Prima di raccontarti il mio bellissimo Natale che ho passato insieme alla mia famiglia al Ristorante Tentazioni di Pisogne, farò un piccolo salto in avanti al giorno dopo: Santo Stefano! Il perché lo scoprirai tra qualche giorno… Premesso che non passavo un Natale così bello da quando i miei adorati nonni erano con noi, il 16 dicembre scorso ho visitato Bellavista… e ho aspettato questa occasione per dedicare a questa cantina uno dei miei giorni più belli. Chi non conosce Bellavista? Istituzione della Franciacorta, con Berlucchi e Ca’ del Bosco ha fatto la storia del Franciacorta stesso e ha contribuito alla sua diffusione e pregio grazie ad una forza comunicativa straordinaria.

Durante lo stesso giorno Vittorio Moretti, patron di Bellavista, diventava Presidente del Consorzio della Franciacorta, posto che era stato di Maurizio Zanella di Ca’ del Bosco per ben 7 anni.

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Ma torniamo a come Bellavista ha ispirato il nostro Santo Stefano in Famiglia! L’azienda vinicola Bellavista prende il nome dalla sua collina, da cui si gode appunto di una bellissima vista sulla valle. Dal mio punto di vista è stata un’ottima scelta di marketing mantenere questo nome, innanzi tutto perché l’ha resa facilmente individuabile ed identificabile, poi perché è un nome estremamente facile e spendibile all’estero…

LA NATURA SI REINVENTA OGNI GIORNO.
LA VITA È UN’INVENZIONE PERMANENTE. È SOLO ASCOLTANDO
IL SILENZIO CHE NOI POSSIAMO INTENDERE LA TERRA, L’ACQUA,
L’ARIA E LA LUCE MENTRE CREANO LA VITA.
È SOLO NEL SILENZIO DELLE NOSTRE VIGNE E DELLE NOSTRE CANTINE
CHE NOI RINNOVIAMO L’ISPIRAZIONE DEI NOSTRI VINI,
I VINI DI BELLAVISTA.

Roberta Surini ha iniziato qui la visita guidata nel mondo di Bellavista, e devo dire che questa collega dell’AIS mi ha fatto vivere la migliore esperienza all’interno di una visita guidata fino ad oggi. Nonostante un nostro piccolo ritardo che ha rubato del tempo alla visita, è stata brava e puntuale in ogni cosa.

Credo ci dovrebbe essere una Roberta in ogni cantina.

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Innanzi tutto voglio fare i miei complimenti a chi segue la comunicazione di Bellavista. Cari colleghi, avete centrato l’obiettivo: per essere vincenti oggi bisogna metterci la faccia, la famiglia, la storia e l’umanità. Nessun brand può definirsi tale finché si nascondono i volti, nessun articolo può essere appetibile senza una storia alle spalle, nessun brindisi può essere fatto senza essere umani e con un occhio di riguardo verso la natura e l’ambiente che ci circonda. La comunicazione online ed offline di Bellavista è la perfetta sintesi di tutto questo: i volti di chi rappresenta l’azienda raccontano la storia, la passione e l’ambiente come motori dell’azienda. Non si parla di vino, si parla di emozioni. Sulla scia della pubblicità che ha cambiato il mondo, “Think different” di Apple, dove per l’intera durata della pubblicità non è stato mostrato un solo prodotto in vendita dall’azienda, ma solo il logo alla fine del video accompagnato dal nome dello spot.

Come sostengo da sempre, fin da quando ho cominciato ad occuparmi di comunicazione online, in questa epoca dilaniata dalla vendita ossessiva, vince l’emozione della parola associata al volto di chi l’ha pronunciata. Il resto è solo rumore.

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Ecco il torchio… Ormai tutti vogliono sentirsi inventori o scopritori del torchio marmonier! Quello che è certo è che questo è davvero bellissimo… Comunque mi piacerebbe leggere sotto questo articolo cosa ne pensa il mio amico Alceo Totò de La Montina: per me è un vero punto di riferimento in Franciacorta! 😉

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Ci siamo chiesti quale fosse la sostanza dei nostri sogni e ci siamo concordemente riconosciuti in una sola risposta: Bellavista è pura avanguardia, è uno stile anticonformista e intraprendente che oggi, come allora, ricerca l’essenza del proprio carattere nelle radici più profonde di una terra straordinaria con caratteristiche geologiche e climatiche uniche.

