Questa settimana sono stata a casa un solo giorno e la mia vita da nomade digitale (o da wine blogger) ha raggiunto i massimi livelli! Però c’è stata un’esperienza che sono stata particolarmente felice di fare, un po’ per chi l’ha organizzata, un po’ perché sono stata a Conegliano per la prima volta! Ci volevano Umberto Cosmo di Bellenda e Cinzia Canzian di Le Vigne di Alice per riuscire a farmi visitare le splendide colline del Prosecco in occasione di Blend 2019! Lo so, lo so… questo wine blog si chiama non a caso Perlage Suite ed è il mio taccuino di studio e di appunti delle mie degustazioni di vini per lo più spumanti… però io non sono mai stata molto amica del Prosecco e non ne ho mai fatto mistero. Tre Vinitaly fa è stata proprio Cinzia a smontarmi il pregiudizio che avevo verso questa denominazione bistrattata e sfruttata fino all’inverosimile facendomi assaggiare il suo meraviglioso PS integrale. A proposito, lo sai che adoro gli spumanti integrali, vero?

In due giorni ho raccolto tantissimo materiale di cui parlarti e ho deciso che le foto, solo per questa volta, varranno più di mille parole… per questo ne ho scelte davvero tantissime da condividerti. 

La mia esperienza è cominciata nella splendida Villa Clementina che, oltre ad avere delle bellissime stanze, ha un giardino meraviglioso. La trovo una vera oasi di pace! Immagina una splendida villa, dimora storica del 1800, elegantemente ristrutturata e trasformata in agriturismo, immersa nei vigneti di Tenuta Contarini nel cuore del Prosecco DOCG. Io e il mio pelosetto Paco siamo stati accolti divinamente… e anche lui ha passato uno splendido 12esimo compleanno! 😍🐶

Sono stata piacevolmente colpita da Vittorio Veneto: è davvero una città carina! La città è nata dall’unione di due comuni separati: Cèneda e Serravalle. Abbiamo fatto l’aperitivo in un posticino delizioso proprio in quest’ultimo di nome Semprequeo Osteria Wine Bar. All’aperitivo ci sono stati serviti il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene “San Fermo” di Bellenda e il Vermuth in abbinamento a deliziose polpettine di carne, olive e tonno.

La terza tappa della giornata è stata alla “Trattoria alla Cerva” dove lo chef ci ha preparato un delizioso buffet con tante cose buone, tra cui uno squisito baccalà mantecato e questi granchietti da mangiare interi col carapace. Li ho trovati molto conditi, diciamo che aglio, olio e prezzemolo erano presenti in abbondante quantità! Però mi sono piaciuti davvero moltissimo! Devo dire che mi è piaciuto molto abbinare il PS Metodo Ancestrale di Le Vigne di Alice al baccalà mantecato: lo ha sgrassato e valorizzato alla perfezione!  Io non sono appassionata di zucca, ma essendo di stagione ho trovato quest risotto per ben due sere consecutive… comunque si è abbinato bene al Traminac di Ilocki Podrumi anche se non era propriamente all’onda come piace a me! 

Una volta rientrata mi sono lasciata coccolare dalla magia shabby chic di Villa Clementina, ho postato su Instagram le storie di tutte le bottiglie bevute e mi sono addormentata rapidamente. La mattina alla faccia della dieta ho fatto una deliziosa colazione: ho abbinato al solito tè caldo non zuccherato (e fin qui tutto bene) uno due mini croissant al cioccolato! A proposito, nella foto col cornetto puoi vedere il bellissimo orologio di legno di ebano che mi ha omaggiato l’ex calciatore del Brescia Paolo Zadra. Sai che ne fanno un modello anche di rovere riciclato dalle barrique esauste? Sono tutti Made in Italy e pesano poche decine di grammi. Se vuoi informazioni su questo orologio scrivimi una mail QUI!

Subito dopo colazione mi hanno accompagnato in cantina da Bellenda dove stava cominciando Blend 2019 – simmetrie enoiche.

