiche, vaniglia e zest di cedro. In bocca è setoso, intenso, coerente, strutturato e lunghissimo. Per me è perfetto da solo, ma eccelle con i risotti, la mortadella e pesci di mare come il branzino e l’orata.
Bellenda, Italia
Di questa meravigliosa cantina di cui non mi stanco mai di parlarti – e “padroni di casa” di Blend 2021 – voglio portarti un vino che non ti aspetti e così ho scelto un vino rosso. Confesso (Umberto perdonami!!) che non sapevo che Bellenda producesse anche vini rossi! Ed ecco che riesce di nuovo a stupirmi con un “Contrada di Concenigo” Colli di Conegliano DOCG Rosso 2012 che è tanta, ma tanta roba. Si elabora da uve merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc e marzemino. Dopo 24 mesi in barrique e tonneau fa tanti anni in bottiglia assumendo sentori di confettura di ciliegie, cacao amaro, foglia di pomodoro e rose essiccate. In bocca è coerente, strutturato e piuttosto lungo. Si abbina a formaggi a pasta semidura e dura tipo grana e è perfetto per i brasati.
Sai già tutto del Pluck Blanc de Noirs Metodo Classico 2012 che ho degustato la sera precedente al Ristorante Dolada di Alpago?
Locanda San Lorenzo, Alpago
Avevo già provato le delizie dello chef Renzo Dal Farra alla cena di Blend 2019 e ancora mi ricordo quel meraviglioso risotto alla zucca, capperi, porro bruciato e mandorla amara abbinato al Traminac Principovac di Ilocki Podrumi. Quest’anno si è confermato il “principe dei risotti” con questo al ragù di fagiano: buonissimo! Deliziosa anche la tagliata di cervo: carne di qualità eccellente cotta magistralmente.
Blend 2021 è stato una chicca e già non vedo l’ora ci sia l’edizione 2022. Umberto è stato coraggioso a confermare Blend proprio nei giorni del Vinitaly? Forse… ma dato il successo, la professionalità e le personalità che hanno partecipato anche questa volta ha avuto ragione. Citandolo:
“Accettare le sfide
Ricercare sempre
Rompere gli schemi
Accontentarsi mai”
Cheers 🍷
Chiara
PS Ti consiglio di visitare il sito web di Bellenda per scoprire quanto può essere straordinario il Prosecco DOCG in tutte le sue sfumature!