Francesca Moretti, CEO BELLAVISTA

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Roberta ci ha spiegato che Mattia Vezzola è un grande amante della botte… che conserva praticamente finché non si rompe (per poi trasformarla in un complemento d’arredo!). La localizzazione dell’uva è molto importante, tanto che il vino non è diviso solo per vigneto, ma anche all’interno dello stesso vigneto in funzione dell’altezza e dell’esposizione del terreno. Capita quindi che due vigneti diversi dalle stesse caratteristiche siano riuniti in un’unica botte, mentre due zone dello stesso vigneto ma con diversa morfologia siano separate. Di Moretti posso dire che pur non avendo ancora avuto il piacere di conoscerlo, mi ci sento molto vicina: sarà per il mio passato in edilizia che ha lasciato il posto ad una grande passione per il vino, o per questa cura nel dettaglio che sfocia in un’innata capacità di mettersi in discussione! Ho spesso a che fare con imprenditori ed artigiani che non posseggono le qualità necessarie per rinnovare il loro modo di fare impresa, dal prodotto alla comunicazione, che mi piace vedere personaggi di tale spessore così abili nel farlo! O forse raggiungono certi livelli proprio per questa capacità… certo è che il packaging di ALMA (a proposito, Roberta mi ha salutato con una piccola indiscrezione: dalla prossima annata diventerà Gran Cuvée…) di un arancio così “aggressivo” da un punto di vista comunicativo è stato geniale. E poi… sai che l’arancione è il colore che stimola l’azione? Insomma, a parità di brand, se le troviamo entrambe sullo scaffale di un’enoteca, è più facile comprare una bottiglia con l’etichetta arancione che una bottiglia con l’etichetta nera o azzurra. Del resto ce lo insegnano i principali siti di commercio elettronico: hai mai fatto caso al pulsante di acquisto che è quasi sempre arancione?

Comunque la cantina di Bellavista è molto curata. Bellissimo anche il pianoforte a coda su cui poggiano le bottiglie di Meraviglioso, un progetto visionario di Mattia Vezzola. Meraviglioso è infatti la sintesi di 30 anni di Bellavista, ovvero l’assemblaggio di 6 diverse annate per creare il Franciacorta più rappresentativo dell’azienda: non vedo l’ora di assaggiarlo!

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Finita la visita guidata ci siamo diretti nella sala degustazioni, che niente ha a che vedere con quella di Ca’ del Bosco, più British e raffinata. Questa l’ho trovata un po’ sottotono con il resto della cantina e con il loro prodotto. Ma qui ho avuto il piacere di conoscere Mattia Vezzola, l’enologo di Bellavista, per il quale nutro profonda stima ed ammirazione. Mattia Vezzola sa fare un qualcosa che molti altri, in Franciacorta ma non solo, nel mondo del vino ma non solo, non sanno fare: ovvero sa firmare un vino. A prescindere dal mio gusto personale, la mia sensibilità e la mia passione per il Franciacorta mi ha portato a riconoscerne i vini “al buio” e devo dire che i suoi sono sempre ben riconoscibili.

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“In Bellavista siamo stati differenti da sempre,
scegliendo non le cose che piacciono,
ma quelle che restano.”

Mattia Vezzola, enologo – Premio miglior enologo italiano 2014

La degustazione di Alma e del Satén rispecchia le mie aspettative: sono 2 vini con una personalità così forte da essere molto riconoscibili in mezzo a tanti altri Franciacorta. Lo stile di Mattia Vezzola si sente, è un po’ come un profumiere di altri tempi! Ti riporto un passaggio della scheda tecnica di Alma, che di speciale ha che è tutto fuorché una scheda tecnica e per questo è assolutamente vincente:

