Cara Claudia Del Duca, ti scrivo perchè non posso farne a meno e questa lettera non è solo per te, ma per tutte quelle figlie innamorate dei loro papà che li hanno persi troppo presto come noi. Cara Claudia, ti scrivo perchè non mi serve essere la tua migliore amica per sapere che adoravi tuo padre, come io adoravo il mio. Cara Claudia ti scrivo perchè, anche se sono passati 4 anni, non riesco ancora a parlare di mio padre senza piangere e alla quarta riga di questa lettera non ancora iniziata ho già gli occhi lucidi. Se ti chiamassi non sarei affatto d’aiuto per te. Infine, cara Claudia, ti scrivo perchè ho visto te e Genuino Del Duca circa un paio di settimane fa, in occasione della presentazione della guida ristoranti Buon Ricordo 2023, e abbiamo scambiato qualche parola, e tuo papà non è mancato di dirmi di venirvi a trovare ancora. Quando ho saputo che era morto stavo guardando i mondiali, l’Argentina stava battendo la Francia 2-0 e era l’anniversario della morte di mio padre: il 18 dicembre.

Non stento a pensare che in questi giorni ti cercheranno un po’ tutti e tu li cercherai a tua volta o li odierai, uno a uno. Saranno fasi diverse del tuo umore, stati d’animo che non potrai controllare. Non avere paura di viverli e mostrarli: solo un idiota non capirebbe. Quando mio padre è morto ho passato giorni in cui ero assente. Erano giorni in cui il mio cervello era totalmente scollegato dal mio agire e facevo le cose in automatico. In quei giorni ho perso clienti (all’epoca lavoravo ancora come web designer), ho fatto cazzate di ogni sorta e mi sono pure fidanzata con il peggiore degli stronzi (fortunatamente sono rinsavita nel giro di pochi mesi). Puoi solo fare meglio.

Non so di cosa è morto Genuino Del Duca. Non so se stava lottando con una lunga malattia o si è trattato di un malore improvviso. Mio papà è morto dopo un anno e mezzo di indicibili sofferenze, dopo cicli di chemioterapia, immunoterapia, radioterapia e una gamba amputata. Mio papà è morto dopo aver lottato come un leone, quando ormai la malattia lo aveva così cambiato di aspetto e carattere che quasi io e mamma non lo riconoscevamo più. Ma riconoscevamo la sua voglia di vivere e la dignità con cui affrontava la malattia. E soprattutto io ero la figlia che amava più di sé stesso e mi commuovo ancora a pensarlo lavorare per me con il tablet perfino durante la seduta di chemio. Per cercare di aiutarmi quanto più possibile finchè c’era e per sentirsi vivo fino all’ultimo. Anche io negli ultimi anni avevo cominciato a lavorare con il mio papà come te.

Mio papà mi ha lasciato in eredità la ricchezza più grande: credere che non ci siano sogni impossibili. Credo che tuo papà abbia lasciato a te altrettanto: non era lui che aveva abbandonato l’arma dei carabinieri per inseguire il suo amore per il buon cibo e il buon vino? Non è nato così Podere Marcampo o il ristorante dove abbiamo festeggiato insieme il suo 63esimo compleanno? All’Enoteca Del Duca, che non mi stupisce affatto fosse sulla Guida Michelin, ho mangiato una carbonara al tartufo e un piccione indimenticabili di ritorno dalla mia luna di miele, quando mi sono fermata a Volterra “a far finta di vendemmiare duro” come ogni bravo wine influencer fa almeno una volta nella vita.

Oggi sono passati 4 anni. Quattro anni in cui sono successe tante cose e lui non c’era. Quattro anni in cui mi sono sposata, laureata, ho fatto un master e ho avuto una costellazione di successi lavorativi che lo avrebbero reso fiero ancora di più di quello che già era. Quattro anni in cui mi sono concentrata sul lavoro con una dedizione inconcepibile per chiunque non abbia provato quello che io ho provato e quello che tu, molto probabilmente, stai provando. E qui ho una buona notizia per te: fare un lavoro che si ama con tutto il cuore è il più prezioso degli alleati per cacciare le lacrime in un cassettino e dimenticare il dolore. Lo so, questo non è sufficiente per stare meglio, ma è comunque un grandissimo aiuto per vivere con una parvenza di normalità e serenità la vita di ogni giorno. Uno psicologo mi direbbe che a distanza di 4 anni non ho elaborato il lutto. Probabilmente gli risponderei che non voglio nemmeno elaborarlo, e pazienza se qualcuno mi considererà matta o depressa: al netto di comportarmi con la più grande correttezza possibile verso tutti, non me ne è mai fregato nulla di cosa pensano gli altri di me e non inizierò a preoccuparmene oggi a 37 anni.

Cara Claudia, ti scrivo ancora poche righe perchè ormai le lacrime scendono così copiose che non riesco più a sopportarle. Credo che mangerò un cioccolatino. Sì, anche il cioccolato aiuta l’umore, ma non fare come me e non mangiarne troppo: sei così bella! Approfitta del tuo lavoro che ti obbliga a relazionarti con l’esterno – è una fortuna anche se oggi ti sembra una condanna – per uscire, uscire tantissimo. Il sole, così come passeggiare, aiutano tanto la mente. Ascolta la musica che ti piace. Goditi il vino, il cibo e qualunque cosa ti dia piacere. E accogli l’unica nota positiva di questa cosa orribile che ci è capitata: ora sai quanto è fragile la vita. Tutti diciamo che perdere la vita è un attimo, ma capiamo che è un attimo davvero solo quando viviamo cose come questa. Essere consapevoli che non ci è dato sapere quanto evolveremo ancora prima di cominciare a decadere, se sarà un invecchiamento graduale o ci spaccheremo all’improvviso come una bottiglia che cade, ci aiuta a mettere prima noi al centro della nostra vita. E non è affatto scontato o facile.

Chi dice che pensare prima a sé stessi è da egoisti è più idiota di chi non capirà i tuoi sbalzi d’umore o gli errori che inevitabilmente farai in questo periodo. Non avere paura di allontanare le persone tossiche per te, qualunque ruolo abbiano nella tua vita. Fare il possibile per vivere il tempo che si ha a disposizione come si desidera e non come gli altri si aspettano è un diritto fondamentale di ogni individuo. Anche tuo e mio. Quindi non dimenticare mai che la vita è imprevedibile e il nostro corpo è una macchina meravigliosa, ma delicatissima: insegui i tuoi sogni e vivi come credi questa vita che ci è stata donata dai nostri genitori. E ricorda che anche se il tempo con tuo papà non ti è bastato, tu, come me, un papà che ti amava lo hai avuto.

Io me lo ripeto ogni giorno, quando cala la sera, e la sua voce rassicurante e bellissima mi manca da fermarmi il cuore.

Un abbraccio grande🍷

Chiara

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