Ci vuole coraggio per cambiare. Ci vuole coraggio per fallire. Cambiare e fallire richiedono una capacità rara: quella di osare. Osare è il comune denominatore di tutti quei verbi che fanno capo a un’unica parola: distruzione. Il vocabolario Treccani definisce distruzione come “L’azione di distruggere e l’effetto che ne consegue, abbattimento, strage, rovina”. La spiegazione è bellicosa e non lascia spazio alla positività. Eppure mio padre mi ha insegnato che la distruzione è solo la via per la trasformazione.

Prima ero al telefono con mia madre e, commossa, mi ha letto questa stupenda poesia di Charlie Chaplin. Mi sono commossa anche io e mi sono commossa ancora a trascriverla qui sul mio wine blog. Queste frasi sono l’incipt perfetto delle emozioni che oggi voglio condividere con te che mi leggi.

“Vivi” di Charlie Chaplin

Ho perdonato errori quasi imperdonabili,
ho provato a sostituire persone insostituibili
e dimenticato persone indimenticabili.

Ho agito per impulso,
sono stato deluso dalle persone
che non pensavo lo potessero fare,
ma anch’io ho deluso.

Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo;
mi sono fatto amici per l’eternità.

Ho riso quando non era necessario,
ho amato e sono stato riamato,
ma sono stato anche respinto.

Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.

Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.

Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità,
ma mi sono bruciato il cuore tante volte!

Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto.

Ho telefonato solo per ascoltare una voce.

Io sono di nuovo innamorato di un sorriso.

Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e…
ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale
(che ho finito per perdere)…
ma sono sopravvissuto!
E vivo ancora!
E la vita, non mi stanca…

E anche tu non dovrai stancartene.
Vivi!

È veramente buono battersi con persuasione,
abbracciare la vita e vivere con passione,
perdere con classe e vincere osando,
perchè il mondo appartiene a chi osa!

La Vita è troppo bella per essere insignificante!

Charlie Chaplin

La nostra casa

Noi siamo un terreno e, avvenimento dopo avvenimento, anno dopo anno, costruiamo su esso una piccola casa o una grande villa. La casa è lo specchio di noi. Se siamo vuoti e superficiali curiamo solo il giardino e la facciata della casa per poi sederci su sedie rovinate dove mangiare, in piatti da pochi spicci, cibi scadenti. Se siamo profondi e introversi al punto da trascurare gli altri curiamo solamente gli interni, e la facciata della casa, che casca a pezzi, è avvolta in un groviglio di rovi. Ci vuole equilibrio. Una casa che non ci piace si può demolire e ricostruire o ristrutturare. A volte ristrutturare costa molto più di demolire e ricostruire. Ristrutturare una casa che non ci piace comporta salvare un vecchio muro anche se in quella posizione è davvero scomodo per la funzionalità dell’ambiente o per la sua bellezza. Ristrutturare una casa comporta avere una casa usata che solo in apparenza sembra nuova. Questa casa ristrutturata non sarà mai al 100% come la desideriamo anche se ci abbiamo speso un sacco di soldi. Eppure, pur di non uscire dalla nostra zona di comfort, siamo disposti ad adattarci, per poi, a seconda del nostro modo di essere, lamentarci o fingere per una vita intera.

Cambia. Fallisci. Osa.

Da bambina avevo un sogno: vivere scrivendo in una bella casa vista lago con il mio principe azzurro. Nella mia vita ho sempre osato. Non mi sono mai fatta grossi problemi a rischiare, cambiare, demolire, fallire. Ho sempre costruito da zero: ristrutturare non fa parte di me! Ho radicalmente cambiato il mio percorso lavorativo per realizzare il mio sogno e ci sono riuscita. E il famoso principe azzurro? Dai 16 ai 34 anni ho avuto 8 storie più o meno lunghe, più o meno importanti. Tante o poche che siano, spesso sono stata giudicata per il mio lasciare senza voltarmi indietro.  Alberto, Gabriele, Claudio, Daniele, Matteo, Francesco, Davide, Antonio. Tre grandi amori di cui conservo bellissimi ricordi, tre stronzi fotonici che non mi capacito di aver sopportato e due storie tossiche. Di loro solo il primo, è stato davvero vicino a ciò che, senza saperlo, cercavo e desideravo. Eppure nemmeno con lui sono riuscita a fermarmi. Ero solo una ragazzina e ho agito d’impulso, come in ogni scelta della mia vita. Oggi ho capito che mi stavo solo preparando ad incontrare l’altra metà della mela che, credimi, esiste.

Fino a te.

Lo stesso giorno che mi sono fidanzata con lui di 18 anni dopo, quasi a significare un cerchio che si chiude, ho conosciuto l’ago della bilancia capace di far saltare il banco. Era il 6 dicembre 2019. Ho capito che era Lui la prima volta che l’ho guardato negli occhi. Tutto quello che è accaduto dopo è stata solo la conferma. Ogni sfumatura del nostro rapporto di coppia era come l’avevo sempre sognata. Non siamo perfetti, ma siamo perfetti l’uno per l’altra. Ricordo le parole profetiche del mio caro Marco Antonucci che a Natale mi ha fatto un bigliettino di carta firmato con scritto che entro il 31 gennaio avremmo cominciato a convivere. In effetti non so dirti la data esatta, ma era sicuramente l’ultima settimana di gennaio! Ho ancora questo bigliettino nel portafoglio e lì lo conserverò per sempre. Ricordo la mia cara Marina Tagliaferri dell’agenzia stampa Agorà che, durante il nostro splendido San Valentino 2020 al Castello di Spessa, ci guardò e ci disse: quando vi sposate io voglio fare la testimone!