Alma Cuvée nasce dalla sapiente unione di circa 60 delle 120 selezioni di vendemmia ottenute in cantina. Circa 100 selezioni provengono dalla medesima vendemmia e vengono individuate con estrema cura in 107 parcelle distribuite in 10 differenti Comuni della Franciacorta (“assemblaggio orizzontale”). A questo ampio patrimonio di varianti olfattive e gustative si aggiungono poi i profumi e i sapori di particolari “vini di riserva” provenienti da differenti vendemmie (“assemblaggio verticale”). I “vini di riserva” rappresentano il nostro più grande patrimonio e tesoro dal quale attingiamo con grande rispetto per definire, e far perdurare nel tempo, il profilo sensoriale che contraddistingue lo stile Bellavista. Il loro prezioso contributo crea la “costante di gusto” di Casa Bellavista e, soprattutto, conferisce ad Alma Cuvée la tessitura e la suadente finezza che da sempre ne rappresenta il tratto distintivo e, con esso, la nostra tradizione.

Insomma Bellavista è una realtà vinicola straordinaria… con dei contenuti di comunicazione eccezionali in un sito web non all’altezza del prodotto: la versione web è di difficile lettura, si impalla e disorganizzata… la versione mobile banale e un po’ infantile. (Lo so che finisco sempre con il commentare i siti web, ma d’altronde io sono pur sempre una web designer specializzata nello sviluppo web per le cantine vinicole… è una sorta di deformazione professionale! 😉 )

Ma la capacità di Bellavista di raccontarsi mi ha convinto al punto da scegliere ALMA per il mio brindisi di Natale con la mia famiglia il 26 dicembre 2015! Io, Francesco, papà, mamma e zia ci siamo trovati da me al lago d’Iseo a festeggiare il Natale… e per Santo Stefano siamo partiti da Alma per un aperitivo a base di delizie della Franciacorta acquistate come sempre da Polastri Maceler, tra cui spicca un gorgonzola di capra davvero speciale che si abbinava magnificamente ad Alma, valorizzandone freschezza ed intensità! Poi io ho fatto i casoncelli bergamaschi (scopri qui la  mia ricetta per prepararli!) e papà mi ha dato una mano a chiuderli e saltarli… erano davvero buonissimi!!! Beh questa foto ce l’ha fatta Francesco… io sono pressoché indecente ma era l’unica disponibile 😀 da notare la sua maglietta “100% uomo verace” che ormai è la mia seconda pelle! Ha seguito uno straordinario cotechino con arancia candita, pistacchio e vin brulè che passerà alla storia per aver provocato un mio attacco isterico perché era talmente grosso da non stare in nessuna pentola di casa… e aveva più di 2 ore di cottura! Infine la cassata siciliana di papà: dovrebbe avere la cittadinanza palermitana ad honorem: ne ho mangiate poche in Sicilia buone come la sua!!!

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Papà e mamma ci hanno regalato Eclipse, un bellissimo gioco da tavolo in legno made in Italy! Beh è un gioco di strategia “a somma zero” con informazione perfetta.  I giochi a somma zero modellano tutte quelle situazioni “conflittuali” in cui la contrapposizione dei due giocatori è totale: la vincita di un giocatore coincide esattamente con la perdita dell’altro e si definiscono ad informazione perfetta se e solo se in ogni momento, si conosce con certezza la storia delle giocate precedenti. Assomiglia molto agli scacchi, ma ha partite veloci (circa 15-20 minuti) e giocate reversibili (i satelliti-pedoni non vengono “mangiati” e tolti dal tavolo di gioco per tutta la durata della partita, ma solo bloccati e possono essere sbloccati durante la partita!). Lo scopo del gioco è incatenare il Pianeta avversario impedendone il movimento! Davvero bello, ed è tutto in legno! Odio i giochi plasticosi di bassa qualità… Insomma questo gioco mi è piaciuto così tanto che ho già deciso di comprarne un altro sempre di Gigamic: il Gioco di Riflessione – Pylos mi ispira un sacco! *_*

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A pranzo, con i deliziosi casoncelli, ho stappato una meravigliosa bottiglia di Amarone Riserva Lilium Est della Tenuta Sant’Antonio, annata 2004. Ma questa è un’altra storia! Leggi qui i miei propositi per essere (eno) felice in questo 2016!

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Ti consiglio infine di leggere questa bella intervista di Franco Ziliani di Vino al Vino a Vittorio Moretti!

A presto e un abbraccio,

Chiara

P.S. Se ami la Franciacorta ti linko qualche reportage imperdibile:

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