Proprio ieri mi hanno chiesto cos’è Blend e vorrei provare a esprimerlo io, senza comunicati o altri aiuti. Solo raccontando la mia sensazione. Bellenda, oltre a produrre vini, distribuisce una serie di produttori italiani ed esteri che fa conoscere a un pubblico selezionato attraverso questo evento annuale. Potrei limitarmi a dire questo, ma sbaglierei terribilmente. Blend prima di tutto è cultura e ce lo ha insegnato proprio lui, con la conferenza iniziale, dove uno splendido Antonio Paolini ha moderato il professore Luigi Moio e gli altri partecipanti toccando temi anche difficili come il naturale e il biologico nel mondo del vino.

Sicuramente vedere la versione integrale del documentario “Via col Vino” che ha come protagonista proprio Umberto Cosmo ti darà un’idea più precisa di chi è questo vignaiolo coraggioso e romantico che ha sfidato le regole della cultura imprenditoriale di massa per crearne una sua, che ha nella parola individuo la sua chiave di volta. I protagonisti di questo cortometraggio sono vignaioli come lui, tutti unici e indipendenti nel loro pensare e al contempo animati dalla stessa passione. Umberto, in qualsiasi settore si muove, non cerca scimmie obbedienti, ma compagni di viaggio che lo possono arricchire. In tutti i sensi. Coprotagonisti di un film sul vino liberi di muoversi e interpretare la parte, che lui ha scritto, con la loro anima e la loro cultura. Per me Umberto è un leader e un regista discreto di grandi qualità umane.

I fingerfood che hanno accompagnato l’evento sono stati a dir poco squisiti: soprattutto il primo cannolo ripieno di baccalà… quanto adoro il baccalà! Lo mangerei dalla mattina alla sera! (Anche questo? Oh dio Bacco, perché non farei altro che mangiare e bere tutto il giorno? Va bene, cambierò la mia situazione sentimentale su Facebook da single a “in un rapporto complicato con Stronza Bilancia”).😆

Deliziosi anche il cuore e l’uovo alla pavese, che non è altro che un tuorlo crudo servito nel brodo di gallina. Bellissima l’idea di reinterpretare la pasta e fagioli in una sorta di crocchetta/arancino con gelato al rosmarino, in uno splendido gioco di consistenze morbido-croccante e di caldo-freddo.

Il risotto al parmigiano e spezie l’ho trovato fantastico, pur rimanendo pericoloso ad una degustazione di vino. Ho sfidato il Metodo Rurale di Bellenda che rimane, a mio avviso, uno dei suoi vini più interessanti. Mi piacciono il formato da litro, il tappo “come si usava una volta”, l’etichetta e il cartellino. Ma soprattutto, adoro questo vino. Lo adoro, sul serio. Lo berrei tutti i giorni, tanta è la sua piacevolezza. Freschissimo, citrino, cremoso… con una capacità di pulire la bocca innate e una sorprendente dote di valorizzare l’aromaticità di un piatto senza scomparire (merito del suo carattere agrumato).

Selfie, selfie e ancora selfie… ma ci pensate che solo pochi anni fa nemmeno sapevamo cos’era un selfie? Il selfie non è un autoritratto fotografico, non ha velleità artistiche. Il selfie è la condivisione di un momento speciale con il mondo dei social. Ecco quindi due miei momenti speciali: il primo con Luigi Moio, che non conoscevo di persona e di cui mi sono assolutamente innamorata, non solo per la sua cultura ma anche per la sua piacevolezza personale. Se non hai ancora acquistato il suo libro “Il respiro del vino” su Amazon fallo subito cliccando QUI. Il suo aglianico Terra d’Eclano (Quinto Decimo) è stato per me il miglior vino della giornata.

Il secondo selfie invece è la storia di altri due amori enologici: in mezzo c’è il giornalista Antonio Paolini, che avevo già potuto apprezzare alla splendida degustazione del Telos Bianco di Tenuta Sant’Antonio durante lo scorso Vinitaly, a fianco a lui Pietro Pellegrini di cui forse ultimamente ti sto parlando troppo… ma con estremo piacere dato che non ho mai conosciuto un distributore così preparato e sul pezzo come lui. Non vedo l’ora di andare al suo evento nazionale di degustazione la prossima settimana nella splendida Villa Zacchi di Stezzano (BG)… scommettiamo che trovo un sacco di etichette deliziose da farti scoprire?