Ca’ del Bosco Dosage Zéro Noir 2006 Vintage Collection: un Franciacorta per dire sì!

Ho visitato la cantina Ca’ del Bosco il 12 ottobre 2015. Mi è stata regalata questa preziosa bottiglia in un elegante cofanetto nero. Ho sempre pensato che l’avrei conservata per un’occasione speciale. Io so aspettare. In questi 4 anni e 7 mesi questo cofanetto ha cambiato tre case. Mi ha vista ridere e piangere con 4 diversi uomini senza mai aprirsi, fino a ieri. Il 12 maggio 2020, sullo splendido terrazzo vista lago di casa nostra, dopo che mi hai fatto ascoltare la canzone che hai scritto per me e mi hai messo questo splendido anello al dito, l’ho stappata. Le uve di pinot nero delle tre vigne “Belvedere” di Iseo a quota 466 metri s.l.m. sono state vendemmiate il 5 settembre 2006. Il tiraggio è stato fatto il 30 marzo 2007 e la sboccatura nell’estate 2015. Il risultato? Un capolavoro con meno di 4 g/l di solfiti (il limite legale è 185 g/l) che si è conservato magnificamente.

Scheda tecnica

Le uve, raccolte a mano in piccole cassette, vengono subito portate in cantina, tracciate per vigna d’origine e raffreddate. Ogni grappolo viene selezionato da occhi e mani esperte. L’acino del Pinot Nero ha la polpa incolore ma la buccia nera: per poter creare la base del Dosage Zéro Noir è essenziale che il succo, il mosto estratto, rimanga bianco o leggermente rosato. È per questo che la pressatura avviene rigorosamente a bassa pressione, affinchè la buccia rimanga integra e non ceda colore. I mosti così ottenuti fermentano in piccole botti di rovere. Per ricercare la massima complessità aromatica e potenza espressiva, senza perdere eleganza, l’elevage in botte ha una durata di soli 5 mesi. Una coppia di serbatoi volanti permette ai vini di essere travasati per gravità, dalle piccole botti ai serbatoi di affinamento. Dopo due ulteriori mesi di affinamento in acciaio, i tre vini-base provenienti dai tre vigneti d’origine si assemblano, in modo da ottenere il perfetto equilibrio tra delicatezza, nervosità, vinosità e aroma. Il Pinot Nero trasmette al vino i suoi aromi complessi di frutti rossi e gli conferisce corpo, persistenza in bocca e longevità. La magia del suo terroir, unita alle competenze degli uomini, hanno dato origine ad un vino di eccezionale purezza. Per raggiungere la sua massima espressione qualitativa e per sviluppare il caratteristico profilo aromatico che lo rende unico, al Dosage Zéro Noir servono 8 anni di affinamento. Un Franciacorta giustamente nobilitato dalla classificazione “Riserva”. Per conferire più longevità a questo Franciacorta, ed evitare shock ossidativi e aggiunte di solfiti, il dégorgement avviene in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema unico al mondo, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco. Questa tecnica rende i nostri Franciacorta più puri e più gradevoli. Affinchè questo “blanc de noir” possa esprimersi con grande personalità e trasmettere la tipicità del terroir da cui è nato, abbiamo scelto di non aggiungere alcuna liqueur alla sboccatura, quindi di non dosare il vino. Ogni bottiglia confezionata viene marcata in modo univoco, per garantirne la tracciabilità.

Chiara

di Francesco Saldi | una canzone rap come Proposta di Matrimonio

Ho ascoltato questa canzone 100 volte in 2 giorni e non mi basta mai. Non solo è troppo bella, ma ogni dettaglio è per me. Mi sono sentita tipo la Ferragni e Fedez quando lui le ha cantato la canzone sul palco e le ha chiesto di sposarlo, ovviamente in una versione con meno assembramento di pubblico data la quarantena… 😅

Vorrei dirti che sono la ragazza più felice del mondo, ma papà non sarà con me il giorno del mio matrimonio. Papà non ha nemmeno conosciuto Francesco. Quindi mi limiterò a dirti che sono la ragazza più felice del mondo al netto di un cuore spezzato che ogni giorno fa più male del precedente.

ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale
(che ho finito per perdere)…

L’algoritmo di Instagram è incredibile.

Ha servito il video della poesia di Chaplin a mia mamma che si è commossa e, dopo averla trascritta, me l’ha letta al telefono, ispirandomi questo articolo.

Ha fatto conoscere me e Francesco, mostrandoci i contenuti l’uno dell’altra.

Tradotto, a settembre mi sposo anche e soprattutto grazie a Instagram. Mi viene in mente un mio collega quando disse: ma tra i tuoi 22.000 followers possibile che non ci sia anche la tua anima gemella? Ecco.

Ogni giorno mi fa tessere rapporti splendidi che crescono messaggio dopo messaggio.

Ci fa essere tutti più vicini, anche alla realtà che ci circonda: non guardiamo notizie e opinioni filtrate dai media, ma direttamente dalla fonte.

Sicuro che i Social Network non siano vita reale?

Cheers 😍

Chiara

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