I vini de Menade della regione Castilla y Leon sono stati una vera scoperta per me. Una scoperta che vorrei approfondire con estrema calma. Da questo primo assaggio veloce ho scoperto due perle tecnicamente perfette: La Mision, Verdejo ecologico del 2006 e Sobrenatural, un altro verdejo che affina 30 mesi in tini di rovere usati e concentra una grande pulizia ed eleganza olfattiva e un perfetto equilibrio in bocca. Una vera chicca, un vino ricco senza essere grasso, capace di fondere note di pasticceria a note minerali e che puoi comprare QUI.

Interessantissimo questo confronto di Riesling dell’azienda Ilocki Podrumi, azienda che si trova sulla riva destra del Danubio nella città più orientale della Croazia. Alt, so che nella tua testa hai fatto appena ora l’associazione Croazia-mare, ma in realtà questa cantina cooperativa ne è lontanissima! Ilock, città di vino e antiquariato, dista centinaia di km dall’Adriatico! Che io sono una Riesling-dipendente è cosa nota… ma questa diversa espressione dello stesso vino mi è piaciuta tantissimo. Nella prima foto una delle bottiglie che è affinata in perfette condizioni nella cantina del 1450, mentre nella seconda foto infatti una delle 1100 bottiglie che è affinata immersa nel Mare Adriatico. Pur essendo entrambe figlie dell’annata 2011, sono profondamente diverse: quella affinata in mare è più ossidata, evoluta e ricca rispetto a quella affinata in cantina. Penso che possedere una di queste bottiglie sia una cosa rara e fortunata… un po’ come avere il metabolismo veloce, ecco. 😅

Che belli i fratelli Trimani! Guai a te se passi da Roma e non li vai a trovare al Trimani Wine Bar in Via Cernaia, 37/b. Sono Vinai dal 1821 e hanno tante di quelle referenze da farti svenire… anche se ora preferisco parlarti dei fratelli Trimani come produttori dell’azienda Colacicchi. Cesanese da urlo questo Tufano, ma il Collepero 2015, nella sua semplicità, mi stupisce ancora di più. Si tratta di un blend di malvasia puntinata, passerina e bellone di vecchie vigne che fa affinamento in acciaio e viene imbottigliato l’anno successivo alla vendemmia. Dal colore sospetto una breve macerazione sulle bucce, ma non ricordo di averlo chiesto a Francesco, quindi gli chiedo di rispondermi in un commento qui sul blog. L’ho trovato molto profondo.

Una bolla che non conoscevo affatto questo Blanc de noria di Randevi, da provare e riprovare per una degustazione più accurata. Assolutamente! Ho avuto un’ottima impressione e in qualche tratto mi ha ricordato nei tratti le splendide e freschissime bolle altoatesine. Ha sboccato in anticipo per l’occasione, pertanto ha bisogno ancora di tempo in bottiglia per esprimersi… ma le premesse sono ottime!

Ah il .G di Le Vigne di Alice, che metodo classico splendido. Ho ancora in testa quella verticale spettacolare che mi ha fatto fare Cinzia al Vinitaly, verticale a cui non diedi il giusto spazio per via dell’anno tremendo che ho vissuto per la malattia di papà. Ma ho ancora la 2010 nel cuore… Il .G non è quel posto misterioso che non ho ancora avuto il sommo piacere di trovare dentro di me, bensì un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Metodo Classico! L’annata corrente è fresca e profuma di mele Grenny Smith, mandorle e salvia. Se si degustano le vecchie annate si tinge di idrocarburi, zafferano e nocciole… ma sono certa che ogni bottiglia racconta una storia diversa. 

I vini della Cotes de Bourg di Chateau Puybarbe li ho trovati molto piacioni e ruffiani, soprattutto i due che hanno fatto un passaggio in legno (nuovo?). Il profumo e il sapore del legno sono intensissimi e la morbidezza prevale sull’acidità. Di tutti questo in foto, “Le Roc”, è quello che mi è piaciuto di più. Li vedo molto adatti ad essere inseriti nella carta di un ristorante come vino d’ingresso del bordolese grazie al loro eccellente rapporto soddisfazione-prezzo.

Forse una delle sorprese più interessanti è stato proprio “Anulare” di Marco Levis. Un pinot grigio ottenuto da uve surmature che mi ha davvero colpito e mi piacerebbe degustare anche a casa con più calma. Il pinot grigio per me è come il Molise, sai che c’è ma lo vedi di rado sulle tavole dei ristoranti o nelle proposte dei wine bar. Almeno lontano dal Veneto è così. Inoltre tendenzialmente è un vino un po’ sfruttato e non ne ho bevuti mai di particolarmente buoni. Eppure questo è fantastico sia al naso sia in bocca!

Queste due foto sono dedicate al Vermouth 61 con cui il bravissimo barista ha preparato due diversi cocktail che ho degustato a fine giornata. Entrambi molto buoni, quello servito nel tumbler basso ha avuto davvero una marcia in più. Merito della tonica allo zenzero e della scorza di limone? Comunque li ho trovati perfetti per un aperitivo piacevolissimo, soprattutto se abbinati a delle deliziose olive di vari tipi.

A cena siamo stati alla Locanda San Lorenzo, a Puos d’Alpago in provincia di Belluno. Lo chef patron Renzo Dal Farra ha una stella Michelin dal 1997. Sono riuscita per la prima volta nella mia vita ad apprezzare le lumache, forse anche per merito di una salsa all’aglio molto marcata.

Risotto alla zucca, capperi, porro bruciato e mandorla amara: davvero meraviglioso! Come ho già scritto non sono un’appassionata di zucca (se non nel ripieno dei tortelli, di quelli ne potrei mangiare a vagonate…😍), ma questo mi ha davvero stupito. Sicuramente il merito è dell’equilibrio perfetto dei sapori con tendenza amara che ha bilanciato la tendenza dolce della zucca. Il cappero poi ha davvero dato il tocco in più! Come secondo ci è stata servita la degustazione d’agnello dell’Alpago, Presidio Slow Food. Io adoro la carne d’agnello e la mangio molto spesso soprattutto quando vado in Romagna da mamma perché nella nostra famiglia ne abbiamo una lunga tradizione. Questo piatto mi ha fatto immensamente piacere, anche se come fa l’agnello mia madre non lo fa nessuno! 🤩

Ho trovato molto molto carina l’idea di preparare due dolci, uno per le donne e uno per gli uomini. Peccato che a me è piaciuto molto di più quello per gli uomini… comunque ho rimediato con Francesco Trimani e ho fatto a metà col suo! 😁 Dopo è diventato anche il mio idolo dopo quello di Paco! 😂😂😂 Il dolce “maschile”, un crumble salato e pistacchio con gelèe al limone, l’ho trovato più sfizioso e bilanciato nei sapori rispetto a quello femminile, con un’acidità e una freschezza molto più spiccate.

Chiudo questo reportage con due foto significative: nella prima il Rosalie di Roger Coulon. Pur non essendo una grande amante degli champagne rosé, questo l’ho trovato davvero eccezionale! Oltretutto, dopo aver degustato tutti i loro champagne, ho avuto la percezione che questa maison sia cresciuta molto negli ultimi anni. Avevo già fatto una splendida degustazione con Bellenda un paio di Vinitaly fa, ma devo dire che oggi questi vini li ho trovati ancora migliorati. L’ultima foto è un selfie con l’artefice di questo splendido evento, Umberto Cosmo, e non potevo finire con uno scatto più bello e significativo della giornata!

Insomma, questo Blend 2019 è stata un’occasione meravigliosa per rivedere vecchi amici e farsene dei nuovi, in una di quelle giornate dove lavoro, passione e amicizia hanno confini così labili da divenire un unico orizzonte. Lo trovo semplicemente bellissimo. Per questo voglio ringraziare di cuore Umberto Cosmo, sua moglie Cinzia Canzian e la loro famiglia per lo splendido invito e per essere loro persone splendidamente vere. Brindo a 100 Blend di grandi successi per tutti voi e per tutti gli amici produttori che avete riunito..

E tu conosci questi produttori? Hai mai assaggiato uno di questi vini? Cosa ne pensi? Se ti è piaciuto questo articolo puoi dirmelo in un commento: mi faresti molto felice! I commenti mi servono per conoscerti e conoscere le tue opinioni: niente è più sterile di un luogo dove uno se le canta e se le suona da solo, senza confrontarsi con gli altri. Grazie di cuore!❤️

 Cheers🍷

 Chiara

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